
“DONALD TRUMP È PASSATO DA AMERICA FIRST A TRUMP FIRST” – L’AMBASCIATORE STEFANO STEFANINI: “CON LUI IL CULTO DELLA PERSONALITÀ PRENDE RADICI NELLA PIÙ GRANDE DEMOCRAZIA OCCIDENTALE, ENTRA NEL G7 E NELLA NATO. SE FA SCUOLA, IL DANNO ALL'AMERICA, ALL'OCCIDENTE, ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE È BEN PIÙ GRAVE DEI DAZI ALL'UE O DELL'INTESA CON VLADIMIR PUTIN ALLE SPALLE DELL'UCRAINA E DELL'EUROPA - I NOSTRI LEADER CHE ACRITICAMENTE COPRONO DONALD DI LODI VOGLIONO VERAMENTE FARNE UN MODELLO DA IMITARE? QUELLO IL GRANDE RISCHIO…”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
In sette mesi di presidenza Donald Trump è passato da America First a Trump first. Quello che vuole il Presidente è il criterio guida di questa sua seconda amministrazione, che sia l'Iran da bombardare o le mostre nei musei della capitale. All'interno, il suo "ho il diritto di fare qualsiasi cosa io voglia fare" pone un enorme stress test alla democrazia americana.
[…] All'esterno, egli si accredita come Presidente di pace in un mondo diviso da guerre, in attesa di essere consacrato dal premio Nobel per la pace. Privilegia i rapporti bilaterali. Alla pari solo con i leader ritiene forti, quasi sempre autocratici – Vladimir Putin, Xi Jinping, ma anche autocrati minori come Kim Jong Un del quale ha tessuto le lodi col Presidente sudcoreano Lee Jae Myung.
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
Dagli altri si attende, e riceve, ringraziamenti e adulazione. Forse perché i militari gli servono sotto casa, a Washington DC, nelle città americane, Los Angeles, Chicago, Donald Trump - che pur vuole ribattezzare il Pentagono in Dipartimento della Guerra di sapore ottocentesco - non ama le guerre. Tranne quelle commerciali, preferibilmente contro gli alleati.
Gli si sta mettendo di traverso un giudice federale che, in secondo grado, conferma che molti dei dazi imposti da Trump invocando la sicurezza nazionale sono illegittimi. Un altro giudice ha bloccato le deportazioni in massa senza processo di immigrati illegali. La sorte di questi barlumi di resistenza in nome dello stato di diritto finisce poi in una Corte Suprema fortemente squilibrata a favore del Presidente.
Trump afferma di aver messo fine a 6, o 7, guerre.
[…] Nessuna guerra è veramente "terminata" Donald Trump, passo indietro con l'India, molto fuoco cova ancora sotto le ceneri, ma il bilancio è certamente positivo. Mancano tuttavia i due pezzi da 90: le guerre in Ucraina e a Gaza.
Sulla prima, l'iniziativa diplomatica di Trump e Witkoff ha fatto i titoli ma non i risultati.
Il vertice di Anchorage con Vladimir Putin ha dato al Presidente russo una riabilitazione internazionale senza in cambio ottenere nulla, niente cessate il fuoco, niente avvio di negoziati diretti ad alto livello russo-ucraini.
Su Gaza, Trump non ha mosso un dito per fermare o mitigare l'offensiva senza quartiere israeliana con le tragiche conseguenze umanitarie davanti agli occhi di tutti. Joe Biden aveva trattenuto Benjamin Netanyahu. Donald Trump non ci ha nemmeno provato.
Senza pace in Ucraina e/o a Gaza, si allontana quel Nobel per la pace cui Trump anela per pareggiare i conti con Barack Obama. Le nomine di Cambogia, Pakistan, Azerbaijan e Armenia, già intascate, non bastano. Per il Nobel dovrà fare di più sui versanti russo-ucraino e israelo-palestinese. Vedremo.
A meno di non volerglielo comunque conferire, confluendo nella marea di adulazione riversatagli da praticamente tutti i leader europei e occidentali, qualsiasi cosa faccia o dica, qualunque risultato ottenga o non ottenga.
Chi più chi meno, non sono certo gli unici, la diretta della riunione di gabinetto ha visto i suoi ministri fare a gara nelle lodi, l'intera Silicon Valley viene a prostrarsi nell'Ufficio Ovale. Chissà cosa passa nella testa di chi gli rende omaggio. Per i leader stranieri non antagonizzare il Presidente degli Stati Uniti è semplicemente realpolitik. Ma fino a che punto spingersi e con che conseguenze?
Il culto della personalità di cui Donald Trump si sta circondando, all'interno e all'esterno, è contagioso. Un tempo era prerogativa nei grandi totalitarismi come quello di Iosif Stalin nell'Urss, o in Stati isolati come quello di Saparmurad Niyazov in Turkmenistan. Tragedia nei primi, operetta nei secondi. Con Donald Trump il culto della personalità – come altro chiamarlo? – prende radici nella più grande democrazia occidentale, entra nel G7 e nella Nato.
Se fa scuola, il danno all'America, all'Occidente, alla comunità internazionale è ben più grave dei dazi all'Ue o dell'intesa con Vladimir Putin alle spalle dell'Ucraina e dell'Europa. I nostri leader che acriticamente coprono Donald di lodi vogliono veramente farne un modello da imitare? Quello il grande rischio.
vladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria
DATE UN'AMAREZZA AI VOSTRI BAMBINI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
donald trump in versione papa leone xiv - meme creato con l'intelligenza artificiale
trump putin meme 3
donald trump taco meme 5
DONALD TRUMP COME SYDNEY SWEENEY NELLO SPOT DEI JEANS AMERICAN EAGLE - MEME POSTATO DAL FIGLIO DONALD TRUMP JR
meme di barack obama come oj simpson - postato da Donald Trump
donald trump taco meme 6
IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI
VOLEVO ESSERE UN MURO - MEME BY EMILIANO CARLI
LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
volodymyr zelensky e donald trump alla casa bianca (in versione casamonica)