brad parscale trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - COME GIRA IL DESTINO: DOPO AVER STRILLATO COME VERGINELLE PROGRESSISTE CONTRO LA VITTORIA DELL’IMPOSTORE, ORA FINISCONO ACCUSATI ZUCKERBERG E COMPAGNI - MA I POST PAGATI DAI RUSSI ERANO SOLO LO 0,004% DEL TOTALE: DIETRO ALLA VITTORIA DI TRUMP C’È BRAD PARSCALE, UN GENIO CHE HA LAVORATO COI TECNICI CHE FACEBOOK E TWITTER GLI HANNO MESSO A DISPOSIZIONE, MICA COL KGB. ECCO IL SUO SEGRETO (VIDEO)

 

VIDEO: BRAD PARSCALE RACCONTA LA VITTORIA DI TRUMP A ’60 MINUTES’, COLONNA DELL’INFORMAZIONE LIBERAL AMERICANA

 

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Un colpevole s’ha da trovare. È la settimana di accusa dei social, ne leggerete, gia’ le state leggendo, delle belle. Si comincia con audizione alla commissione Intelligence della Camera domani primo novembre. Facebook,Twitter, Google, all'improvviso sono gli strumenti del Male. Non solo diffondono odio e per questo andrebbero censurati, ma cambiano i risultati elettorali, e non perché vengono usati intelligentemente, perché è opera del Male. Un po' come quando si accusava la televisione di aver cambiato il corso di una campagna elettorale, confondendo il fine con il mezzo, oggi tocca alla rete.

 

TRUMP ZUCKERBERG

Finire accusati, ed e’ caccia alle streghe, sia chiaro, a Zuckerberg e compagni gli sta bene, visto che hanno strepitato come verginelle progressiste, un po’ con Sanders e un po' con Hillary, contro la vittoria dell'impostore, che venga fuori quale ruolo hanno svolto i social nella campagna elettorale americana del 2016 e quanto per loro abbiano contato solo i quattrini, come abbiano cercato di mascherare un ruolo imprenditoriale legittimo in nome di un'ideologia frutto di doppiezza.

 

Ma come, caro Mark in felpetta e hawaiane, lo sai benissimo che l'algoritmo è come le tre scimmiette, spinge qualunque cosa. Lo sai quanti account falsi ci sono in circolazione. Sai anche che centomila dollari, quanti ne sono ufficialmente stati spesi dai conti riconducibili agli hacker russi tra il 2015 e il 2017, per quanti milioni di visualizzazioni possono aver fruttato,non hanno cambiato il corso delle elezioni americane. Facebook ha sparato il numerone di 126 milioni di persone “esposte” a questi post. Ma in concreto si tratta di circa lo 0,004% o uno su 23mila post che le persone hanno intravisto in due anni, scorrendo sulle loro bacheche.

 

Sono partiti con temi troppo generici e troppo presto, soprattutto a loro, in eredità del vecchio stile Kgb, interessa spargere veleno, interessa la disinformazia, non importa chi colpisce, deve colpire il Paese, il sistema.

 

BRAD PARSCALE

 Diverso il discorso per il lavoro metodico e scientifico fatto dal team messo su dalla campagna Trump, per decisione del genero Jared Kushner, con a capo un genio che si chiama Brad Parscale. Quelli hanno fatto una campagna elettorale del tutto legale, completamente innovativa, perché è la contemporaneità, bellezza, e tu non puoi farci nulla. Una volta c'erano le riunioni di caseggiato, i volantini distribuiti porta a porta, ora arrivi virtualmente all'ultimo villaggetto del Minnesota dove si è rotto il ponte che conduce alla città, e gli dici che glielo riparerai se vinci le elezioni.

 

Moltiplica questi interventi per tutte le aree delicate e otterrai il risultato di una buona campagna elettorale: aumentare i tuoi voti. Ma tornando al caro Mark Zuckerberg e compagni , lo hai proposto tu ai comitati elettorali di fornirgli i tuoi esperti per questo lavoro.

