“LISTA DI NOZZE” PER FINANZIARE IL BANANA (L’ORO ALLA PATRIA!) - CL SENZA FORMIGONI - RENZI ROTTAMA IL CARDINAL BETORI

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - SOLDI A FORZA ITALIA E BERLUSCONI FA LA LISTA DI NOZZE
Secondo Berlusconi la nuova Forza Italia dovrà essere capace di autofinanziarsi con il crowdfunding, sulla base delle nuove regole approvate in Parlamento. La raccolta fondi avverrà come negli Stati Uniti. I sostenitori e gli imprenditori potranno finanziare progetti e campagne elettorali, scegliendoli da una "lista nozze", come la definisce lo stesso Berlusconi: un elenco di attività del partito tra le quali si potrà scegliere quali sponsorizzare.

Ma se è decisamente più brillante citare l'esempio di Barack Obama, in realtà il modello a cui si ispirano Denis Verdini e Daniele Capezzone - incaricati dal Cavaliere di elaborare un piano operativo - è quello delle feste delle salamelle. Ovvero le sponsorizzazioni che il tanto vituperato Monte dei Paschi di Siena elargiva con generosità alle ex Feste dell'Unità in Toscana. Visto che l'Italia sarà pure un paese di santi, poeti e navigatori ma di benefattori se ne vedono pochini in giro, che cosa potrebbero volere in cambio i finanziatori dal nuovo partito, magari nelle regioni governate dal centrodestra, sarà tutto da scoprire. - M.Br.

2 - COMUNIONE E LIBERAZIONE - MEETING SENZA CELESTE

Non ne manca uno, dal 1980, ma quest'anno sembra ufficiale: Roberto Formigoni per la prima volta non è tra i relatori del Meeting di Cl a Rimini. La presenza dell'ex governatore lombardo, da sempre considerato il riferimento dei ciellini in politica, era già in dubbio l'anno scorso per via delle vicende giudiziarie che lo hanno interessato.

Ma alla fine Formigoni al Meeting parlò comunque; per scusarsi, tra i maldipancia del popolo di don Giussani, dei «toni e le intemperanze» da lui usati nell'ambito dell'indagine sulla sanità. Quest'anno, invece, il neo presidente della commissione Agricoltura del Senato non sarà sul palco. - A. Be.

3 - MONTECITORIO - IL GRILLINO È SBATTEZZATO
È triste Antonio Palmieri: il cattolicissimo uomo della comunicazione di Berlusconi apprende con mestizia che un grillino suo vicino di banco in Aula alla Camera è sbattezzato. Paolo Bernini, classe 1987 del Ferrarese, comunica ai colleghi del Pdl mentre in aula si votano stancamente gli emendamenti sul ddl "messa alla prova": dal suo smartphone mostra il provvedimento della Curia che prende atto della richiesta di cancellazione del proprio nominativo dal registro battesimale della parrocchia da lui presentato. Palmieri prima sobbalza sulla sedia; poi cerca di convincere il giovane collega dal ciuffo alto: che però resta irremovibile nella sua scelta di dire addio al cattolicesimo. - A. Be.

4 - SPENDING REVIEW / PALAZZO CHIGI - LETTA TAGLIA. I FIORI
La nuova spending review è ancora allo studio del governo, ma Enrico Letta ha deciso di dare il buon esempio iniziando proprio da palazzo Chigi. Al grido di «mi raccomando, sobrietà!» il presidente del Consiglio ha chiesto una politica di contenimento delle spese, a partire da trasferte e cerimoniale. Con il risultato che al G8 in Irlanda del Nord, la delegazione era ridotta all'osso: qualche consigliere diplomatico, il portavoce, alcuni rappresentanti dell'ambasciata di Londra, la scorta e un paio di funzionari della Presidenza per le questioni logistiche. Idem per gli altri viaggi all'estero.

L'austerity comincia a creare qualche problema al cerimoniale, costretto a modificare un format consolidato e obbligato a cercare sistemazioni economiche persino per gli alberghi: il via libera al sofisticato Sofitel Louise che ha ospitato la delegazione italiana a Bruxelles è arrivato solo grazie a una convenzione che garantisce prezzi molto vantaggiosi.
Letta ha ridotto anche le piccole spese di Palazzo. Come quella del fioraio. Il suo staff ha faticato non poco, ma alla fine è riuscito a impedire che ogni mattina - sulla base di un vecchio appalto - venissero consegnati decine di bouquet freschi negli uffici della Presidenza. G.Fed.

5 - INCANDIDABILI - MONTI STOPPA LA CAMPANIA
P. B. - Per una volta la Regione Campania aveva varato una legge più severa di quella statale sull'incandidabilità dei condannati per mafia. Ma la Consulta, con una sentenza del 5 giugno scorso redatta dall'ex avvocato Giuseppe Frigo, l'ha dichiarata incostituzionale, accogliendo il ricorso presentato il 15 dicembre 2011 dall'allora premier Mario Monti. La legge regionale metteva al bando anche i condannati in primo o secondo grado: una barriera superabile solo in caso di successiva assoluzione.

La legge statale prevede invece solo uno stop temporaneo (da 12 a 18 mesi), in attesa della condanna definitiva. La corte si è limitata a stabilire che spetta allo Stato, non alle Regioni, decidere gli effetti delle condanne penali. Da notare che un verdetto opposto avrebbe consentito a qualsiasi Regione di approvare anche leggi contrarie, cioè di annacquare i divieti di candidare condannati per mafia.

