comey trump giuliani

AMERICA FATTA A MAGLIE - ARRIVA LO SCERIFFO RUDY GIULIANI NEL TEAM LEGALE DI TRUMP, COMEY VIENE INDAGATO PER AVER CONSEGNATO I SUOI ‘MEMO’ ALLA STAMPA. IL RUSSIAGATE SI È SGONFIATO, E ALLA FINE DELLE FIERE L'UNICA COSA CHE SI PUÒ DIRE VERAMENTE DI TRUMP È CHE GLI PIACCIONO ESCORT E RAGAZZE DI FACILI CONCESSIONI. TRADIZIONE, DA JOHN FITZGERALD KENNEDY A BILL CLINTON, SEMPRE ONORATA DEI PRESIDENTI AMERICANI

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

james comey christopher wray

“Questione di una settimana o due, e questa storia sarà risolta. E’ per il bene del Paese, oltre che per la mia grande ammirazione per il presidente Donald Trump”.

 

Arriva lo sceriffo Rudy Giuliani, modi spicci, autoritario, stile da Procuratore Distrettuale mai dimenticato, neanche nei giorni gloriosi da sindaco amatissimo e odiatissimo di New York city, che ripulì e risanò in men che non si dica, nemmeno nei giorni tragici dell'11 Settembre, quando in un obbligata vacanza di potere, col presidente nel bunker, arrivo’ sul luogo dell'oltraggio alla Città e alla Nazione e seppe tenere tutti e tutto insieme.

rudy giuliani in drag seduce trump

 

Rudy Giuliani è un grande, è un uomo libero, conservatore senza macchia e senza paura, un libertario di destra tutto d'un pezzo, che caccio’ da un teatro Arafat invitato come presidente dalle Nazioni Unite, ma che andava al Gay Pride quando ancora non era l'ultima moda.

 

Inviso al partito repubblicano anche e proprio per queste ragioni, non ce l'ha mai fatta a fare il salto ulteriore, non ha mai trovato i soldi probabilmente, un po' ha capito che lo avrebbero messo in mezzo e calunniato e ha lasciato perdere, ebbe anche una vera botta di sfortuna nel 2000 quando si ammalò, e così il posto di senatore di New York se lo prese a sorpresa la Clinton.

 

 Si è parlato molte volte del desiderio di Donald Trump di dargli un posto, magari quello di Attorney General al posto di un Sessions, che gli è apparso troppe volte titubante, non se n'è fatto mai niente.

ROBERT MUELLER JAMES COMEY

 

Ora torna a coordinare il team legale del presidente, contro il Russiagate con tanto di procuratore speciale Robert Mueller; contro le chiacchiere contenute nel libro dell'ex direttore dell'FBI, James Comey, e i leaks, materiale riservato consegnato alla stampa, sulle deposizioni di quest'ultimo al Senato; contro le accuse di una pornostar, Stormy Daniels, pagata per un One night stand e che ora sta facendo molto casino, sostenendo di essere stata minacciata; contro la debolezza possibile di un altro avvocato, storico storico legale di Donald Trump, James Cohen, che però si è visto, per la storia della pornostar, perquisito lo studio in dispregio della regola mai finora calpestata del privilegio nel rapporto tra cliente e avvocato, e ora potrebbe cedere spaventato dalla violenza delle pressioni; contro il ricorso appena firmato dal Partito Democratico che accusa niente meno che Donald Trump, la Russia e Wikileaks di aver tramato per alterare il risultato delle elezioni del 2016. Cospirazione, cospirazione! Tanti auguri perciò a Rudy Giuliani.

rudy giuliani donald trump

 

Si potrebbe argomentare con grande semplicità e senso logico che il procuratore speciale non ha cavato un ragno dal buco, in un anno di indagine che riguardi malefatte del presidente con la Russia, e James Comey sembra più un ubriaco che aveva scommesso tutto sulla vittoria di Hillary Clinton e su rivelazioni di un dossier farlocco alla stampa, e non ha accettato lo smacco, che non un prestigioso civil servant offeso, tanto è vero che anche la stampa è le TV anti Trump  lo hanno snobbato in questi giorni; che una puttana pagata 150.000 dollari per una notte dovrebbe essere contenta, anche perché i soldi li ha restituiti con un qualche ritardo, e il tutto è accaduto quando l'idea di fare il presidente era lontanissima, ovvero 12 anni fa; e che alla fine delle fiere l'unica cosa che si può dire veramente del presidente è che gli piacciono escort e ragazze di facili concessioni. Tradizione, da John Fitzgerald Kennedy a Bill Clinton, sempre onorata dei presidenti americani.

 

james comey fbi

Invece no, si va avanti tenendo in piedi accuse di complotti e inquinando l'atmosfera quotidiana dell'agenda politica, economica, sociale del Paese. Quanto arriva di tutto ciò fuori da Washington, da New York, dalle grandi città, e dai circuiti internazionali alimentati contro questo presidente? Difficile a dirsi, certo secondo Rasmussen report ieri Donald Trump ha toccato il 51% di consensi. È molto.

