QUANT SI BELL’ A CAVALL A STU CAMMELL - L’ISIS INCORONA ABU BAKR AL BAGHDADI COME NUOVO “CALIFFO DI TUTTI I MUSULMANI” - MENTRE OBAMA TENTENNA, PUTIN HA CONSEGNATO CINQUE CACCIA ALL’AERONAUTICA DI BAGDAD

Vincenzo Nigro per ‘La Repubblica’

 

abu bakr al-baghdadi E TRUPPE ISISabu bakr al-baghdadi E TRUPPE ISIS

Se mai entrerà a Bagdad a cavallo dei suoi fuoristrada, sceglierà questa strada, quella che sfocia in città provenendo da Falluja e dal triangolo sunnita, la direttrice che prima di disperdersi nei mille rivoli della metropoli attraversa Abu Ghraib. Il sobborgo, tristemente noto grazie agli orrori dei carcerieri americani, è a soli 15 chilometri da qui. Oltre però il pattuglione di militari e poliziotti iracheni che ci ha portato in giro a ispezionare il fronte per ora preferisce non avventurarsi. Lì ci sono i nemici, gli uomini del “califfo”. Perché ieri Abu Bakr Al Baghdadi, il capo dell’Isis, ha deciso di promuoversi “califfo di tutti i musulmani” e di creare quindi il califfato.
 

maglietta pro isismaglietta pro isis

Nella mossa c’è una grande dose di propaganda, il tentativo di costruire una fascinazione
politica e mediatica che paralizzi gli avversari e infiammi l’animo e i kalashnikov dei suoi sostenitori. E dietro la propaganda ci sono i fatti: a Tikrit, che il governo sciita sabato diceva di aver riconquistato, ancora infuria la battaglia.

 

Di riprendere Mosul non se ne parla: l’esercito e i miliziani sciiti per ora circondano Bagdad, la pattugliano, ma a salire verso Nord o Ovest per strappare quel terzo di Iraq che ormai è fuori controllo non ci pensano neppure. Il califfato di fatto esiste. Non è una “invasione” di terroristi stranieri, è una rivolta dei sunniti agli otto anni di settarismo degli sciiti del premier Al Maliki. E quindi se il califfato per il momento non avanza, sicuramente resiste.
 

Facendosi nominare califfo dalla “Shura”, il consiglio del suo movimento, ovvero imperatore dei fedeli, sovrano dei sunniti discendente di Maometto e di quelli che dopo di lui hanno governato sia la religione che lo stato islamico, Al Baghdadi sembra rilanciare una sfida impossibile. La designazione, dice il portavoce dell’Isis in un filmato in rete, «è stata fatta dalla Shura che ha annunciato la formazione del califfato e la nomina del califfo». I nomi Iraq e Levante (Sham in arabo) scompaiono dal titolo dei movimento, che d’ora in poi si chiamerà solo “Stato islamico”.
 

iraq    anche bambini tra i terroristi dell isisiraq anche bambini tra i terroristi dell isis

Il califfato aveva avuto i suoi anni più felici con gli Ommaidi a cavallo del ‘700 e con gli Abbasidi dal 750 al 1517, per seguire poi i destini dell’Impero ottomano. Il califfo che oggi vuole riconquistare Bagdad lancia segnali terribili a tutta la regione. La Turchia ha ammesso che di fatto il Kurdistan iracheno è l’unico mini-stato solido e alleato nell’Iraq e che quindi potrebbe diventare indipendente. Ieri lo stesso passo — riconoscere un Kurdistan indipendente — in qualche modo lo hanno fatto gli israeliani.

 

Impegnato nella crisi dei tre ragazzi rapiti in Cisgiordania (forse proprio da una cellula di Hamas ispirata dall’Isis), il governo israeliano in questi giorni era rimasto silenzioso. Il premier Netanyahu adesso invece invoca la costruzione graduale di “una barriera di sicurezza anche ad Est, da Eilat fino alle alture del Golan” per arginare l’ondata dell’Islam radicale e dice che per Gerusalemme uno stato curdo in Iraq sarebbe un sicuro alleato contro i jihadisti del califfo.
 

L’esercito iracheno-sciita intanto continua la sua controffensiva, inviando carri armati ed elicotteri a Tikrit. Ma tutto il territorio conquistato sinora dallo Stato Islamico rimane saldamente sotto il contro di Al Baghdadi e dei suoi alleati locali: le tribù sunnite tormentate per otto anni da Al Maliki e le cellule di baathisti di Al Douri che vogliono vendicare la morte di Saddam Hussein.
 

esecuzioni sommarie in iraq dei guerriglieri dell isisesecuzioni sommarie in iraq dei guerriglieri dell isis

A Bagdad oggi i capi politici sciiti, curdi e sunniti eletti in Parlamento proveranno a negoziare per designare un successore del premier sciita Al Maliki e varare in pochi giorni un nuovo governo. Il vicepremier per il Petrolio Hussein al Shahristani (uno dei papabili per sostituire di Al Maliki) si è lamentato pubblicamente perché gli americani stanno facendo poco militarmente. «Quando il vostro alleato Israele ha avuto bisogno di aiuto avete fatto un ponte aereo per dargli le armi, a noi nulla», ha detto Al Sharistani inveendo contro il presidente statunitense Obama.

 

Invece i russi di Vladimir Putin nel giro di pochi giorni hanno iniziato a consegnare all’aeronautica di Bagdad cinque aerei caccia Sukhoi: un fotografo della Reuters ha visto che i primi aerei, smontati, sono sbarcati da aerei cargo in un aeroporto militare della città. È da vedere se un esercito allo sbaraglio come quello iracheno abbia piloti in grado di manovrarli e le capacità d’intelligence, ricognizione e guida sugli obiettivi necessarie per attaccare.

 

bandiere isis su veicoli requisitibandiere isis su veicoli requisiti

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....