laura castelli

IN CHE MANI SIAMO - GRAZIE ALL'''UNO VALE UNO'' CI RITROVIAMO UNA SCHIAPPA TERRIFICANTE COME LA VICEMINISTRA ALL'ECONOMIA CASTELLI, CHE PARLANDO DEI BOND PERPETUI PROPOSTI DALLA SPAGNA HA DETTO ''NON HANNO SCADENZA E SONO A TASSO ZERO''. E ALLORA CHI CAZZO DOVREBBE COMPRARLI? - OCCHIO: ALL'ESTERO LO VEDONO CHE I TRE CHE IN QUESTA CRISI HANNO IN MANO LA NOSTRA ECONOMIA (GUALTIERI, MISIANI, CASTELLI) SONO CONSIDERATI DEI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO DAGLI ECONOMISTI DI TUTTO IL MONDO

 

 

 

 

1. IL DEBITO PERPETUO ALLA SPAGNOLA COSTA TANTO IN TERMINI DI INTERESSI, CHECCHÉ NE DICA L'IMPRSENTABILE CASTELLI

Da Dagospia di ieri:

https://m.dagospia.com/altro-che-consiglio-europeo-il-vero-terrore-e-l-arrivo-del-rating-di-standard-poor-s-234202

 

LAURA CASTELLI

Questo è il fronte dei mercati, ma che succede in Europa? Se di Corona-bond non si parla neanche più, ora restano in campo le due proposte: il Recovery Fund di Gentiloni-Breton, e la nuova trovata spagnola (sussurrata da Angela Merkel all'orecchio di Sanchez), ovvero il debito perpetuo. Di che si tratta? In soldoni, un'obbligazione senza scadenza che garantisce interessi e cedole ma non la restituzione del capitale. Ovviamente si può vendere a terzi, che continueranno a incassare gli interessi. E in genere l'emittente inserisce una clausola per cui a determinate condizioni può rimborsare il capitale e chiudere la faccenda. C'è un bond perpetuo olandese che da 367 anni ancora paga interessi, incassati nel 2015 dall'Università di Yale.

 

A differenza di quello che dice l'impresentabile viceministra all'Economia Castelli, il tasso c'è, e deve pure essere alto rispetto – ad esempio – ai bond trentennali che potrebbero essere emessi dal Recovery Fund. Per questo la Francia preferisce raccogliere i famosi 1.500 miliardi con obbligazioni a lunga scadenza, invece che con i più costosi bond perpetui. Il problema è che al momento si parla di soli 540 miliardi di aiuti, una cifra decisamente troppo bassa per spalmarla su 27 paesi. Ma ora l'opposizione dei paesi del Nord, dopo aver silurato i Coronabond, si è spostata sull'entità dell'intervento.

 

 

2. CASTELLI, LA ''PERPETUA'' DEL MEF

Sandro Brusco per www.ilfoglio.it

 

laura castelli

È ormai qualche tempo che nel Parlamento italiano sono comparsi vari personaggi che hanno, diciamo così, sottratto gravitas ai titoli di onorevole e senatore. Questa tendenza, già in atto da ormai alcuni decenni e comune a tutti i partiti, ha subito una notevole impennata nelle ultime due legislature, con l’ingresso di quel variopinto caravanserraglio costituito dai gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle. Ma anche in quei gruppi talune personalità sono riuscite a spiccare, fornendo con le parole e con le azioni materiale tale da lasciar perplesso chiunque. Tra queste, l’onorevole Laura Castelli è, per chi si occupa di economia, particolarmente degna di menzione.

 

laura castelli 1

L’occasione per questo articolo è la proposta, fatta sul suo account Facebook, di emettere titoli di debito pubblico senza scadenza e senza interessi, chiamati “perpetui”. Usando le parole dell’onorevole (che, ricordiamo, è sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze) i “perpetui” sarebbero “titoli di debito emessi senza scadenza e a tasso zero”.

 

laura castelli 2

I titoli senza scadenza (o “irredimibili”) non sono certo una novità nel panorama finanziario. Vennero usati, per esempio, nel Regno Unito a partire da metà Settecento. Ne fece uso anche il Regno d’Italia subito dopo la sua costituzione. Oggi non sono praticamente più usati, anche se titoli a lunghi scadenza (per esempio 30 anni), che hanno proprietà simili, vengono emessi praticamente da tutti gli stati. Il “debito eterno” è stato estinto solitamente mediante riacquisto dei titoli da parte dello Stato emittente e conseguente cancellazione.

