
L’UNICO OBIETTIVO DI ELON MUSK: DISTURBARE TRUMP – LA STORIA INSEGNA: IN AMERICA IL TERZO PARTITO È DESTINATO A FALLIRE. SARÀ COSÌ ANCHE PER L’AMERICA PARTY DEL MILIARDARIO KETAMINICO? DALLA SUA, ELON PUÒ METTERE IN CAMPO UNA POTENZA DI FUOCO MAI VISTA PRIMA: UN PATRIMONIO DA 400 MILIARDI DI DOLLARI – IL SUO PIANO: CONCENTRARSI SU POCHI STATI, PER LE MIDTERM DEL PROSSIMO ANNO, E FAR PERDERE LA MAGGIORANZA AL PARTITO REPUBBLICANO. BASTANO OTTO DEPUTATI – IL PROBLEMA: MUSK CONSIDERA LA DEMOCRAZIA UN ALGORITMO (“È ORA DI RISCRIVERE IL SISTEMA OPERATIVO DELL’AMERICA”) MA NON TIENE CONTO DEGLI ELETTORI. E, SOPRATTUTTO, DELLA COSTITUZIONE…
1 - CENTINAIA DI MILIONI, UN PUGNO DI PARLAMENTARI DOVE PUÒ ARRIVARE L’AMERICA PARTY DI ELON
Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
tweet del profilo x dell america party, il partito di elon musk 4
Fin dove può arrivare l’America Party di Elon Musk? Se si guarda all’esperienza storica e alle difficoltà pratiche la risposta dovrebbe essere una sola: da nessuna parte. Ma visto che c’è di mezzo l’uomo più ricco del mondo e anche uno dei più imprevedibili, forse sarebbe meglio esaminare la questione con maggiore prudenza.
Musk è nato 54 anni fa in Sudafrica e quindi, Costituzione Usa alla mano, non può aspirare alla Casa Bianca. Da questo punto di vista, quindi, sarebbe sbagliato paragonare il suo annuncio all’impresa tentata dal miliardario Ross Perot nel 1992 o dall’avvocato pro consumatori Ralph Nader nel 2000. Entrambi battuti in partenza.
Lo stesso Musk ha annunciato un piano diverso, con obiettivi limitati, non per questo di scarso rilievo politico. Ha scritto su X: «Basterebbe concentrarsi sulla conquista di due o tre seggi al Senato e di otto-dieci alla Camera» per diventare l’elemento decisivo della politica americana e costringere Trump a trattare sulle leggi più importanti.
[…] la sua formazione potrebbe proporre una serie di nomi nelle elezioni di Midterm, in programma il 3 novembre 2026. Per altro si potrebbe presentare lo stesso Musk, visto che è cittadino americano da 23 anni: ne bastano sei per candidarsi alla Camera e nove per il Senato. Il partito repubblicano rischia di perdere l’attuale maggioranza in entrambi i rami del Congresso. E l’America Party potrebbe risultare decisivo per togliere il primato ai conservatori.
Alla Camera il vantaggio è di otto deputati (220 a 212, più tre seggi ancora vacanti); al Senato, dove si vota per assegnare 33 seggi su 100, è di sei parlamentari (53 a 47).
Naturalmente occorrerà studiare a fondo i singoli casi e identificare con cura i possibili candidati.
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L’amministratore delegato di Tesla e di Space X ha fatto l’esempio di Thomas Massie, deputato repubblicano del Kentucky, uno dei pochi conservatori ad aver votato contro il «Big Beautiful Bill» la manovra di bilancio imposta da Donald Trump. Il presidente lo ha già minacciato: non metterai più piede in Congresso; Musk ha risposto: lo proteggerò io. […]
[…] Come è noto la politica americana costa. Ma questo non sembra un problema per Elon: nel 2024 ha stanziato 277 milioni per sostenere l’ex costruttore newyorkese. Per altro un conto è costruire da zero un partito in grado di operare nei 50 Stati della Federazione; altro è convogliare lo sforzo organizzativo e le risorse nella competizione in alcuni seggi per la Camera o al Senato.
E allora Musk quanto dovrebbe investire per tentare, per esempio, la scalata a due-tre seggi del Senato? Probabilmente servirebbero 250-300 milioni di dollari, più o meno l’importo della donazione versata nelle casse di Trump.
Nelle elezioni del 2024 il record delle spese in casa repubblicana si è registrato in Ohio: 158 milioni di dollari. Altrove le cifre sono state più basse. In Texas, per esempio, si è arrivati a 25 milioni, con una campagna comunque di alto livello. […]
Sulla carta, quindi, il costo dell’operazione sarebbe largamente alla portata di Musk ed, eventualmente, di figure collegate. La sua rete comprende diversi big del digitale, come Larry Page, cofondatore di Google; Peter Thiel, artefice di Pay Pal e di Palantir Technologies; Reid Hoffman (Linkedin) e altri. Bisognerà poi vedere se e in quale misura tutti costoro saranno disponibili ad appoggiare Musk, assumendosi il rischio di uno scontro frontale con Trump.
elon musk intelligenza artificiale
Sul versante chiave della comunicazione, Musk partirebbe con un vantaggio indiscusso: la sua piattaforma X, su cui confezionare e veicolare i messaggi elettorali.