 

Solo che i democratici, quelli di Hillary Clinton per intenderci, che pure hanno speso cifre record in campagna digitale, hanno preferito fare da soli, sbagliando, in ogni caso hanno privilegiato il metodo tradizionale. Pensate che nello sforzo finale hanno messo 72 milioni di dollari in inserzioni televisive e solo 18 milioni sui social.

BRAD PARSCALE DONALD TRUMP

 

Parscale, che è un genio, ha detto “grazie, sì”,e ha lavorato con tecnici di Facebook e compagni, in grado di gestire al meglio un sistema che resta nebuloso e persino oscuro volutamente. I repubblicani hanno complessivamente speso cifre analoghe inizio ni più tradizionali e social.

 

Parscale ora viene interrogato dalla Commissione Intelligence della Camera, i giornaloni tutti a darsi di gomito pensando che verrà fuori chissà quale complicità tra il sistema Trump e il sistema Russo, ma il genio, ormai miliardario, ha già raccontato tutto a “60 minutes” della CBS, per chi ha voluto capire, spiegando dettagliatamente come il personale inviato da Facebook, Twitter e Google abbia lavorato con lui e i suoi uomini negli uffici della campagna Trump per aumentare al massimo delle possibilità il numero di iscritti raggiungibili, che non c'è stata alcuna collusione o collaborazione – sarebbe stata inutile visto che già lavoravano a tutto spiano ufficialmente – con la Russia.

 

La commissione probabilmente gli chiederà soprattutto informazioni tecniche. A meno di supporre, tanto per perdere tempo e fare ammuina, che gli hacker del Cremlino ne sappiano più dei tecnici ed esperti di Facebook, le cui capacità di accesso si suppone siano le più elevate possibili.

twitter for trump

 

Nell'annunciare l'operazione coordinata da Parscale, la CNN un po' insinua un po' tuona che “helped the Trump campaign figure out where the candidate's message was resonating in states like Michigan and Wisconsin, places where conventional political wisdom suggested they would be wasting time and money", ha aiutato la campagna Trump a immaginare dove il messaggio del candidato avrebbe potuto funzionare meglio in Stati come Michigan e Wisconsin, luoghi nei quali il senso comune politico suggeriva che si sarebbe perso tempo e denaro.

 

 Tradotto come si deve, vuol dire che per la CNN Stati nei quali era scontata la vittoria di Hillary Clinton,e che invece hanno votato per Donald Trump, non possono che essere stati conquistati con qualche losca manovra.

 

C'è un solo caso per la verità non del tutto legale, ma non perché siano stati rubati i voti, perché è stato utilizzato del materiale rubato, e non c'entra niente con Facebook, con Parscale e con le inchieste di questa settimana. Riguarda i dati rubati da un hacker russo, l'ormai famoso Guccifer 2.0. Risale all'anno scorso in Florida, non è mai stato nascosto, li ha utilizzati lo stratega politico repubblicano Aaron Nevins.

 

Guccifer gli mando’ tutta una serie di analisi degli elettori compilata dal comitato Nazionale Democratico, al quale aveva avuto facilissimo accesso portandogli via di tutto, comprese mail molto imbarazzanti sui metodi seguiti dal comitato Nazionale Democratico per agevolare Hillary Clinton su Bernie Sanders.

 

AARON NEVINS

Quei dati mostravano quali fossero i democratici certi, quali quelli incerti, quanti ancora fossero elettori frequenti ma non garantiti, e la stessa cosa per il versante dei repubblicani. Guccifer scrisse a Nevins: “e’ un po' come se fossimo in guerra e questa fosse una mappa su come le truppe sono schierate”. Nevis ringrazio’ e utilizzo’, al Wall Street Journal ha dichiarato che non ha alcun rimorso, chiunque al suo posto avrebbe fatto la stessa scelta.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?