donald trump state of the union

AMERICA FATTA A MAGLIE - TRUMP SBANCA ALLO ‘STATO DELL’UNIONE’, DISCORSO APPREZZATO DAL 75% DEGLI AMERICANI (LO DICE CBS, MICA FOX NEWS), MA SUI GIORNALI ITALIANI SI PARLA SOLO DELLA PRESUNTA RIPICCA DI MELANIA E DEL SUO VESTITO AVORIO (ECCO LA VERITÀ) - L’ATTEGGIAMENTO TRISTE SOLITARIO E FINALE DEI DEMOCRATICI - I ‘NEVER TRUMP’ TRA I REPUBBLICANI, QUELLI CHE VOLEVANO 8 ANNI DI HILLARY E ORA SI SPELLANO LE MANI AD APPLAUDIRLO

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

TRUMP STATO UNIONE 2

Forse sarà stato il il discorso più ascoltato della storia, forse no, certo 46 milioni di telespettatori sono un bel numero, specialmente se è stato annunciato un attivo boicottaggio e addirittura un contro discorso a Hollywood; di certo 3 americani su 4, compreso un 54% di democratici, hanno apprezzato e approvato i toni e il programma del discorso, dichiarato di essere pieni di fiducia, affermato di essersi sentiti orgogliosi nell’ ascoltarlo, giurato sul fatto che il presidente intende unire e non dividere ed è un sondaggio nazionale della Cbs, non di amici del presidente;

 

a sorpresa il sondaggista giornalista conservatore e anti trumpiano più famoso d'America, Franz Luntz, si è dichiarato conquistato per sempre da quel discorso, e convertito al trumpismo; finalmente nella palude di Washington, sempre attiva e presente, il terrore corre veramente sul filo, in attesa che Donald Trump da un momento all'altro autorizzi la desecretazione e dunque la pubblicazione di un memorandum che sputtana niente male i comportamenti dell' FBI contro di lui e pro Hillary Clinton.

 

Insomma, ci sarebbero un sacco di cose interessanti e importanti di cui occuparsi, eppure a noi tocca leggere articoli su articoli tanto dal New York Times quanto su decine di giornali e TV italiani sul silenzioso messaggio polemico contro il marito fedifrago contenuto nel tailleurino bianco indossato da Melania Trump per ascoltare il discorso del presidente a Capitol Hill martedì sera.

 

Tutto è partito dalla CNN che ha armato l'esilarante polemica in diretta durante il discorso, poi è intervenuto dottamente il New York Times.

 Sentite la sciocchezza originale, per la penna della giornalista di moda del Times, Vanessa Friedman:

TRUMP STATO UNIONE 1

 

“Si tratta esattamente del tipo di abbigliamento diventato simbolo della rivale del marito durante le elezioni. "Un'uniforme anti-Trump", insomma, alla Hillary Clinton”.

Ora vi riporto quasi per esteso perché merita, una sciocchezza all’ italiana, una qualunque, l’articolo di Quotidiano.net

 

“Ci voleva lo Stato dell’Unione per farla riapparire in pubblico. Se non al fianco di Trump almeno nella stessa stanza, dove però non sono arrivati insieme”.

Ora, il presidente entra sempre da solo e per ultimo, là dove lo aspettano tutti gli esponenti delle istituzioni riunite, per tenere il discorso dello Stato dell'Unione. La first lady sta in tribuna d'onore e arriva con gli ospiti selezionati dalla società americana come simbolici per l'occasione.

 

Continua l’articolo:”Stavolta è riemersa dal nulla in un abbagliante tailleur avorio, il tipo di abbigliamento diventato di ordinanza per la rivale del marito, Hillary Clinton, che però sembrava sempre avere sbagliato taglia.Completo pantalone di Dior, top di seta Dolce e Gabbana, décolleté Louboutin. La scorciatoia sartoriale è stata decriptata come opzione tra le più audaci: il bianco è l’opposto del nero scelto dalle donne democratiche contro Trump e le molestie sessuali. Ed è anche il colore delle suffragette. Idea grandiosa, non la smettevano più di applaudirla. E lei ha recitato la sua parte in maniera impeccabile: sorridente, enigmatica. Stizzita il giusto quando il consorte si è messo a esaltare i valori della famiglia. Ora è possibile che banalmente, aprendo l’armadio, sia stata attratta dal colore simbolo di purezza e nuovi inizi.

MELANIA ALLO STATO UNIONE

 

È possibile ignorasse la famosa maglietta di Maria Grazia Chiuri, direttore artistico di Dior, che annunciava «Dovremmo essere tutte femministe». Possibile. E tuttavia è difficile credere che la first lady non abbia considerato le potenziali interpretazioni della sua scelta".

