conte di maio zingaretti

“SUL RIMPASTO NON C'È NESSUNA DISPONIBILITÀ DA PARTE DEL M5S” - I GRILLINI SMENTISCONO OGNI IPOTESI DI CAMBIO DI GOVERNO - IL PD CHE FA CAPO A FRANCESCHINI NON VUOLE DEFENESTRARE “GIUSEPPI”, UNA PARTE DEL PARTITO SPINGE PER CAMBIARE MARCIA: “CONTE VIVE UN MOMENTO DI EVIDENTE APPANNAMENTO” - RENZI GUARDA GIA’ A UN GOVERNO DRAGHI DI UNITÀ NAZIONALE

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

1 - M5S, SU IPOTESI RIMPASTO NON C'È NESSUNA DISPONIBILITÀ

(ANSA) - "La tesi riportata da alcuni quotidiani, oggi così come nei giorni scorsi, secondo la quale il Movimento 5 Stelle sarebbe disponibile ad aprire al rimpasto e a cambiare alcuni membri della sua squadra di governo è, appunto, una tesi. A suffragarla non c'è alcun elemento.Il M5S ha già più volte chiarito ufficialmente la sua unica posizione su questo tema", che è quella di "una chiara contrarietà rispetto a ipotesi di rimpasto e piena soddisfazione nei confronti della squadra 5 Stelle". Lo spiega in una nota il Movimento 5 Stelle.

 

2 - SU CONTE "APPANNATO" IL PD SI INTERROGA: MA NO A GOVERNI TECNICI

Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

conte franceschini

«Bisogna cambiare contenuti e stile di governo»: la critica di Walter Verini, tesoriere del Pd, è l' ultima in ordine di tempo a raggiungere Giuseppe Conte. Il premier, negli ultimi giorni, viene accusato di immobilismo, a turno, da quasi tutti i big democratici, che almeno ufficialmente non fanno sponda a Matteo Renzi nella richiesta di una profonda ristrutturazione del governo o di un esecutivo Draghi, ma allo stesso tempo sferzano l' avvocato con toni inediti.

 

Questo sabato di riflessione, dopo la settimana segnata dagli incontri della verifica di maggioranza, lascia in controluce l' immagine di un Pd diviso: cosa fare con il premier che, a detta di un suo stesso ministro dem, «vive un evidente momento di appannamento »? E, soprattutto, cosa fare del progetto di campo riformista allargato ai 5S che fa da fulcro alla sua esperienza?

 

Giuseppe Conte Lorenzo Guerini Dario Franceschini

Di questo si discute alla vigilia di festività non prive di apprensione, per il primo ministro: le chiusure anti- contagio, il Recovery, la manovra e la verifica. Renzi la sua mossa l' ha fatta: ha sostanzialmente definito chiusa questa esperienza, chiedendo quei netti cambiamenti «di merito e metodo» che, nell' idea del senatore fiorentino, dovrebbero portare a un Conte-ter, con l' alternativa di un esecutivo istituzionale guidato da Mario Draghi. I dem vanno coi piedi di piombo. Il vicesegretario Andrea Orlando dice di aver sentito Renzi e ne ha tratto le convinzioni che ci sono «idee diverse su come condurre questa fase».

giuseppe conte e luigi di maio

 

«No a nuove avventure», dice Orlando, che soprattutto boccia l' idea di un governo di larghe intese che dovrebbe avere Draghi come presidente: «Noi siamo alternativi alla destra e sarebbe paradossale riportare Salvini al governo». Detto ciò, il vicesegretario non può che confermare che l' azione di Conte, sul Recovery ma non solo, «necessiti di una guida politica» e proprio quest' espressione cela il dibattito in corso. Il Pd, per larga maggioranza, non vuole toccare Conte ma è convinto che bisogna rafforzare il peso del suo esecutivo. E però non vuole che un eventuale Conte-ter venga visto come una vittoria dell' ex segretario.

 

giuseppe conte graziano delrio

In primis c' è un' esigenza, sentita da Zingaretti come dal suo uomo più vicino, Goffredo Bettini, che pure è stato il primo a dire che «il rimpasto non è un tabù»: difendere Conte come simbolo di un' alleanza giallorossa che si cerca di far diventare strutturale. Un esecutivo diverso, in questo momento, manderebbe a monte un progetto caro anche a un altro maggiorente quale Dario Franceschini, capodelegazione che - come il ministro per gli Affari regionale Francesco Boccia - è fra i più strenui difensori dell' assetto attuale.

 

assistente civico francesco boccia

Però Renzi può parlare ad altre orecchie sensibili nel Pd: come quelle di Graziano Delrio e Andrea Marcucci, ex fedelissimi ai tempi del suo premierato che non hanno faticato, in questi giorni, a manifestargli l' insoddisfazione per la qualità complessiva della squadra di ministri di Conte. E non solo perché entrambi potrebbero avere un ruolo in un nuovo governo. D' altro canto, c' è da dire che nella sua partita Renzi deve rinunciare al l' appoggio di altri amici (o ex). Come Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, che rompe l' unità della corrente degli ex renziani, Base riformista: la sua guardia al governo in carica è ben più rigida di quella di Marcucci.

 

Davanti a questo panorama frastagliato, Conte deve trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile. Il Pd continua a fargli pressing, chiedendogli di portare al più presto la bozza aggiornata sul Recovery plan in consiglio dei ministri. Renzi attende invece che su questo argomento - e sugli altri posti - Conte si confronti prima coi leader di maggioranza. Tutti, ora anche i 5S, invitano il premier a lasciare la delega sui servizi segreti.

riccardo fraccaro

 

Ma la sensazione è che anche questa mossa, da sola, non basti più all'"avvocato del popolo", se non accompagnata da decisioni che rafforzino il «peso politico » dell' esecutivo, come chiesto dal Pd. La via d' uscita potrebbe essere un nuovo sottosegretario alla presidenza (M5S potrebbe sostituire Fraccaro con Buffagni, se alla guida dell' Intelligence andasse magari il pd Guerini) oppure, all' interno di una manovra più "pesante" la nomina di due vicepremier quali Orlando e Di Maio, con un ministero di peso (Difesa o Esteri) a un renziano. Interrogativi da sciogliere entro l' Epifania: Palazzo Chigi non andrà in lockdown.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?