“LA SPESA PER LA DIFESA È POCO POPOLARE MA ORA NECESSARIA” – MATTARELLA NEL CORSO DELLA CERIMONIA PER GLI AUGURI DI FINE ANNO MANDA UN PIZZINO AL FILOPUTINIANO SALVINI: “SOLO L'UE PUO' GARANTIRE UN FUTURO. LA SICUREZZA NAZIONALE E QUELLA EUROPEA SONO OGGI INDIVISIBILI” – LE BORDATE CONTRO TRUMP E PUTIN: “IL MODELLO DEMOCRATICO OGGI APPARE SFIDATO DA STATI SEMPRE PIÙ SEGNATI DA INVOLUZIONI AUTORITARIE CHE, CONTRO LA STORIA, SI PROPONGONO COME MODELLI ALTERNATIVI”
(ANSA) - "La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la difesa collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare. Anche quando, come in questo caso, si perseguono finalità di tutela della sicurezza e della pace, nel quadro di una politica rispettosa del diritto internazionale.
E tuttavia, poche volte come ora, è necessario. Anche per dare il nostro decisivo contributo alla realizzazione della difesa comune europea, strumento di deterrenza contro le guerre e, insieme, salvaguardia dello spazio condiviso di libertà e di benessere. Sicurezza nazionale e sicurezza europea sono oggi indivisibili, qualunque sia la prospettiva con la quale affrontiamo il tema della protezione della libertà e dello sviluppo delle nostre società". Lo ha detto il presidente della Repubblica nel suo discorso in occasione degli auguri con le alte cariche dello Stato.
MATTARELLA: LA SPESA PER LA DIFESA È POCO POPOLARE MA ORA NECESSARIA
Parte dalla pace il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso alla cerimonia per gli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile:
“Abbiamo il dovere di coltivare e consolidare ogni piccolo spiraglio che si apra rispetto ai conflitti in corso, in Ucraina come in Medio Oriente. Con l'obiettivo di costruire quella 'pace permanente', come la definì il presidente Franklin Roosevelt che affermava: ‘Più che una fine della guerra vogliamo una fine dei principi di tutte le guerre’”. È la parola più ripetuta nella sua riflessione, insistente: “Pace, quindi, come affermazione del diritto sulla forza delle armi. Pace come condizione di libertà e sviluppo”.
SERGIO MATTARELLA - ASSEMBLEA ANCI
"L'anno scorso – racconta il capo dello Stato – si è celebrato l'ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia: erano presenti alcuni anziani reduci. Nei loro volti e nei loro sguardi ho colto, insieme all'orgoglio, il significato profondo della pace".
"Questa – continua – è la pace che l'Europa ha costruito coltivando la relazione transatlantica. Questo patrimonio è irreversibile, perché acquisito nei sentimenti e nelle coscienze dei popoli, e va tutelato e consolidato in ogni maniera".
La difesa
MATTEO SALVINI - VLADIMIR PUTIN - ROBERTO VANNACCI - MEME BY EDOARDO BARALDI
"La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la difesa collettiva – sottolinea poi il presidente della Repubblica – è sempre stata comprensibilmente poco popolare. Anche quando, come in questo caso, si perseguono finalità di tutela della sicurezza e della pace, nel quadro di una politica rispettosa del diritto internazionale. E tuttavia, poche volte come ora, è necessario".
Secondo il capo dello Stato, "richiede uno sforzo convergente la definizione compiuta di una strategia di sicurezza nazionale, in un tempo in cui siamo costretti a difenderci da nuovi rischi che, senza infondati allarmismi, sono concreti e attuali".
Le sfide della democrazia
Dalla pace allo stato di salute della democrazia. Per Mattarella, “il modello democratico oggi appare sfidato da Stati sempre più segnati da involuzioni autoritarie che, contro la storia, si propongono come modelli alternativi. Una sfida per i sistemi democratici appare oggi derivare anche dal tentativo di ignorare e cancellare il confine tra libertà e arbitrio. La pretesa di rimuovere i limiti ai comportamenti individuali, unita alle potenzialità offerte dalle tecnologie, rischia di travolgere ordinamenti democratici e stato di diritto". Ma la democrazia, rimarca il capo dello Stato, è “più forte dei suoi nemici, soprattutto dov’è costata sacrificio”.
sergio mattarella alla base nato di amari 1
L’astensionismo
Una democrazia che ha nelle sue fondamenta la forza di resistere, e tuttavia malata di disaffezione: “Non ci si può stancare di ripeterlo: una democrazia di astenuti, di assenti, di rassegnati è una democrazia più fragile e a subirne danno sono i cittadini. Riflettere su questo fenomeno è un dovere di tutti, mentre talvolta si ha l'impressione che l'astensionismo sia una sorta di problema del giorno prima, come se, dopo, a contare fosse soltanto chi ha vinto e chi ha perso e tutto tornasse a essere normale”.
I rapporti tra le forze politiche
Ad allontanare gli elettori, secondo il capo dello Stato è la “politica della scontro”: “È legittimo e necessario che ogni forza politica abbia la sua agenda, le sue priorità, una sua visione della realtà e delle dinamiche che la muovono. Ma oltre al confronto e alla fisiologica dialettica deve esserci anche la condivisione di alcuni obiettivi fondamentali su cui lavorare insieme per assicurare il bene dell'Italia". Quali? “Temi che richiedono programmi a lungo termine, investimenti di risorse ingenti, impegni e sacrifici che riguarderanno le generazioni che verranno. Questioni strategiche che definiscono per il loro contenuto il futuro della nostra Repubblica".




