nogarin salvetti zingaretti di maio

BOIA DEH! LIVORNO SI RIBUTTA A SINISTRA - IL GRILLINO FILIPPO NOGARIN BOCCIATO DOPO 5 ANNI DI GOVERNO: GLI STESSI ELETTORI DEL M5S HANNO CONTRIBUITO IN MODO DETERMINANTE ALLA VITTORIA DEL CENTROSINISTRA - SORGI: "ADESSO TUTTI DIRANNO CHE DA LIVORNO E' ARRIVATA LA PROVA CHE DI MAIO, PUR DI FERMARE L’AVANZATA DI SALVINI, SI PREPARA A COSTRUIRE UN'ALLEANZA DI FATTO CON ZINGARETTI..."

Alessandro Guarducci per “la Stampa”

 

zingaretti di maio

«E poi dice che uno si butta a sinistra» La battuta fulminante del grande Totò, che conosceva bene Livorno avendoci fatto il servizio militare, descrive perfettamente l' esito del ballottaggio per la poltrona di sindaco che ha visto prevalere nettamente Luca Salvetti, candidato di una coalizione a trazione Pd, nei confronti del rappresentante del centrodestra Andrea Romiti. Nella notte, quando erano state scrutinate 99 sezioni su 172, Salvetti era al 63% mentre Romiti è al 37%. Divisi da 10mila voti.

 

Dopo la clamorosa sconfitta del 2014, quando la roccaforte rossa fu espugnata dal M5s, e dopo cinque anni di opposizione complicata per chi è sempre stato abituato a governare, il Partito Democratico si è quindi ripreso la rivincita, ma per riuscire nell' impresa l' indipendente Salvetti, 56 anni, giornalista di una televisione locale (Granducato Tv), ha chiesto e ottenuto l' appoggio - non l' apparentamento formale - di quattro forze del variegato panorama cittadino della sinistra: Buongiorno Livorno, Per Livorno Insieme, Livorno in Comune e la Sinistra.

FILIPPO NOGARIN SINDACO DI LIVORNO

 

Un' operazione che sposta decisamente a sinistra il baricentro della futura amministrazione comunale e che ha raccolto il consenso della maggioranza degli elettori livornesi mobilitati per fermare l' avanzata del centrodestra. Si è anche un po' tornati indietro nel tempo, visto che tanti livornesi hanno rispolverato sui social un vecchio slogan, quello di turarsi il naso pur di andare comunque a votare il candidato che si opponeva alla temuta destra.

 

E di certo sul risultato del ballottaggio ha influito la scarsa affluenza alle urne: hanno votato solo 68.320 livornesi, pari al 50%, quindi 17mila elettori in meno del primo turno quando la percentuale dell' affluenza aveva raggiunto il 62,7%. Non ci vuole molto a ipotizzare che gli elettori del M5s, a cui il candidato del centrodestra - il 44enne ispettore di polizia Andrea Romiti - si era rivolto per raggiungere quello che sarebbe stato uno storico traguardo per le forze della destra de, abbiano deciso di trascorrere la giornata al mare disertando le urne.

LIVORNO - CONTESTAZIONE A NOGARIN

 

Seguendo anche le indicazioni della candidata e vicesindaca uscente Stella Sorgente, che aveva quasi 14mila voti in dote ma che si è pronunciata per una consiliatura di opposizione affermando di non votare né il centrosinistra né il centrodestra.

Dunque Livorno dalla tarda serata di ieri è tornata ad essere "rossa", cancellando le velleità di governo cullate da Lega, Forza Italia e Fratelli d' Italia dopo aver spedito all' opposizione il Movimento 5 Stelle al primo turno.

 

salvetti

Questa nuova raffigurazione politica della città dei Quattro Mori potrebbe avere una sua proiezione a livello nazionale, e non solamente dal punto di vista simbolico, proprio come accadde nel 2014: l' avanzata dei grillini - che ha toccato l' apice alle Politiche del 4 marzo 2018 - ebbe proprio inizio con la vittoria elettorale di Livorno, città presa poi come modello di buon governo locale dai leader pentastellati, mentre per il Pd la rovinosa sconfitta livornese fu il preludio al declino che si è arrestato solo alle recenti elezioni europee.

