donna brazile hillary clinton

AMERICA FATTA A MAGLIE - BOOM! ‘HILLARY CLINTON HA TRUCCATO LE PRIMARIE’. PARLA LA PRESIDENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO. VI AVEVAMO DETTO O NO CHE I CLINTON STAVANO PER ESSERE SCARICATI DALL’ESTABLISHMENT? - LE BOMBASTICHE RIVELAZIONI DI DONNA BRAZILE, IGNORATE DAI GIORNALI ITALIANI, MA CONFERMATE ANCHE DALLA SENATRICE WARREN: LA CLINTON SI È COMPRATA IL PARTITO E LO HA DIROTTATO PER FOTTERE SANDERS. ‘HO LE PROVE’. E OBAMA SAPEVA TUTTO

VIDEO - LA SENATRICE WARREN: ‘SÌ, LE PRIMARIE SONO STATE TRUCCATE DA HILLARY CLINTON’

 

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

donna brazile

Com'era, crooked Hillary, Hillary la corrotta, il termine coniato da Donald Trump in campagna elettorale? Sentite questa Hillary invece, nelle parole del Presidente del Comitato Nazionale Democratico da luglio 2016, Donna Brazile, dal suo libro, Hacks, che esce il 7 novembre negli Stati Uniti.

 

“Prima di chiamare Bernie Sanders ho acceso una candela nel mio salotto e ho messo della musica Gospel, volevo concentrarmi per quella che sapevo sarebbe stata una telefonata emotivamente impegnativa. Avevo promesso a Bernie, quando avevo preso la guida del comitato Nazionale Democratico dopo la convention, che sarei andata a fondo e avrei scoperto se Hillary Clinton il suo Team avevano truccato il processo della nomination, come un mucchio di email rubate dagli hacker russi aveva suggerito.

 

donna brazile hacks

Avevo dei sospetti dal momento preciso in cui avevo messo piede nella sede del comitato poco più di un mese prima, basati sulla lettura delle mail. Ma chi poteva escludere che fossero state falsificate? Avevo bisogno di prove solide, così Bernie. Decisi allora di seguire il denaro. Il mio predecessore,il deputato della Florida, Debbie Wasserman Schultz, non era stata molto attiva nel raccogliere denaro, e la negligenza di Barack Obama aveva lasciato il partito profondamente indebitato.

 

Appena la campagna di Hillary aveva preso quota, fu lei a pagare i debiti del partito e poi lo mise a digiuno. Il partito divento’ dipendente dalla sua campagna per la sopravvivenza e in cambio lei pretese di prendere il controllo dell'intera operazione.

 

 Debby non era un buon amministratore. Non era interessata a controllare il partito, aveva lasciato il quartier generale della Clinton a Brooklyn fare ciò che voleva, così non era costretta a informare i dirigenti del partito di quanto la situazione fosse grave. Quanto controllo Brooklyn esercitava e da quanto tempo, era qualcosa che avevo cercato di scoprire nelle ultime settimane. Il 7 settembre, il giorno in cui chiamai Bernie, avevo trovato le prove e avevo il cuore spezzato”.

 

donna brazile

 E a Bernard Sanders, unico guascone che aveva usato candidarsi alle primarie come avversario di Hillary Clinton, Donna Brazile evidentemente comunico’ che non aveva mai avuto una sola chance, che il processo di selezione del candidato Democratico alle elezioni presidenziali del 2016 era stato fin dall'inizio manovrato e truccato da Hillary Clinton.