6 - BOLOGNA - PD RESISTE AL REFERENDUM
Incassato il no della popolazione al finanziamento comunale alle scuole materne private, il comitato che il 28 maggio a Bologna ha vinto il referendum aspetta la delibera del Consiglio comunale. In teoria il Comune dovrebbe ora stracciare definitivamente la convenzione con la quale ogni anno assicura un milione di euro alle paritarie. Ma il Pd, a favore del finanziamento, non sembra disposto a darsi per vinto.

Ai referendari che in questi giorni incontrano i gruppi consigliari, oppone o il silenzio o la richiesta di proposte alternative; Sel e grillini, invece, hanno già promesso il loro impegno per la soppressione dei contributi. Una ricerca di compromesso offerta anche dall'ambiguità dello Statuto comunale, che obbliga il Consiglio a deliberare "sull'oggetto del referendum". N. R.

7 - RENZI / 1 - ROTTAMIAMO PURE IL CARDINALE
Cattolico fervente, ex scout, i genitori devotissimi della madonna di Medjugorie, Matteo Renzi però in fatto di rottamazione non guarda in faccia nessuno. E dopo i D'Alema e i Veltroni, ecco che il Rottamatore prende di mira nientemeno che il cardinale di Firenze Giuseppe Betori.

Che in occasione della festa del patrono, il 24 giugno scorso, ricorrenza di San Giovanni, ha tuonato contro il degrado della città: dallo scandalo delle escort al consumo della cocaina, da piazza Duomo «ridotta a un suk» all'«improvvida voglia di trasgressione» che caratterizzerebbe Firenze. Attacchi che Renzi in consiglio comunale ha rinviato al mittente, accusando Betori di far politica come il cardinale Ruini, reo a suo tempo di aver ostacolato Prodi.

E al "Corriere Fiorentino" ha ricordato polemico: si lamenta che piazza Duomo è un suk? «Ma la Curia affitta i fondi ai ristoranti e alle pizzerie: perché non li dà a giovani artisti o per scopi religiosi?», domanda polemico Renzi. E intanto nel tritacarne dell'inchiesta sulle escort si parla anche di preti. Per ora solo rumors. Ma la Curia trema e Renzi "sorride". M. La.

8 - RENZI / 2 - ORFANI DI MATTEO

Mentre proseguono le schermaglie tra i vertici del Pd e Matteo Renzi, si fa sempre più nutrita la schiera dei supporter del sindaco di Firenze che si sentono dimenticati dal loro beniamino. C'è ad esempio il costituzionalista Francesco Clementi, uno dei mattatori della Leopolda dello scorso novembre, finito nel cassetto di Matteo Renzi insieme al suo «modello Leon Blum» sul presidenzialismo.

C'è Officine Democratiche, think tank che tanta fiducia aveva riposto in Renzi e che è finita in disuso tanto da essere stata tentata dai montiani di Scelta Civica alle ultime politiche. Il deputato modenese Matteo Richetti si lamenta che dal suo capocorrente non riceve una telefonata né un sms e se la passa male anche Davide Faraone, deputato siciliano, accusato di aver spinto Renzi ad appoggiare Felice Calabrò, il candidato sindaco del Pd a Messina uscito poi sconfitto contro Renato Accorinti. E perfino gli ex rutelliani di Paolo Gentiloni borbottano lamentandosi di essere trascurati dalle strategie e le alleanze per il congresso Pd prossimo venturo. Insomma sedotti e abbandonati.M.Br.

9 - LADY IDV PARCHEGGIA NEL POSTO DEI DISABILI

F. Lo. - Liana Barbati, capogruppo Idv in Regione Emilia Romagna e neoeletta responsabile nazionale per i diritti civili, è stata sorpresa dal consigliere comunale grillino di Reggio Emilia Matteo Olivieri mentre parcheggiava la sua jeep sui percorsi pedonali per i non vedenti, davanti al Palazzo della Regione. Olivieri ha pubblicato le foto su Facebook sottolineando come l'auto sia rimasta lì per tutto il giorno.

Sul social network il consigliere ha ironizzato sul ruolo della Barbati impegnata nella difesa dei «diritti suoi: quelli degli altri...». La consigliera si è scusata parlando di errore dovuto a «distrazione» e non a «malafede come si vuol far credere». Quel giorno si discuteva la legge contro il gioco d'azzardo, ha spiegato, e si è dispiaciuta che si sia trovata «la voglia di fare polemica prendendo spunto da un parcheggio sbagliato».

10 - ULTIMO TRIBUTO A CALIFANO
Cl. P. - Bisogna essere qualcuno anche per riposare in pace. Nei due cimiteri di Ardea, centro del litorale romano, sono da tempo terminate le tombe e la salma di Franco Califano, che aveva espresso il desiderio di essere sepolto lì, accanto al fratello e al nipote, da oltre tre mesi si trova tumulata in un loculo provvisorio. Impossibile lasciare così "Il Califfo". Rotti gli indugi, il sindaco Luigi Di Fiori ha firmato un'ordinanza, con cui ha disposto che il dirigente dell'ufficio ambiente comunale dia degna sepoltura al cantautore. Un provvedimento giustificato dalla «notorietà» di Califano e dal fatto che si è «distinto nel campo musicale, così da essere considerato un personaggio a livello internazionale».

 

gasp79 santanche bacio berlusconigasp64 santanche berlusconidestra31 berlusconi bacia santancheALFANO ENRICO LETTA ENRICO LETTA PAOLA DE MICHELI Mario Monti Virginio MerolaMATTEO RENZIGiuseppe BetoriRoberto Formigoni

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO