jacques attali emmanuel macron marine le pen

“IN MANCANZA DI MAGGIORANZA ASSOLUTA, LARGHE INTESE E UN PREMIER COME DRAGHI” – JACQUES ATTALI, EX MENTORE DI MACRON, SCARICA IL SUO PROTÉGÉ: “HO VOTATO PER IL NUOVO FRONTE POPOLARE SENZA INDUGIO. LA PRIORITÀ È EVITARE CHE L'ESTREMA DESTRA ARRIVI AL GOVERNO. I MIEI CONSIGLI A MACRON? NON SONO SICURO LI ASCOLTI PIÙ” – IL POLITOLOGO MARC LAZAR: “SE IL RN OTTENESSE UNA MAGGIORANZA RELATIVA ALTA BARDELLA POTRÀ CONVINCERE UNA TRENTINA DI PARLAMENTARI DEI RÉPUBLICAINS A DARE UN SOSTEGNO ESTERNO O ADDIRITTURA DIRETTO. IN UN'ALTRA IPOTESI, POTREBBE ACCETTARE DI SOSTENERE UN GOVERNO NON STRETTAMENTE SUO, CON CIOTTI PRIMO MINISTRO…”

1. "EVITARE LA COABITAZIONE O LE OLIMPIADI SARANNO COME BERLINO 1936"

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

JACQUES ATTALI - EMMANUEL MACRON

La cohabitation, c'est moi. Jacques Attali era all'Eliseo nell'ombra di François Mitterrand quando il presidente socialista si trovò davanti a Jacques Chirac, diventato premier con una maggioranza di destra. Così è nata la coabitazione. «Non era mai successo nella Quinta Repubblica, ci trovammo a inventare una prassi repubblicana» ricorda Attali, per dieci anni consigliere di Mitterrand e poi mentore di Emmanuel Macron che coinvolse giovanissimo per partecipare al suo rapporto sulla "liberazione della crescita".

 

manuel bompard jean luc melenchon rima hassan

Economista, intellettuale, direttore d'orchestra, popolare saggista, ora Attali lancia un appello al Presidente per fare patti di desistenza con la sinistra in vista del secondo turno.

«Ho votato per il Nuovo Fronte Popolare senza indugio. Per me la priorità è evitare che l'estrema destra arrivi al governo in Francia» confida Attali, 80 anni, che non nasconde il pessimismo in vista di un ipotetico duello ai vertici dello Stato tra Macron e Jordan Bardella.

 

Quale consiglio darebbe a Macron per affrontare la crisi che si prospetta?

marine le pen melenchon

«Intanto non sono sicuro che ascolti più i miei consigli. Ero contrario all'idea di uno scioglimento dell'Assemblée Nationale, per giunta a poche settimane dai Giochi Olimpici in cui tutto il mondo guarderà alla Francia. Ci proiettavamo verso una festa come i Giochi di Parigi del 1924, adesso rischiamo di avere quelli di Berlino del 1936. Ormai il danno è fatto, speriamo non sia irrimediabile. Detto questo, vedremo se Macron avrà sangue freddo a sufficienza per imporsi come fece Mitterrand. Ma nel suo caso c'è già una differenza».

 

Ovvero?

ELEZIONI LEGISLATIVE FRANCESI - VIGNETTA BY GIANNELLI

«Tutti sanno che non potrà ricandidarsi alla prossima presidenziale […]. Il peso politico di Macron all'Eliseo è necessariamente minore. […] Oggi c'è una debolezza oggettiva di Macron che i suoi avversari avranno buon gioco di esaltare. Sia Marine Le Pen che Jean-Luc Mélenchon hanno interesse a una presidenziale prima del 2027.

 

[…] Macron non potrà candidarsi per un terzo mandato. Avrà perso gran parte dei suoi deputati e in sette anni non ha mai voluto costruirsi un vero partito. Quindi aumenteranno le pressioni […] affinché lasci. Io ovviamente non me lo auguro. Anzi, penso sia molto importante che non se ne vada: deve proteggere le istituzioni, che sono il vero tesoro della nostra République».

 

[…] Cosa succede se nessun partito ottiene la maggioranza assoluta domenica prossima?

emmanuel macron vota

«Saluto la decisione del blocco centrale e di quello di sinistra sui patti di desistenza, ovvero di ritirare candidati per impedire la vittoria dell'estrema destra. Questi accordi possono essere la base per larghe intese dopo il voto, in mancanza di una maggioranza assoluta. In questo scenario, il presidente nominerebbe un premier come Monti o Draghi.

Purtroppo non sarà facile trovare figure simili nell'establishment francese perché non abbiamo l'abitudine agli esecutivi tecnici».

 

[…] L'alleanza del partito socialista con la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon non le ha impedito di votare a sinistra?

emmanuel macron jacques attali 1

«Non voterò mai per il Rn, assolutamente mai, e voterò sempre per il candidato della sinistra, anche per un candidato della France Insoumise, ad eccezione di alcuni nomi smaccatamente antisemiti. È profondamente ingiusto equiparare l'estrema destra alla maggior parte della socialdemocrazia. E penso che la sinistra riformista potrà riconquistare un suo spazio nell'immediato futuro. Nel 1974, avevo trent'anni, feci la prima campagna presidenziale di Mitterrand. I socialisti avevano il 12-13% dei voti e i comunisti l'85%. Il Pc era un partito di Mosca, molto lontano da noi. Eppure eravamo convinti che l'alleanza era necessaria e saremmo poi riusciti a invertire il rapporto di forza. È quello che poi è successo. Ora può accadere di nuovo».

