iran israele attacco iron dome khamenei

"L’ATTACCO A ISRAELE SIGNIFICA CHE L’ARMA ATOMICA CHE SI SUPPONEVA ANCORA LONTANA È GIÀ NELL’ARSENALE DI TEHERAN?" – DOMENICO QUIRICO: ”PERCHÉ L’ATTACCO CON DRONI E MISSILI? IN FONDO L’IRAN AVEVA GIÀ GUADAGNATO MOLTO RENDENDO POSSIBILE LA SCONFITTA DI ISRAELE DEL SETTE OTTOBRE. NON AVEVA ALCUN INTERESSE A USCIRE DALLA COMODA POSIZIONE DI REGISTA OCCULTO FINO A QUANDO IL VERO SCOPO DELLA STRATEGIA DEGLI AYATOLLAH FOSSE ARRIVATO AL SUO PUNTO DI NON RITORNO, POSSEDERE L’ARMA ATOMICA. NON SARA’ FORSE CHE…"

Domenico Quirico per “La Stampa” - Estratti

 

ALI KHAMENEI IN PREGHIERA PER LA FINE DEL RAMADAN

Pazzi? Suicidi? Fanatici? Aspiranti a un colossale martirio collettivo, a una escatologica fine della Storia da cui esca con il forcipe della guerra il secolo di Dio? Forse nel modo in cui analizziamo, maneggiando il nostro pragmatismo, le scelte dei Paesi e di movimenti che non sono Occidente, soprattutto di quelli che hanno mescolato in una composto micidiale politica e dio e così hanno conquistato il potere, trascuriamo di tener conto di come agiscano le passioni violente, l’irrazionale. Attenzione, pendio pericoloso.

 

(...)

 

netanyahu biden

Israele conosce bene i nemici che ha intorno. Sfregiando gli ayatollah con l’attacco a Damasco, umiliandoli davanti agli alleati sudditi non ha forse voluto costringerli a scatenare quella Grande Guerra mediorientale in cui Netanyhau spera di trovare la scorciatoia per uscire dall’impasse di Gaza?

 

E se gli ayatollah, e soprattutto i pasdaran che sotto la loro copertura teologica esercitano il vero potere quello della forza e del denaro, avessero colto semplicemente un’occasione? Nel disordine del secolo innescato dal loro alleato Putin si può osare quello che fino a due anni fa era troppo pericoloso, impossibile. In una caos in cui non si fa più economia della guerra, credono sia possibile colpire Israele e poi dettar loro le regole: missione finita, adesso siamo pari…

 

Ali Khamenei Ismail Haniyeh e due leader di hamas

Mentre i droni iraniani volavano verso Israele e dichiaravano la guerra aperta esplicita diretta tra i due veri, grandi nemici del vicino oriente, la domanda è: perché questa scelta? In fondo Teheran aveva già guadagnato molto rendendo possibile la sconfitta di Israele del sette ottobre, di fronte ad Hamas irrimediabile perché ha distrutto il mito fondatore della sua inviolabilità. Non aveva alcun interesse a uscire dalla comoda posizione di regista occulto.

ali khamenei

 

Il trascorrere del tempo, sei mesi di strage, con il progressivo isolamento d’Israele e la manifesta impotenza del quinto esercito del mondo a raggiungere l’incauto livello della vittoria, annientare Hamas, che lo stato ebraico si era fissato, era già una preziosa vittoria strategica nei confronti del “Piccolo Satana” mediorientale che gli ayatollah hanno promesso di cancellare. Non meno esaltante la dimostrazione della impotenza del Grande Satana americano imbambolato in una umiliante trattativa con il premier israeliano per convincerlo a non esagerare a Gaza. Squarciando il velo sulla realtà: Washington non riesce più in questa zona del mondo neppure a dare ordini al suo principale alleato.

