khalifa haftar vladimir putin erdogan

LIBIA NEL CAOS – CON IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI MAIO OCCUPATISSIMO A SISTEMARE GLI AMICI DI POMIGLIANO, QUELLO CHE ALL'EPOCA DI GHEDDAFI ERA IL PAESE "BENZINAIO" DELL'ITALIA, ORMAI E' UN CAMPO DI GUERRA, IN BARBA ALL'EMBARGO DELL'ONU, TRA TURCHIA E RUSSIA -  IL GENERALE DELLA CIRENAICA HAFTAR IN GINOCCHIO: NON HA PIÙ PRESA NEMMENO SUL SUO ESERCITO DI MERCENARI...

Emanuele Rossi per www.formiche.net

 

KHALIFA HAFTAR SI AUTOPROCLAMA LEADER DELLA LIBIA 1

La nuova chiamata alle armi nel giorno simbolico dell’Ed al Fitr non ha funzionato, anzi ha prodotto ulteriori arretramenti, testimoniando ulteriormente che il signore della guerra dell’Est libico, Khalifa Haftar, non ha presa nemmeno sui suoi uomini.

 

Il fantomatico Esercito nazionale libico, Lna, nome ambizioso con cui ha cercato di camuffare la sua milizia da sempre, è ormai composto per lo più da mercenari stranieri, che siano ciadiani o sudanesi, oppure russi, difficilmente controllabili.

Yevgeny Prigozhin Vladimir Putin

 

Questi ultimi in particolare, appartenenti a una società di proprietà di un amico intimo di Vladimir Putin, Yevgeny Prigozhin, rispondono alle logiche del Cremlino, che in questo momento sembra dialogare con la Turchia — difensore del governo onusiano di Tripoli, Gna, e nemico contro cui Haftar ha chiesto venerdì scorso “una guerra santa” — piuttosto che con l’uomo (non/più) forte della Cirenaica.

 

Yevgeny Prigozhin Vladimir Putin

Lunedì i droni d‘attacco prodotti dalla Baykar del genero del presidente Recep Tayyp Erdogan si sono fermati. La pausa nella martellante campagna, che ha fatto perdere molto terreno agli haftariani e messo in imbarazzo i sistemi di difesa russi della Konstruktorskoe Buro Priborostroeniya (i Pantsir che gli Emirati avevano messo a disposizione del loro uomo in Libia), sarebbe legata a un accordo temporaneo con Mosca.

 

sirte conquistata dalle truppe di haftar 3

Il sindaco di Bani Walid, qualche centinaio di chilometri a sud-est di Tripoli, ha rivelato alla Bloomberg che dozzine di contractor della Wagner e alcuni mercenari siriani hanno usato la città come scalo intermedio dopo essersi ritirati dal fronte e prima di lasciare il Paese dall’aeroporto di Al Jufra.

 

Là si trova la base usata dagli haftariani (leggasi “da tutti gli sponsor esterni di Haftar”) come punto di appoggio avanzato — è là che meno di una settimana fa sono arrivati caccia di epoca sovietica di cui la Russia ha diretto lo spostamento dalla Siria.

 

PUTIN ERDOGAN

I turchi hanno fermato i raid per evitare incidenti durante lo spostamento lontano dal fronte degli uomini della Wagner, che segue tra l’altro uno schema già visto mesi fa, quando la Turchia iniziò il suo impegno diretto trovando subito una linea di deconflicting uno-a-uno con la Russia.

 

Arriva di nuovo adesso in cui la pressione del Gna è più intensa che mai grazie ai rinforzi turchi, che secondo il tracciamento da fonti open source starebbero continuando ad arrivare. Chi scrive ha contato negli ultimi due giorni almeno tre voli partiti dalla Turchia alla Libia; aerei che potrebbero portare nuove forze (miliziani turcomanni come quelli già presenti?), e poi c’è stato sempre sulla stessa rotta un volo di una compagna keniota.

 

khalifa haftar

Prima di andare avanti, val la pena di ricordare che sulla Libia vige un embargo militare delle Nazioni Unite che recentemente l’Unione europea s’è impegnata a far rispettare attraverso una missione navale, “Irini” (che non sembra troppo rispettata).

 

L’Onu in queste settimane è stato molto impegnato a diffondere i risultati di alcune analisi realizzate dagli esperti dell’organizzazione sulla presenza di armi e combattenti stranieri: elemento che sta portando alla deriva definitiva il conflitto libico. Dopo aver fatto sapere dettagli sui miliziani russi e sui trasferimenti di combattenti turcomanni dalla Siria operati dalla Turchia, in questi giorni ha reso noto i dettagli di un piano da film.

 

haftar lavrov

Una ventina di contractor occidentali — australiani, inglesi e un americano — e sudafricani erano stati inviati in Libia la scorsa estate da compagnie militari private. Dovevano evitare che la Turchia inviasse in Libia rifornimenti armati al Gna (per certi versi avevano il compito di preservare l’embargo). Il loro compito era sostenere Haftar, per farlo avevano a disposizione anche sei elicotteri portati dal Sud Africa al Botswana via terra e da lì in Libia tramite la compagnia ucraina SkyAviaTrans (già in passato indicata dall’Onu come una di quelle che fornisce i propri servizi a chi vuol portare armi in Libia: il motto aziendale è “Anything, Anytime, Anywhere, Professionally“, lo stesso della Air Americana che la Cia usava in Vietnam ai tempi della guerra).

 

mbz haftar al sisidonald trump e benjamin netanyahu

I contractor però sono rimasti meno di una settimana a Bengasi perché hanno subito litigato con Haftar — più volte negli anni il carattere del signore della guerra è stato indicato come problematico, per esempio è noto che anche i russi hanno difficoltà a gestirlo. Haftar contestava la qualità degli elicotteri arrivati, e i mercenari hanno preso, fatto le valigie e attraversato il mare su barchini veloci in direzione Malta. Dietro al piano di assistenza svelato dall’Onu — e probabilmente finanziato dagli emiratini — ci sarebbero due personaggi storici del mondo della guerra privata: Christian Durrant, ex pilota di jet australiano e ora businessman militare, ed Erik Prince, americano e leader globale della guerra a pagamento (nonché fratello della segretaria all’Istruzione dell’amministrazione Trump). Entrambi negano coinvolgimenti.

UN MILIZIANO DELLE TRUPPE DI HAFTAR IN LIBIA

 

erdogan putin

Oltre l’aspetto commerciale, comunque, la guerra in Libia si porta dietro interessanti evoluzioni politiche. L’impegno turco riceve apprezzamenti dal quadro Nato (sebbene non troppo espliciti, anche per via della violazione dell’embargo Onu); il coinvolgimento russo si porta dietro un rinnovato interesse statunitense. Ne consegue un allineamento evidente Washington-Ankara, dove gli americani svolgono anche un ruolo di catalizzatore importante con Israele. Turchia e stato ebraico sono stati ai ferri corti, di nuovo, ma ultimamente — grazie anche agli spazi neutri aperti dalla pandemia — stanno lentamente riprendendo le relazioni. Contatti molto importanti per il quadro geopolitico nel Mediterraneo orientale, dossier da tempo sovrapposto a quello libico.

GIUSEPPE CONTE KHALIFA HAFTARputin erdogansirte conquistata dalle truppe di haftar 1putin erdogan rouhaniKHALIFA HAFTAR KHALIFA HAFTARKHALIFA HAFTAR EMMANUEL MACRON KHALIFA HAFTAR

Ultimi Dagoreport

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)