1. TANTO PER CAMBIARE, IL COMPAGNO PRIMO GREGANTI FA RIMA CON MISTERI INQUIETANTI 2. NELL’INCHIESTA SULL’EXPO CHE LO HA PORTATO IN CARCERE INSIEME AD ALTRE SEI PERSONE, CI SONO TELEFONATE DEL MITICO COMPAGNO G - UN MURO DI SILENZIO AI TEMPI DI MANI PULITE - CON I VARI FRIGERIO E CATTOZZO, MA NON CE N’È UNA SOLA CON UN SENATORE O CON UN COMPAGNO DI PARTITO DEL PD. MILLANTAVA, O ERA SOLO PRUDENTISSIMO? 3. GREGANTI HA IL TELEFONO SOTTO CONTROLLO E NON PARLA MAI CON QUALCUNO CHE CONTI DAVVERO. AGGANCIARE “LA CELLA’’ DI VIA DEI CESTARI NON VUOL DIRE ANDARE PER FORZA A PALAZZO MADAMA. POTEVA ESSERE OVUNQUE, ANCHE A PALAZZO GRAZIOLI…

Francesco Bonazzi per Dagospia

Tanto per cambiare, compagno Greganti fa rima con misteri inquietanti. Nell'inchiesta sull'Expo che lo ha portato in carcere insieme ad altre sei persone, ci sono telefonate del mitico Compagno G - un muro di silenzio ai tempi di Mani Pulite - con i vari Frigerio e Cattozzo, ma non ce n'è una sola con un senatore vero o con un compagno di partito del Pd. Millantava, o era straordinariamente prudente?

Quanto al giallo sui suoi ingressi a Palazzo Madama, dei quali non vi è traccia nei registri ufficiali, indicare come "prova" il fatto che il suo cellulare abbia agganciato la cella di via dei Cestari, come si legge nell'informativa della Finanza, che senso ha?

Sono domande che si fanno in tanti, in queste ore, tra gli avvocati degli indagati e tra coloro che, sui banchi di Palazzo Madama, hanno un minimo di esperienza di faccende giudiziarie (non sono pochi, purtroppo).

La prima questione è semplice. Non ci sono telefonate importanti di Greganti perché i pm di Milano non hanno sparato tutte le loro cartucce per non bruciare l'indagine, dopo che Bruti Liberati ha accusato il suo aggiunto Alfredo Robledo di aver danneggiato l'inchiesta parlandone nel suo esposto al Csm.

Oppure ha ragione Robledo, che avrebbe magari aspettato a fare gli arresti a due settimane dal voto, per dar modo agli intercettati di parlare e muoversi ancora un po' nei loro tentativi di avvicinare politici di maggior governo e ministri in carica.

Ci sono anche altre ipotesi, ovviamente. Una, è che Greganti fosse straordinariamente prudente, per cui aveva un altro cellulare oppure non parlava mai al telefono con i pezzi grossi. La seconda è che, come Frigerio e Cattozzo, millantasse un po', ma fosse in realtà uno ormai fuori dal giro che conta. Chi lo conosce bene però, lo descrive come uno che parla poco e quel poco che dice non sono fanfaronate.

In ogni caso basterebbe utilizzare un programma della Ibm che si chiama "I2", ampiamente a disposizione delle nostre forze di polizia, per analizzare la rete di contatti di Greganti e vedere chi frequentava, che documenti condivideva e con chi, come e dove si spostava. I tabulati telefonici non mentono. Con "I2" si analizzino le relazioni di una persona attraverso il suo telefono. Si fa prima che a impazzire intorno al mistero dei tornelli di Palazzo Madama.

Come dice un magistrato che non c'entra con questa indagine, ma ne ha condotte di simili, "i tabulati telefonici sono una scienza esatta, ma la cernita delle telefonate da mettere nei fascicoli d'inchiesta non sempre lo è".

E veniamo alle gite di Greganti al Senato, delle quali nessun senatore ricorda alcunché. Ma i militari della Finanza lo vedono con i loro occhi entrare più volte, sempre di mercoledì (che è un giorno ottimo, perché ci sono tutti i senatori che vuoi). Solo che i pedinatori si devono fermare fuori perché lì non possono entrare senza mandato.

Che prove hanno i finanzieri? Hanno foto? Non si sa. Ma nell'informativa alla Procura si parla di un'altra occasione in cui il telefonino di Greganti "ha agganciato la cella telefonica di via dei Cestari". Che è la cella telefonica del suo operatore più vicina al Senato.

Interessante, ma da sola, questa informazione non vuol dire un tubo. Un esperto di intercettazioni dell'autorità giudiziaria spiega a Dagospia che "in centri urbani densamente popolati, un telefonino non sempre aggancia la cella più vicina, ma per motivi di sovraffollamento di una data cella può essere dirottato su un antenna più lontana".

In poche parole, non solo Palazzo Madama non è l'unico palazzo che aggancia via dei Cestari, ma uno potrebbe essere dentro il Senato e, per "over-crowding", agganciare una cella che sta a due chilometri di distanza. O a un chilometro, magari a Palazzo Grazioli da Berlusconi. Tanto per incasinare la faccenda ulteriormente.

Non è finita. Un investigatore si chiede se qualche spending review abbia improvvisamente tagliato alla Procura di Milano la disponibilità di un aggeggio portatile, in uso anche alla Finanza, che capta il segnale del telefonino intercettato sottraendolo alla carambola - assolutamente casuale - delle celle degli operatori.

Come si vede, quando c'è di mezzo Greganti, domanda chiama domanda.

 

 

GREGANTI fbb db cc c a ad ba ad ff GREGANTI php jpegprimo gregantiGIANSTEFANO FRIGERIO SERGIO CATTOZZOexpo cemento

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…