 

I titoli irredimibili restano però popolari nei corsi introduttori di finanza e di matematica finanziaria (tranne, apparentemente, in quelli frequentati dall’onorevole Castelli) perché il loro prezzo si può determinare con una formula particolarmente semplice. Sfidando la sorte, scriverò la formula anche se questo è un articolo di quotidiano. Se il titolo paga un coupon di C ogni anno e il tasso d’interesse a lungo termine è r, allora il prezzo di un titolo irredimibile è C/r. Per esempio, se un titolo paga 1000 euro l’anno e il tasso di interesse è il 5% (ossia r=0,05) allora il titolo vale 20.000 euro.

LAURA CASTELLI

 

Ora, i lettori più attenti hanno sicuramente notato che nella proposta dell’onorevole Castelli i titoli irredimibili sarebbero “a tasso zero”, ossia nella formula precedente C=0. Una semplice applicazione della formula appena esposta ci dice che il prezzo di tali titoli sarebbe esattamente zero. Una conclusione, peraltro, a cui credo giungerebbero agevolmente anche molte persone totalmente digiune di matematica finanziaria. Provate semplicemente ad andare in giro a chiedere quale prezzo si è disposti a pagare per un titolo che non paga nemmeno un centesimo, né ora né mai.

 

laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede

L’unico modo per sfuggire al paradosso è nel caso in cui i titoli potessero essere direttamente usati nelle transazioni al posto della moneta. In tal caso un titolo emesso per 100 euro nominali varrebbe, appunto, 100 euro. Ma questo ovviamente non è più un titolo di debito, sarebbe moneta. Saremmo quindi nella casistica dei vari strumenti come i “minibot” o i “certificati di credito fiscale” che i vari genietti finanziari de noantri hanno cercato di introdurre, strumenti succedanei alle belle botte inflazionistiche dei tempi andati. Ma forse stiamo dando troppo credito alla sottosegretaria.

 

I lettori con più memoria ricorderanno un altro episodio in cui l’onorevole Castelli dimostrò una comprensione abbastanza tenue delle relazioni finanziarie. Fu durante un dibattito televisivo con l’onorevole Pier Carlo Padoan in cui, con un memorabile “questo lo dice lei”, si apprestò a negare alcuna relazione tra i tassi dei mutui ipotecari e la generale struttura dei tassi d’interesse dell’economia. Ad avviso dell’onorevole Castelli, e di nessuna persona con un minimo di conoscenza di economia e finanza, i tassi ipotecari vengono determinati in modo completamente indipendente dagli altri tassi, in particolare i tassi sui titoli sul debito pubblico.

laura castelli celeste d'arrando

 

Non è mai apparsa alcuna discussione teorica che giustificasse tale posizione, né ovviamente esiste evidenza empirica. Per quel che ci è dato capire la “teoria” della sottosegretaria sembrava essere stata ispirata unicamente da un calcolo propagandistico. In sua opinione, l’elettorato a cui il suo partito si rivolge non è in grado di capire i danni di un aumento dei tassi sul debito pubblico (che il suo governo stava causando con azioni dissennate), mentre può reagire negativamente a un aumento delle quote di mutuo.

 

Da cui l’urgenza di rassicurare detto elettorato sull’indipendenza dei tassi ipotecari e dei tassi sul debito pubblico. Ovviamente si tratta di un’attitudine che non sembra valutare molto positivamente l’intelligenza dell’elettorato di riferimento, ma qui usciamo dal campo dell’economia e della finanza ed entriamo nel campo della comunicazione politica, in cui brillano diversi personaggi del partito dell’onorevole Castelli.

 

*Sandro BruscoStony Brook University

laura castelli by gian boylaura castelli claudio borghiLAURA CASTELLIlaura castelli LAURA CASTELLILAURA CASTELLILAURA CASTELLICHIARA APPENDINO LAURA CASTELLIGIANCARLO GIORGETTI ABBRACCIA LAURA CASTELLILAURA CASTELLI A PORTA A PORTAlaura castelli claudio durigonMASSIMO GARAVAGLIA LAURA CASTELLIPAOLA SEVERINO LAURA CASTELLI ENZO MOAVERO MILANESIgiancarlo giorgetti laura castellilaura castelli

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....