 

Scusate se è poco, scusate se si tratta dello sputtanamento definitivo e ufficiale dei Clinton e del loro sistema, uno sputtanamento che coinvolge abbondantemente l'ex presidente Barack Obama, che sapeva tutto, una denuncia di illegalità grave, a opera non di una che puoi rintuzzare con una battutina cattiva o con una telefonata ai giornali amici, ma di Donna Brazile, una che starà anche tirando la volata alla sinistra del partito che vuole prendere il potere, o magari avere il pretesto per una scissione, ma che è anche e soprattutto un pezzo da novanta del partito, un'amica e confidente dei Clinton, dei Gore, degli Obama,e lo è da 30 anni.

donna brazile hillary clinton

 

 La Brazile è forse la lobbista politica più potente di Washington, una che ha fatto tutte le campagne elettorali democratiche degli ultimi vent'anni, è stata a capo di quella di Al Gore nel 2000; una nera povera di New Orleans che faceva politica già a 9 anni, che è rimasta una radicale anche ora che ha 60 anni, è ricca e potente a Washington con la sua “firm”, società di consulenza, una che continua a guardarli tutti con occhio spietato, uomini e donne bianchi, leggere la sua parziale autobiografia, Cooking with Grease, per crederci.

 

CLINTON WARREN

Una che quando ieri ha diffuso i lanci e le anticipazioni del libro, ha sparso il terrore: non un giornale ha ritenuto di poter tacere, o di sottovalutare il peso e le conseguenze delle accuse.

Che vi aveva detto questo disgraziato sito la scorsa settimana, che era vicino il bye bye Clinton? Naturalmente non trovate tracce di queste informazioni sulle pregevoli agenzie o giornali e TV italiane. Pazienza, noi da tempo facciamo nel nostro piccolo Radio Londra. Ta-ta-ta-ta.

 

Quale prova aveva trovato Donna Brasile? Un documento di accordo congiunto tra il Comitato Democratico, il fondo per la vittoria di Hillary, Hillary Victory Fund, e Hillary for America, altra sigla della campagna della Clinton, braccio politico e braccio finanziario.

 

elizabeth warren hillary clinton

 Firmato nell'agosto del 2015, quattro mesi dopo l'annuncio ufficiale della candidatura, l'accordo specificava che in cambio del denaro versato per pagare i debiti e altro denaro investito, Hilary avrebbe controllato le finanze, la strategia del partito, e tutto il resto del denaro raccolto. Il suo staff avrebbe avuto il diritto di decidere e mettere veti sul direttore della comunicazione del partito, e avrebbe preso decisioni finali su tutto il resto dello staff, sui comunicati stampa, sulle mail, sulle spese.

 

Il risultato era quello descritto nelle e mail trafugate dall’ hacker Guccifer 2.0, ovvero che un solo candidato veniva favorito, proprio alla vigilia della convention, un anno dopo.

clinton sanders

Debbie Wasserman Schultz fu allora costretta a dimettersi, sostituita dalla autorevolissima Donna Brazile. Che a trovare le prove del l'inghippo non fece tanta fatica. Riprendo il libro.

 

“Cercavo le prove della corruzione interna che mi avrebbero dimostrato che il comitato aveva truccato il sistema per indirizzare le primarie a favore di Hillary.  Mi chiedevo come fosse possibile che io non potessi scrivere un solo comunicato stampa senza prima passare dal vaglio di Brooklyn. Ecco la risposta”’.

 

Poi spiega che un comitato prende di solito il controllo,ma solo dopo che il candidato ha vinto la nomination, non prima che gli elettori del partito abbiano deciso chi vogliono che vinca. Non sarà stato un atto criminale, conclude, ma ha compromesso l'integrità del partito.

 

E Barack Obama, schierato in modo piuttosto sfacciato fin dall'inizio con la Clinton, come non è abitudine dei presidenti uscenti? C'è una spiegazione per tutto, sempre seguendo il percorso del denaro

bernie sanders hillary clinton

 

Obama aveva lasciato 24 milioni di debiti, 15 in debiti con le banche, e più di 8 con fornitori dalla campagna del 2012 , e pagava molto lentamente tanto che fino alle elezioni del 2016 non era previsto che il debito fosse risanato.