 

Il voto di queste comunali dice invece che il Pd ha rialzato la testa, anche se non deve illudersi di aver risolto tutti i suoi problemi a livello locale, che il Movimento 5 Stelle non è riuscito a fare la storia come aveva promesso Filippo Nogarin ed è stato bocciato dopo 5 anni di governo autoreferenziale e autoassolutorio e che la Lega e i suoi alleati - seppur al massimo del consenso - non sono riusciti a sfondare in una città che non li ha mai visti protagonisti. Di certo, però, Romiti e soci non si aspettavano un ko di queste dimensioni: dopo l' ottimo risultato alle Europee e la conquista per la prima volta del ballottaggio, il centrodestra pensava seriamente di insidiare il centrosinistra in questa sfida per il Municipio livornese.

 

Un segnale che le cose non andassero nel verso desiderato, Romiti l' aveva però già avuto al primo turno, quando si era ritrovato con seimila voti in meno di quelli ottenuti dal centrodestra nella tornata elettorale europea. Segno che la sua candidatura in città non aveva funzionato completamente nonostante il vento leghista. La riprova si è avuta ieri col ballottaggio dove è stato travolto da Luca Salvetti, nuovo sindaco di Livorno, che ha raccolto quasi il doppio dei voti e ha restituito la "città rossa" al centrosinistra.

 

luigi di maio matteo salvini

2 - L'ATTRAZIONE DEI GRILLINI PER LA SINISTRA

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

La sorpresa di Livorno, con il Pd che riconquista la città simbolo in cui novantotto anni fa nacque il Pci, è notevole, non solo perché la volta precedente l' elettorato aveva mandato a casa l' amministrazione di sinistra che guidava la città da quasi mezzo secolo, preferendo affidarsi ai 5 stelle che nel giro di una legislatura sono andati in fuori gioco, non riuscendo neppure ad arrivare al ballottaggio. Ma perché gli stessi elettori grillini hanno contribuito in modo determinante alla vittoria del centrosinistra.

 

Adesso tutti diranno che da Livorno è arrivata la prova che Di Maio, pur di fermare l' avanzata di Salvini che gli ha inflitto il 26 maggio la più dura sconfitta mai subita dal Movimento, si prepara a costruire un ribaltone, con un' alleanza di fatto, non esplicita, non dichiarata, con Zingaretti.

 

luigi di maio incontra i vertici whirpool 2

E c' è perfino chi dice che a parte i comuni, dove il sistema elettorale a due turni alla fine favorisce queste intese spurie (in fondo anche la Raggi, tre anni fa fu eletta al secondo turno con l' aiuto del centro-destra è qualcosa del genere accadde per l' Appendino a Torino), potrebbe accadere nelle prossime elezioni politiche, molto probabilmente anticipate e previste al più tardi l' anno prossimo. In quel caso, l' asse 5 stelle-Pd potrebbe ricomporsi nei collegi uninominali, dove il centrodestra partirebbe ultrafavorito magari facendo confluire i voti su candidati "civici" e restando avversari nel canale proporzionale che elegge due terzi dei parlamentari.

 

nicola zingaretti foto di bacco

Follie, fantasie o ipotesi che prendono corpo di fronte all' inarrestabile Capitano della Lega, che pur perdendo a Livorno e a Reggio Emilia (la città di Nilde Iotti, confermata al Pd), ha conquistato Ferrara e Forlì, s' è allargato al Sud e insomma ha compiuto un' altro significativa tappa verso la stabilizzazione del Carroccio come primo partito italiano, candidato alla vittoria alla prossima occasione? Abituati come siamo a cercare in qualsiasi mini-test le tendenze di un elettorato diventato instabile, volubile, oscillante tra l' astensione e il cambio di opinione nel giro di pochi mesi, attendevamo i ballottaggi di ieri, non tanto e non solo come secondo turno delle comunali, ma come prova d' appello del terremoto delle europee.

 

Se questo, per arbitrario che possa sembrare, era il metro di misura, si può dire che il Pd può fino a un certo punto tirare un sospiro di sollievo, dal momento che le tradizionali "aree rosse" sono minacciate dall' invasione leghista, e Livorno e Reggio Emilia sono la classica rondine che non fa primavera. Mentre appunto la Lega, passo dopo passo, continua a conquistare pezzi di territorio, e i 5 stelle in questa tornata, con l' eccezione di Campobasso, sono rimasti fuori dalla partita.

luigi di maio virginia saba 3

 

Si dirà che un risultato del genere è molto legato al doppio turno, e che in un' elezione a turno unico, come sono state le regionali, il centrodestra non ha avuto mai praticamente rivali. Difficile dire se questo spingerà Salvini ad accelerare verso il voto anticipato o no. Il risultato dei ballottaggi non ha capovolto quello di due settimane fa. Ha solo rivelato che alleati e avversari del Capitano cominciano ad organizzarsi.

nicola zingaretti foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…