giorgia meloni

CHI VINCE E CHI PERDE DOPO IL VOTO/3 - IN EMILIA ROMAGNA “FRATELLI D’ITALIA” PASSA DA 23 MILA VOTI DEL 2014 A 184 MILA VOTI: E’ IL TERZO PARTITO IN REGIONE - GIORGIA MELONI ROSICCHIA SPAZIO A SALVINI E ORA POTREBBE IMPORRE IL NOME DEL CANDIDATO IN PUGLIA - RAMPELLI LANCIA L’IDEA DELLE SARDINE DI DESTRA: "SERVONO CONDOTTE INCLUSIVE E MOVIMENTISTE, INDISPENSABILI NELLE REGIONI ROSSE DOVE IRROMPERE A TESTA BASSA RISCHIA SOLO DI..."

ELEZIONI REGIONALI 2014

Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale       

Voti: 23.052  - 1,91%

 

ELEZIONI REGIONALI 2020

Fratelli d'Italia          

Voti: 184.101 - 18,60%

giorgia meloni ospite di fuori dal coro

 

1 - REGIONALI: E-R; MELONI, ESITO FINO A POCO FA IRRAGGIUNGIBILE

(ANSA) - "Il confronto combattuto in Emilia-Romagna, in una regione governata da sempre dalla sinistra, è già una vittoria perché è un risultato che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile". Così la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni in una nota.

 

2 - GIORGIA MELONI UN PO' DELUSA

Monica Franchi per www.iltempo.it

 

Qualche traccia di delusione c'è nel primo giudizio della leader di Fratelli di Italia sulle regionali in Emilia Romagna. Tanto è che Giorgia Meloni limita i commenti pubblici a uno scarno post su Facebook, peraltro centrato sulla vittoria calabrese.

 

giorgia meloni diretta facebook di capodanno 1

"Complimenti di cuore a Jole Santelli", scrive la Meloni, "neo presidente della Regione Calabria. Ha conquistato una vittoria straordinaria in una terra che ha bisogno di rinascere e Fratelli d'Italia lavorerà al suo fianco per raggiungere questo obiettivo".  Sull'Emilia Romagna non viene nemmeno citata Lucia Borgonzoni, e la Meloni si limita a dire frasi di circostanza: "Il confronto combattuto in Emilia-Romagna, in una regione governata da sempre dalla sinistra, è già una vittoria perché è un risultato che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile".

 

Nelle fila di Fratelli di Italia è quasi polemico il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli: "Occorre ammettere", dice, "che il PD, giunto letteralmente bollito all’appuntamento, ha trovato nella strategia del ‘pesce azzurro’ il suo salvataggio".  Il riferimento è ovviamente alle sardine, con una proposta inattesa. "Il centrodestra potrebbe riflettere", lancia l'idea Rampelli, "su quanto premi avere condotte inclusive e movimentiste, indispensabili soprattutto nelle regioni rosse dove irrompere a testa bassa rischia solo di dare un motivo in più agli elettori di sinistra per turarsi il naso e votare per gli ‘impresentabili’ del Pd". Cercasi dunque sardine, acciughe o triglie di centrodestra...

giorgia meloni diretta facebook di capodanno

 

3 - MELONI INCALZA L'ALLEATO E COMMENTA VIA TWITTER: «AVER COMBATTUTO È GIÀ UN SUCCESSO»

Paolo Foschi per il “Corriere della Sera”

 

«Abbiamo raddoppiato i voti, siamo passati dal 4% delle Europee all' 8, forse al 9%, lo vedremo alla fine dello spoglio. Per noi è una vittoria, un risultato straordinario»: Giovanni Donzelli, deputato e responsabile dell' organizzazione di Fratelli d' Italia, sintetizza così l' esito del voto in Emilia Romagna. E aggiunge: «Siamo il terzo partito».

 

La Regione è rimasta al centrosinistra con l' affermazione di Stefano Bonaccini, ma tutto sommato non sembra un dramma per il partito di Giorgia Meloni. Anzi. La strategia era stata delineata da giorni: «Se Borgonzoni vince, è una vittoria nostra; se perde, è una sconfitta di Salvini».

GIORGIA MELONI SUL THE TIMES

 

La leader del partito, a scrutinio ancora in corso e con i dati delle liste provvisori, si è limitata a un commento istituzionale, facendo i complimenti a Jole Santelli per il successo in Calabria e definendo «già una vittoria aver combattuto in Emilia». In realtà il risultato di Fratelli d' Italia è andato ben oltre la sconfitta onorevole della coalizione nella più rossa delle regioni: l' ampio consenso ottenuto dal partito infatti vale oro negli equilibri interni dell' alleanza di centrodestra.

 

GIORGIA MELONI CON LA MAGLIETTA IO SONO GIORGIA

La Meloni forse sperava di ottenere una performance migliore, in ogni caso, se i risultati saranno confermati, aumenterà sensibilmente il peso specifico di Fdi nell'opposizione che sogna di tornare al governo. Del resto da settimane i sondaggi segnalavano la crescita della leader della destra rispetto al Capitano Salvini, anche grazie alla campagna «pancia a terra» - come l'ha definita Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fdi alla Camera - condotta dalla Meloni in una rincorsa al numero uno leghista più che agli esponenti del centrosinistra.

 

Meloni ha battuto in lungo e largo l'Emilia Romagna alzando spesso i toni per evitare di finire in secondo piano rispetto a Salvini. Adesso Fdi passerà all' incasso con l'alleato-rivale? «È presto per parlare di questo argomento» taglia corto sulla questione Donzelli, commentando a caldo le prime proiezioni. «semmai lo farà Giorgia nella conferenza stampa» convocata per oggi alle 10.30.

 

matteo salvini giorgia meloni 2

«In ogni caso noi certamente non usciamo sconfitti dalle urne». Insomma, se la Borgonzoni non ce l' ha fatta a compiere la storica impresa, la colpa è di altri, cioè della Lega. I Fratelli d' Italia ieri sera si erano dati appuntamento per seguire lo spoglio nella sala congressi al piano terra del palazzo della Fondazione di An in via della Scrofa. Un ritorno nella sede storica del Movimento Sociale inaugurata da Giorgio Almirante nel 1984. Qui Fdi ha trasferito il proprio quartiere generale da qualche mese.

giuseppe conte con giorgia meloni atreju 2019

 

E da qui simbolicamente la leader sogna di far ripartire il rilancio della destra italiana chiudendo per sempre con la svolta di Fiuggi e recuperando in qualche maniera l'anima missina. Per valutare i dati nella lunga notte elettorale, sono arrivati molti esponenti di spicco di Fdi: da Adolfo Urso a Fabio Rampelli, da Isabella Rauti a Carlo Fidanza a tanti altri, tutti sorridenti e sereni. Certo, la spallata al premier Conte, minacciata alla vigilia, è rinviata. Ma in molti sono pronti a scommettere che la pasionaria del centrodestra rilancerà già da oggi il tormentone: «Sono Giorgia, sono italiana. E sono pronta a governare».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...