[…] Musk ha pubblicato anche un manifesto in sette punti. Eccolo: ridurre il debito e spendere con responsabilità; modernizzare l’esercito con l’intelligenza artificiale e la robotica; politica pro-tecnologia, accelerare per vincere la sfida sull’intelligenza artificiale; meno regolazione pubblica, specie in campo energetico; libertà di parola; politiche per incentivare la natalità; misure centriste per tutto il resto. Per ora è più un elenco di intenzioni che un vero programma di governo.
2 - LA SCOMMESSA DI ELON SMENTIRE LA STORIA PER BATTERE IL DUOPOLIO
Estratto dell’articolo di Gianni Riotta per “la Repubblica”
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https://www.repubblica.it/esteri/2025/07/07/news/partito_musk_prospettive_usa_trump-424715156/
[…] «Non sono né di sinistra né di destra, io vado avanti». La battuta di Elon Musk, l'imprevedibile Uomo Avatar di Tesla e SpaceX, fa da manifesto all'America Party che sogna di spezzare, già alle elezioni di midterm 2026, il duopolio repubblicani-democratici al governo dai tempi di Lincoln.
L'ambizione tech di Silicon Valley batterà la vecchia Washington o è una crociata egocentrica in Photoshop da rivolta populista?
[…] La storia […] è maestra crudele per i sognatori. Chiedetelo a Theodore Roosevelt, che nel 1912 si separò dai Repubblicani con il Partito Progressista del "Bull Moose", consegnando la Casa Bianca al democratico Woodrow Wilson. O a George Wallace, che nel 1968, con il Partito Indipendente Americano vinse cinque stati del Sud, entusiasmando i razzisti.
Il magnetico imprenditore Ross Perot, nel 1992, salì al 39% nei sondaggi di giugno, ma la scelta del candidato vicepresidente, l'ammiraglio Stockdale che in tv mormorava «Che ci faccio qui?», lo ridusse al 19%, abbastanza per togliere voti a Bush padre e regalare la vittoria a Clinton.
Ralph Nader, profeta del Partito dei Verdi, costò la Casa Bianca al dem Al Gore nel 2000 contro Bush figlio e la storica Doris Kearns Goodwin fu spietata: «Quando due gemelli litigano basta una spinta a decidere chi prende la culla».
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[…] Musk dovrebbe studiare la ferrea Legge formulata negli anni Cinquanta dal politologo francese Maurice Duverger: nei sistemi uninominali a turno secco, come quello americano o britannico, il bipartitismo è inevitabile, gli elettori temono di "sprecare" il voto e si rifugiano nel "male minore" tra i due principali candidati.
Lo studioso Lee Drutman è schietto: «Le elezioni americane non sono fatte per offrire scelte. Sono fatte per eliminarle». Per sfondare, il partito di Musk dovrebbe riformare il sistema (introducendo il voto a scelta multipla) o compiere un miracolo unendo il malcontento nazionale.
Musk, eterno troll, intende aggirare Duverger con un algoritmo. La piattaforma dell'America Party proporrà riforma elettorale, referendum digitali, governance aumentata dall'Intelligenza Artificiale. «Musk crede che la democrazia funzioni con aggiornamenti tipo firmware», ironizza un ex consigliere della Casa Bianca, ma per milioni di fan online, è questo il punto per spezzare il sistema.
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Al Senato la legge fiscale di Trump è passata grazie al voto del vicepresidente Vance, alla Camera per 4 voti, il Paese resta spaccato e alle elezioni di midterm 2026 le prime stime danno i candidati dell'America Party fino al 12% in certi collegi, forte tra moderati, giovani, indipendenti: un possibile disastro per i trumpiani alla Camera e al Senato […]. Nel 2028 Musk, nato a Pretoria, non potrà candidarsi alla presidenza a norma di Costituzione, ma potrebbe ribaltare lo status quo con un campione scelto ad hoc.
«È ora di riscrivere il sistema operativo dell'America. Siamo fermi alla versione 1776.1 da troppo tempo», rilancia risoluto Musk. Marketing efficace, ma la critica Jill Lepore diffida: «In America il software può cambiare, l'hardware — la Costituzione — è progettato per resistere ai reboot».
elon musk e donald trump come thelma e louise
[…] Musk conquisterà attenzione, influenza, la fedeltà di tanti. Magari si stuferà presto, gli capita sempre, ma se i democratici pensano di reagire alla dialettica Trump-Musk candidando il loro solito parruccone, la rivincita 2028 è a rischio.
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trump e musk in versione studio ghibli
ELON MUSK FONDA IL PARTITO AMERICA PARTY
america party – il nuovo partito di elon musk – immagine creata con ia
america party il partito di elon musk
TWEET DI ELON MUSK CONTRO LE PROMESSE NON MANTENUTE DI TRUMP
america party il partito di elon musk
elon musk e donald trump scemo e piu scemo