 

 Hillary for America, nome della campagna elettorale, e Hillary Victory Fund, lo strumento di raccolta fondi assieme al Comitato nazionale democratico, aveva rilevato l'80% di quel che restava del debito, circa 10 milioni, e messo il partito sotto tutela, senza che la Wasserman Schultz ritenesse di informare nessuno degli altri dirigenti. Un comportamento a quanto pare abituale, tanto che anche il furto delle mail lo comunico’ al partito pochi minuti prima della pubblicazione del fattaccio sul Washington Post.

bernie sanders hillary clinton

 

 Fatta fuori la Wasserman dopo lo scandalo, subentra Donna Brazile, ma le cose non cambiano. Durante una furiosa telefonata col responsabile finanziario della campagna di Hillary Clinton, la signora presidente del comitato viene informata che il partito è totalmente sotto il controllo di Hillary Clinton, e va avanti con i dettagli di quello che la Brasile descrive come uno scandalo finanziario. “Quando attacca il telefono ero livida”.

 

 E poi? Poi durante la telefonata col candidato boicottato Sanders, gli spiega che ormai è fatta, che bisogna unirsi tutti a fianco della nominata. Conclude raccontando di essersi fatta un gran pianto di rabbia.

 

C'è anche un altro personaggio del quale mi pare che donna Brazile non parli, forse non le fa comodo citarlo. Se alle primarie l'unico sfidante della padrona del partito è stato Bernie Sanders, che non aveva niente da perdere, un altro candidato che avrebbe potuto fare la differenza aveva chiesto tempo al partito fino ad ottobre 2015, perché viveva un momento di grande dolore in seguito alla morte del figlio.

 

DEBBIE WASSERMAN SCHULTZ

Era Joe Biden, il vicepresidente, e l'accordo finanziario firmato segretamente con la forza dei soldi in agosto 2015 lo ha tagliato fuori, quasi sicuramente con l'assenso e probabilmente la pressione di Barack Obama.

 

Naturalmente Donna Brazile parla oggi perché Hillary Clinton non è stata eletta e lei farà un sacco di soldi, ancora più di quanti già non ne abbia accumulati in 30 anni, col libro. Parla anche perché la situazione interna del Partito Democratico è di grande crisi, prossima alla scissione.

 

La campagna furibonda contro Donald Trump non paga in termini finanziari,

Il responsabile della raccolta fondi del comitato Nazionale Democratico è stato appena licenziato. Qua si parla di soldi per le elezioni di midterm nel 2018 è già di raccogliere per il 2020, e li stanno raccogliendo solo i singoli candidati che si muovono fuori dal Partito. Il comitato Nazionale repubblicano ha raccolto esattamente il doppio, in buona parte sono contributi di meno di 500 dollari, privati cittadini per Donald Trump.

 

Il libro e le rivelazioni di Donna Brazile sono destinati esacerbare gli animi, non è neanche ancora uscito, disponiamo solo di alcuni brani ed estratti, si suppone che salteranno fuori altri dettagli.

BERNIE SANDERS BARACK OBAMA

 

Il presidente attuale del comitato Nazionale Democratico, Tom Perez, ha balbettato qualcosa sulla neutralità necessaria per guardare avanti e favorire processi di trasparenza per il 2020, Il che equivale ad ammettere tutto. Il portavoce di Sanders ha denunciato un sistema “antidemocratico” nelle primarie del 2016, la sua alleata, la senatrice Elizabeth Warren, intervistata dalla Cnn, ha tagliato corto: “Qua c'è un problema serio, le primarie del 2016 sono state truccate a favore di Hillary Clinton”.

 

Più chiaro di tutti come al solito parla Trump, in un diluvio di Tweet - glieli hanno silenziati per 10 minuti, un impiegato all'ultimo giorno di ha boicottato il sistema ma non è servito a niente, ha ripreso più di prima- che chiamano in causa anche Jeff Sessions, il suo Attorney General. Riassumo.

 

“Tutti si chiedono come mai il dipartimento di Giustizia e l’Fbi non stiano indagando In tutta questa vicenda disonesta di Hillary la corrotta e dei democratici.Come dice il libro di Donna Brazile, ha pagato e ha rubato le primarie democratiche. Poi ci sarebbe da parlare delle email cancellate, dell'uranio, dei Podesta, del server, etcetera etcetera.”

new york post hillary clinton bernie sanders

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…