donald trump barack obama

L’''ABBRONZATO'' SCENDE IN CAMPO CONTRO TRUMP SUL BLOCCO ALL’IMMIGRAZIONE - OBAMA: "I NOSTRI VALORI SONO IN PERICOLO" – E SPUNTA UN TWEET DI PENCE. NEL DICEMBRE DEL 2015 L’ATTUALE VICE PRESIDENTE SOSTENEVA: “IMPEDIRE AI MUSULMANI DI ENTRARE NEGLI STATI UNITI È OFFENSIVO E ANTICOSTITUZIONALE”

 

Francesco Semprini per la Stampa

 

trump e obamatrump e obama

È muro contro muro tra Donald Trump e l' esercito di oppositori ai decreti sull' immigrazione voluti dal neopresidente, di cui assume il ruolo di capofila un ritrovato Barack Obama. Il predecessore di Trump, nella sua prima affermazione pubblica dalla fine del doppio mandato, si dice - tramite il portavoce -, in disaccordo con la discriminazione religiosa e «rincuorato» dalla risposta del Paese. Obama non fa riferimento al presidente Trump ma i suoi commenti sono riferiti ai suoi decreti, e si dice «in disaccordo» con le discriminazioni su base religiosa: «I nostri valori sono in pericolo».

trump e obama alla casa biancatrump e obama alla casa bianca

 

Prima di lui era stato l' Alto commissario del Consiglio per i diritti umani dell' Onu, Zeid Ra' ad al Hussein, a definire il bando verso i cittadini di 7 Paesi islamici «illegale e meschino e foriero di sprechi di risorse nella reale lotta al terrorismo». È poi il numero uno del Palazzo di Vetro a ribadire la speranza che «le misure adottate dall' amministrazione Trump siano temporanee».

 

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Malumori comuni a quelli che stanno animando una parte dello staff del dipartimento di Stato che in una comunicazione «dissidente» denominata «Canale di dissenso» che condanna la decisione di Trump, bollandola come «contraria al fondamento dei valori americani» e si sostiene che le restrizioni «alimenteranno il sentimento anti-americano». A scendere in campo è anche la Corporate America capitanata da Starbucks con l' annuncio dell' assunzione, nei prossimi cinque anni, di 10 mila rifugiati a partire proprio dagli Stati Uniti.

 

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Anche Google scende in campo contro il giro di vite di The Donald, creando un fondo da quattro milioni di dollari da destinare a quattro organizzazioni che si occupano di migranti e rifugiati. Mentre il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, avverte sullo stesso social che «dobbiamo mantenere questo Paese sicuro ma dovremmo farlo concentrandoci sulle persone che effettivamente rappresentano una minaccia».

 

Critiche arrivano anche da destra, dai fratelli Charles e David Koch, considerati voce influente dell' universo conservatore, grazie anche ai loro ricchi finanziamenti. E da Wall Street con Jp Morgan e Goldman Sachs che elogiano «l' importanza della diversità». A schierarsi nel mondo accademico è Harvard che invita l' amministrazione, il Congresso e il sistema giudiziario a rivedere e abolire il decreto sull' immigrazione. Le associazioni musulmane d' America invece annunciano una causa federale contro il bando sui musulmani, come spiega Nihad Awad, leader del Council on American-Islamic Relations.

ZUCKERBERGZUCKERBERG

 

È poi il turno del procuratore generale dello Stato di Washington Bob Ferguson pronto a lanciare un' azione legale contro il presidente Trump, la prima del genere. La protesta vola poi sulle note di Bruce Springsteen che da un concerto ad Adelaide, in Australia, con la sua E Street Band, afferma: «Stasera vogliamo aggiungere le nostre voci a quelle di migliaia di americani che manifestano negli aeroporti in giro per il Paese».

 

BRUCE SPRINGSTEENBRUCE SPRINGSTEEN

Trump sembra tuttavia impermeabile alle critiche, anzi rilancia. «In realtà ieri è stato un buon giorno in termini di sicurezza nazionale... speravamo di poter agire e abbiamo deciso di fare una mossa», afferma durante l' incontro con i leader della piccola impresa. Il presidente ha bollato come «lacrime finte» quelle del senatore democratico Chuck Schumer, leader di minoranza al Senato, che ha pianto criticando il bando.

 

mike pencemike pence

Il presidente, forte della maggioranza repubblicana al Senato e del granitico appoggio del suo entourage, prosegue a colpi di decreti esecutivi. Anche se un primo neo emerge dal suo cerchio magico, ed è del vice Mike Pence. A suo discapito riemerge un tweet dell' 8 dicembre 2015 in cui l' allora governatore dell' Indiana sposava posizioni di tenore ben diverso da quella assunta venerdì sui migranti: «Impedire ai musulmani di entrare negli Stati Uniti è offensivo e anticostituzionale».

 

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