 

State chiamando un'ambulanza? Vi capisco. La first lady non è andata a Davos perché aveva l'influenza e una trasferta in mezzo ai ghiacci di meno di 24 ore non era l'ideale per curarsela.

 

Se poi era anche un po' incazzata per la brutta storia trapelata della pornostar che avrebbe avuto un one-night stand 12 anni fa con suo marito, mentre lei forse persino allattava il bambino appena nato, ne ha tutte le ragioni. Il tempo di farsela passare.

 

Tra l’altro la pornostar in questione era in TV subito dopo il discorso ma dalla sua bocca non è uscita una sola parola che confermi la storia e neanche la transazione pecuniaria avvenuta molti anni dopo per essere sicuri che stesse zitta.

 

melania e donald trump 7

Al ritorno di Trump da Davos i due sono andati insieme a una cerimonia per il Giorno della Memoria, ma non so perché tutti i media hanno fatto finta che non sia accaduto e che lei sia tornata ad apparire solamente per il discorso sullo Stato dell'Unione.

 

 Si è vestita di bianco, meglio colore avorio, perché le parlamentari democratiche avevano preannunciato che, esattamente come è accaduto per i Grammy Awards e altri premi di Hollywood, si sarebbero vestite di nero in segno di lutto per le molestie nei confronti delle donne che adesso tutti hanno scoperto, e perché tra i grandi molestatori ci sarebbe anche il presidente.

 

 Quindi se c'è polemica, è con loro, non col marito. Si è vestita di bianco per poter essere vista da qualunque inquadratura, per distinguersi dagli abiti maschili, tutti scuri, le divise, per essere quello che deve essere, e che fa a meraviglia, la first lady di più bella della storia d'America.

nancy pelosi

 

 Tanto bella da perdonarle, a lei non a Dior, quei pantaloni terribili che finiscono sopra la caviglia, e che addosso a chiunque altro sembrerebbero un indumento circense, e una cattiveria pura concepita contro le donne.

 

Non posso esimermi da riportare anche la frase conclusiva dell'articolo sublime di Quotidiano.net

“Melania usa i vestiti come strumenti sovversivi per suggerire ciò che non può dire. E così facendo provoca ondate di supporto incondizionato in chi è talmente avvilito da cercare nel bianco un segnale di riscossa”. Sovversivi, avvilito, riscossa. Amen.

 

harvey weinstein chuck schumer

Chi ha guardato con attenzione il discorso nella notte tra martedì e mercoledì, certamente non può non essere stato colpito dall'atteggiamento triste solitario e finale di buona parte dei democratici.

 

Le mani sotto il culo a significare che non ci sarebbero stati mai applausi, Nancy Pelosi ormai ridotta a manifesto dell'alzheimer che fa le smorfie e guarda male il collega Chuck Schumer perché fa un applauso in un momento dovuto, i parlamentari democratici neri che non applaudono quando il presidente annuncia il più basso tasso di disoccupazione di afroamericani della storia, i parlamentari che non applaudono quando sentono parlare di un numero di giovani stranieri da legalizzare pari a 1 milione e 800 mila, cioè il doppio di quelli che loro avevano chiesto, qualcuno che si alza e lascia l'aula quando il grosso dei partecipanti comincia a scandire U-S-A come se si vergognassero di sentir dire che lì non comandano loro, e’ il popolo ad essere rappresentato; il contro discorso, il rebuttal in puro stile anni 60, affidato a uno spaesato, intimidito, con tanto di bavetta all'angolo delle labbra, Joe Kennedy in mezzo a degli studenti; tutto è stato un segno di grande, residuale, difficoltà e debolezza. Si sono spinti troppo oltre nel tentativo di esautorare il presidente, non sanno come tornare indietro.

 

 

 

Ma molto interessante è stato anche lo spettacolo offerto dai repubblicani. Non dimenticate che la maggioranza di quei deputati e senatori quel presidente non lo voleva tanto quanto i democratici. Erano pronti a perdere, a subire 8 anni di Hillary Clinton, ma never Trump.

 

joe kennedy

 L'altra sera, guardandoli scattare per standing ovations, vedendo sui loro volti la realtà della vittoria assaporata e goduta, mentre Trump snocciolava i dati dell'economia “roaring”, annunciava gli investimenti che arrivano per trasporti, strade, ponti, in un Paese che cade a pezzi, confermava la politica di protezione dei confini della patria e di sicurezza senza chiudere all'immigrazione che è la storia d'America, rivendicava Gerusalemme capitale e menava sani schiaffoni alle Nazioni Unite e agli alleati fedifraghi europei, mentre si consentiva di concludere promettendo che il sogno americano è tornato e alla grande;

 

mentre accadeva questo, era chiaro che Donald Trump al Grand Old Party da outsider una cosa sicuramente ha insegnato: a combattere e vincere. Sono loro quelli che gli devono di più, comunque finisca l’avventura.

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