 

biden netanyahu 2

Attendere dunque, temporeggiare, al massimo utilizzare le pedine della grande mezzaluna sciita che l’Iran ha imbastito con pazienza, gli iracheni, Bashar e la sua setta siriana, mantenuto al potere e ormai vassallo, Hezbollah libanese la cui esistenza senza ayatollah e guardiani della rivoluzione non durerebbe un giorno, per vibrare qualche colpo a Israele, lanci di razzi, incursioni di commandos terroristici. E saldare così senza rischi i conti per l’uccisione dei comandanti delle guardia della rivoluzione a Damasco. E invece…

 

ali khamenei

Abbiamo lasciato l’Iran indebolito dalle sanzioni internazionali (ma come per la Russia questo strumento di punizione occidentale sui renitenti ha ancora efficacia?) minato alla base dalla ribellione eroica delle sue giovani generazioni. In fondo uno stato canaglia: bastava avere pazienza per festeggiare la fine del sogno teocratico di Khomeyni nel convulso finale del secolo breve. Non abbiamo tenuto conto che le teocrazie hanno una capacità di violenza assoluta nei confronti delle rivoluzioni interne che possono demonizzare come insurrezioni contro Dio e annientarle è terapia necessaria per estirpare l’eresia. E soprattutto che una guerra, una guerra contro il Nemico per definizione, Israele, è un nirvana succulento per deviare i problemi interni, rendere ogni dissidenza anche la più giustificata, un semplice “tradimento”.

 

Teheran era impegnato in una sottile lotta contro il tempo, prolungare lo scontro con l’Occidente su un piano verbale fino a quando il vero scopo della strategia degli ayatollah fosse arrivato al suo punto di non ritorno, possedere l’arma atomica, che garantirebbe la impunità assoluta rispetto a qualsiasi delitto. L’attacco a Israele può significare che l’arma atomica che si supponeva ancora lontana è già nel loro arsenale?

khamenei nelle vignette di charlie hebdo 13ISMAIL HANIYEH, LEADER DI HAMAS, CON L AYATOLLAH KHAMENEI

Ultimi Dagoreport

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...

massimiliano filippo romeo matteo salvini luca zaia

DAGOREPORT – AL CONGRESSO DELLA LEGA DEL 6 APRILE, SALVINI SARÀ RIELETTO SEGRETARIO PER LA TRAGICA ASSENZA DI SFIDANTI. L’UNICO CHE AVREBBE POTUTO IMPENSIERIRLO SAREBBE STATO IL COORDINATORE DEL CARROCCIO IN LOMBARDIA, L'EX FEDELISSIMO MASSIMILIANO ROMEO: MA IL COINVOLGIMENTO DEL FRATELLO, FILIPPO DETTO ''CHAMPAGNE'', NELLO SCANDALO LACERENZA-GINTONERIA NE HA AZZOPPATO LE VELLEITÀ – MA SUL TRIONFO DI SALVINI GRAVA UNA NUBE: CHE FARÀ IL “DOGE” ZAIA? SI PRESENTERÀ O RIMARRÀ A SCIABOLARE AL VINITALY DI VERONA?

stephen schwarzman jonathan grey giorgia meloni giancarlo giorgetti blackstone

DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI BLACKSTONE, LA PIU' POTENTE SOCIETA' FINANZIARIA DEL MONDO? SE IL PRESIDENTE SCHWARZMAN ERA A CACCIA DI VILLONI IN TOSCANA, JONATHAN GRAY, DOPO UNA VISITA A PALAZZO CHIGI (CAPUTI) CON SALUTO VELOCE A MELONI, HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO CON GIORGETTI SULLO STATO DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA (TRA CUI ASPI, DOVE I DIVIDENDI SONO STATI DECURTATI) – MENTRE IL FONDO USA KKR POTREBBE VALUTARE UN'USCITA ANTICIPATA DALLA RETE EX TIM (3 ANNI ANZICHE' 5)PESSIMI RUMORS ARRIVANO ANCHE DAL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE, PRESENTE IN ASPI E OPEN FIBER: MEGLIO DISINVESTIRE QUANDO I DIVENDENDI NON SONO PIU' CONVENIENTI....