 

Così come potrebbe essere molto, una inversione di tendenza, se quel vice direttore dell'FBI, James mcCabe, che molto sa della vicenda sporca non solo delle mail di Hillary Clinton ma anche dei soldi della fondazione Clinton, e al quale fu chiesto di chiudere rapidamente una serie di inchieste, decidesse di parlare per non essere solo lui a pagare, cosa che ha minacciato di fare anche oggi.

 

 Ne vedremmo delle belle, sempre che ve le raccontino. Sento dire da qualche parte che il Deep State, cioè lo Stato parallelo composto da burocrati e dirigenti delle Agenzie , che trama e va avanti per proprio conto, sarebbe un'invenzione dei complottisti e della destra, mi viene da ridere.

 

rudy giuliani donald trump

Oggi intanto è la giornata del memo. Ovvero del memorandum presentato dall'ex direttore dell' FBI James Comey ieri al Congresso, e subito passato alla stampa amica, cosa della quale Comey è un campione. Si parla di incontri con il presidente più o meno da gennaio ad aprile del 2017. Ora A me non sembra che ci sia non sono niente di clamoroso, ma proprio niente di interessante o di nuovo.

 

E’ notizia di pochi minuti fa che due di questi memo sono sotto indagine del Dipartimento di Giustizia: l’ex direttore dell’FBI li ha dati a un amico affinché li consegnasse alla stampa, considerandoli documenti personali. Ma secondo i funzionari del Bureau si trattava di informazioni riservate, tanto che lo stesso Comey aveva cancellato (redacted) alcune parti.

donald trump rudy giuliani

 

Comey ricorda che Trump gli disse di avere delle riserve serie su Michael Flynn, appena nominato consigliere per la sicurezza nazionale. E allora? Lo ha sostituito subito dopo, Anche se ora sostiene che è stato vittima di una campagna di calunnie. Durante un altro colloquio come assicura presidente di non essere il tipo da fare puttanate sulla vicenda della Russia o di raccontare cose alla stampa, il presidente gli risponde di aspettarsi e di avere bisogno di una grande lealtà.

 

Dove sta nell'usare il termine “loyalty”, lealtà, il tentativo di ricatto e corruzione da parte del presidente? Infine, Durante una conversazione telefonica, il 30 marzo del 2017, Trump chiede all'allora direttore dell' FBI di dire chiaramente e pubblicamente che il presidente non è sotto indagine.

 

Rudy Giuliani, Donald Trump, Michael Bloomberg, Bill Clinton, Joe Torre.

Ci sarebbe poi tutto il contenzioso sul dossier preparato dall'ex spia inglese Christopher Steele a proposito di orge e incontri di Trump in Russia, commissionato dal Partito Democratico e dalla campagna Clinton, i quali avendone compreso l'inconsistenza lo scartarono e lo passarono alla FBI che lo  prese per buono e utikizzo’ senza precisarne la provenienza,poi passato a CNN e New York Times, che a loro volta lo pubblicarono senza alcun riscontro e verifica, è che in fondo è l'origine dell'intero Russia Gate.

 

 È materia per Giuliani. Trump disse a Comey che erano tutte balle, che nel dossier non c'era proprio niente di esplosivo, che non aveva mai conosciuto l'uomo d'affari bielorusso citato nel dossier di Steele, che avrebbe denunciato l'ex agente inglese.

 

stormy daniels a 60 minutes con anderson cooper 2

Dove stanno, tanto nel libro così strombazzato dell'ex direttore dell' FBI, quanto in questo memo passato ai media, le prove del fatto che Donald Trump è un mascalzone, un bugiardo, un ricattatore? Semplicemente non ci sono. Affiorano Invece,e sicuramente su questo Jeff Sessions sta discretamente ma da tempo e fermamente indagando, le coperture che il Federal Bureau of Investigation ha fornito negli anni a Hillary Clinton,  su richiesta  dell'allora Attorney General, ma quasi sicuramente dietro indicazione del presidente Barack Obama.

 

trump stormy daniels

Chiudere le inchieste sulle mail trafugate dal server del Dipartimento di Stato e passate su quello privato della Clinton, per tentare di nascondere informazioni scomode, alcune delle quali poi con grande facilità sono state rubate da hacker. Chiudere inchieste sui flussi di denaro arrivati alla fondazione Clinton negli anni in cui una delle fondatrici era anche segretario di Stato e trattava grossi affari mondiali con potenze anche non democratiche.

 

stormy daniels 11

Un altro Special Counsel sarebbe una iattura, tanto non concludono niente, la storia lo insegna, ma forse un po' di chiarezza potrebbe aiutare per chiudere finalmente l'inutile diatriba sulla Russia collusion.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...