 

2. LAZAR "ANCHE IL NUOVO PATTO POTREBBE NON IMPEDIRE UN GOVERNO A GUIDA BARDELLA"

jean luc melenchon dopo il voto per le elezioni legislative

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

"Una cosa è già chiara: il Rassemblement National è diventato il primo partito francese in numero di voti, e avrà il primo gruppo politico all'Assemblée Nationale dal 7 luglio" dice Marc Lazar professore a Sciences Po e titolare della cattedra Bnp-Bnl Paribas relazioni italo-francesi per l'Europa alla Luiss.

 

L'estrema destra alla soglia del potere. Al secondo turno, può vedere sfumare la maggioranza assoluta per governare?

jacques attali con emmanuel macron 1

«Mi sembra difficile ma dipende da alcuni fattori. Il tasso di partecipazione è stato molto elevato in questo primo turno. Vediamo se al secondo turno sarà un'affluenza ancora più forte. La sinistra spera in una sorta di elettrochoc dei francesi davanti al rischio concreto di una vittoria del Rn che si è visto nei primi risultati di ieri sera. L'altro fattore chiave sarà più chiaro domani, con la decisione sulle triangolari, che sono da record».

 

Il Nouveau Front Populaire è in seconda posizione. Che ruolo può giocare?

«La sinistra ottiene un bel risultato. Fare un accordo elettorale tra la sinistra radicale e quella più riformista è stata una strategia efficace nelle urne. Uno dei grandi errori di Macron è stato credere che la gauche non si sarebbe unita.

 

Ora il blocco delle sinistre peserà in parlamento anche se dubito che il Nouveau Front Populaire continuerà a esistere oltre il 7 luglio. Molto dipenderà dai rapporti di forza interni bisogna aspettare di capire quanti deputati socialisti sono eletti, quandi della France Insoumise.

 

manifesti con melenchon

Se non ci fosse una maggioranza assoluta per il Rn non è escluso che una parte della sinistra riformista provi a immaginare un governo di salvezza nazionale con una parte dei macronisti e dei Républicains. Ma non ci credo molto».

 

Jordan Bardella ha già detto che non andrà al governo se non ottiene una maggioranza assoluta.

«È una tattica per mobilitare il suo elettorato. Se il Rn ottenesse una maggioranza relativa alta sono sicuro che potrà convincere una trentina di parlamentari dei Républicains a dare un sostegno esterno o addirittura diretto, entrando nel governo. In un'altra ipotesi, più remota, il Rn potrebbe accettare di sostenere un governo non strettamente suo, per esempio con Ciotti primo ministro. Sarebbe un modo di mostrarsi responsabile, ma soprattutto tenere nel mirino l'obiettivo principale di Le Pen: la presidenziale».

 

Una presidenziale che è prevista nel 2027. O già prima?

jacques attali con emmanuel macron

«Comunque vada, possiamo già dire che Macron ha perso la sua scommessa. Aveva una maggioranza relativa di deputati, e ora ha una minoranza assoluta. Sarà costretto a un governo di coabitazione. E il suo peso ridimensionato. Nella Quinta Repubblica il capo dello Stato è molto potente quando ha anche la maggioranza parlamentare, ma in caso contrario perde molto della sua influenza […]. Quindi sarà indebolito e penso che sia il Rn che a sinistra, penso a Jean-Luc Mélenchon che pure guarda alla presidenziale, chiederanno le sue dimissioni. Proverà a resistere,ma non sarà facile. D'altro canto Bardella e Le Pen devono stare attenti perché vogliono dimostrare di essere un partito responsabile e di governo».

 

Bardella e Le Pen si sono ‘méloniser', come dicono alcuni osservatori francesi: stanno diventando più pragmatici?

melenchon

«Credo che chi in Francia usa questo termine non conosce bene cosa sta facendo Meloni in Italia e in Europa. Meloni ha due volti: uno è quello che abbiamo visto durante la campagna per le europee, e nell'ultimo voto sulle nomine al Consiglio Ue. Di forte critica. Poi c'è il volto di Meloni più dialogante e pragmatico perché l'Italia ha bisogno dei soldi della Commissione europea. Infine, Meloni è anche in Italia la leader che conduce una battaglia di egemonia culturale, di difesa di valori molto conservatori, di misure drastiche sull'immigrazione, e di intimidazione su giornalisti. Al livello nazionale penso che in effetti Bardella e Le Pen si ispireranno dal governo italiano».

 

JEAN LUC MELENCHON CON L EURO DEPUTATA FRANCO PALESTINESE RIMA HASSAN DOPO LE ELEZIONI LEGISLATIVE Brigitte ed Emmanuel Macron in abiti casual a Le Touquet dopo il voto per le legislativeemmanuel macron jacques attali

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)