donald trump ivanka melania congresso

AMERICA FATTA A MAGLIE - TUTTO SUL DISCORSO DAVANTI AL CONGRESSO (VIDEO INTEGRALE): DONALD ERA IL PRESIDENTE TRUMP FINO IN FONDO. SE C'ERA UNA METAMORFOSI DA COMPIERE, È FATTA. COMPOSTO, MA CORDIALE, LA SUA MIMICA DA NEWYORKESE TEMPERATA, IL DISCORSO SCRITTO CON QUEL GIOVANE BRILLANTISSIMO CHE E’ STEVEN MILLER - IL TRIO IVANKA-KUSHNER-BANNON INAMOVIBILE, NON CREDETE A CHI DICE CHE SONO CADUTI IN DISGRAZIA

VIDEO - IL DISCORSO INTEGRALE DI TRUMP AL CONGRESSO. IN APERTURA, SUPER-INQUADRATURA DEL DUO IVANKA-JARED KUSHNER E POI LA DEDICA CON STANDING OVATION A MELANIA

 

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

il discorso di donald trump al congresso  6il discorso di donald trump al congresso 6

“Credete nella forza dell'America, abbiate il coraggio  di condividere i sogni  che vi riempiono il cuore pensate alle cose meravigliose che possiamo conquistare”, qui sembrava più Kennedy che Trump. “Se finalmente  rafforzeremo le nostre leggi sull'immigrazione,  avremmo salari più alti, aiuteremo i disoccupati, risparmieremo miliardi di dollari e faremo le nostre comunità più sicure per tutti,  e qui era di nuovo Trump.

 

“Obbligare tutti gli americani  a comprarsi l'assicurazione sanitaria approvata dal governo non è stata mai la soluzione giusta per l'America. Il modo per rendere l'assicurazione  disponibile a tutti  e’ abbassare il costo  e questo è quello che faremo”’

 

il discorso di donald trump al congresso  5il discorso di donald trump al congresso 5

“Le famiglie devono essere libere  di scegliere una scuola pubblica o privata  religiosa o anche l’educazione a casa che ritengono giusta per loro, dobbiamo finanziare la scelta delle scuole  anche per  i giovani disagiati per milioni di afroamericani e di bambini latini”. “ Per troppo tempo abbiamo visto la nostra classe media ridursi mentre esportavamo i nostri lavori e benessere a paesi stranieri.  Abbiamo finanziato  e costruito un progetto globale dopo l'altro e ignorato il destino dei nostri bambini  delle periferie di Chicago, Baltimora, Detroit”.

 

“Abbiamo difeso il confine delle altre nazioni e lasciato i nostri troppo aperti liberi di essere attraversati da chiunque, aperti alle  droghe che ora sono a livelli mai visti,e abbiamo speso miliardi di dollari all'estero mentre la nostra infrastruttura  crollava a pezzi”. “Non sono stato eletto presidente del mondo, sono stato eletto presidente degli Stati Uniti”. Trumpissimo e definitivo.

 

il discorso di donald trump al congresso  4il discorso di donald trump al congresso 4

Per gli appassionati di cifre, la standing ovation all'ingresso di Donald Trump al Congresso è durata per 5 minuti, durante il discorso, durato 60 minuti, ha avuto 84 applausi. Ha fatto riferimento a se stesso 53 volte, ben 31 in meno di quanto fece Obama nel suo primo discorso nel 2009, con buona pace di chi, per esempio Vanity Fair, lo ha definito un mese fa un pericoloso narcisista al quale consigliare un buon medico. Il 57% degli americani durante il discorso a caldo  ha detto di sentirsi molto più ottimista, per la Cbs oggi lo ha approvato addirittura il 76%, lo hanno visto in tv circa 45 milioni di americani.

 

2 minuti abbondanti di standing ovation invece per Carryn Howles, la vedova del marine ucciso in Yemen il mese scorso, e qui bisogna dire che Trump ha dato il meglio di sé perché, come ha dovuto notare il Washington Post, a differenza di altri big che chiamano l'applauso per lo sconosciuto eroe o parente di eroe, e poi subito richiamano l'attenzione su se’ stessi, Trump ha fatto anche fisicamente un passo indietro, ha taciuto, continuando solo ad applaudire e a guardare la signora, giovane e bella, elegante in tubino nero e lacrime composte, in tribuna accanto a Ivanka Trump, dietro alla first lady Melania, pure applauditissima.

il discorso di donald trump al congresso  3il discorso di donald trump al congresso 3

 

Sono trucchi che tutti i presidenti usano, ma lui lo sa fare definitivamente meglio, anche qui con buona pace di chi pensava, magari qualche esagitata Democratica, tutta vestito di bianco come le suffragette evocate a sproposito, di farlo fuori rapidamente.

 

Ieri sera al primo discorso di fronte al Congresso riunito insieme alle alte gerarchie di ogni tipo e grado, compresa la Corte Suprema, Donald Trump era il presidente Trump fino in fondo. Se c'era una metamorfosi da compiere, è fatta.

 

Composto, ma cordiale, la sua mimica da newyorkese temperata con grande attenzione, il discorso scritto da e con quel giovane brillantissimo che e’ Steven Miller, letto senza nemmeno una improvvisazione sul tema, perfetta la camicia bianca, forse ancora una volta del sarto italiano Angelo inglese, ottima la cravatta regimental scura, meno confusa la chioma e meno smaglianti i colori di faccia e capelli, ma guai a pensare che non sia sempre lui.

il discorso di donald trump al congresso  2il discorso di donald trump al congresso 2

 

Della pantomima, del pagliaccio con Corte dei Miracoli al seguito, raccontata da tanti media ostinatamente, non c'era proprio nulla a guardare lui, il suo governo, la moglie Melania, presente ancora una volta, non reclusa nella torre d'oro a New York, e molto appropriata; certo è bellissima,  ma non dovrebbe essere una colpa, non dovrebbe costituire scandalo dopo le regine  di Spagna, Giordania, Marocco,  le principesse Kate Middleton o le first lady. di Argentina e Canada.

 

In seconda fila  la figlia e il genero che insieme al consigliere Steve Bannon  rappresentano il nocciolo duro del Trump pensiero, meglio le sue due ali, quella conservatrice del Paese profondo e quella liberale di Manhattan. A lui il presidente deve il legame con i lavoratori e la middle class bianca arrabbiata, ai due un certo tocco lieve sui diritti civili e le donne che lo distingue dai conservatori tradizionali; in più  il genero Jared Kushner cura i rapporti delicati con gli ebrei americani e con Israele.

 

Tutti e tre sono forti, sono inamovibili,  guai a credere alle ricorrenti chiacchiere sul fatto che l'uno o l'altro siano in disgrazia,  e fanno incazzare non poco i democratici a caccia di constituency perduta.

il discorso di donald trump al congresso  1il discorso di donald trump al congresso 1

 

Discorso presidenziale, come si usa dire, soprattutto non il solito elenco delle cose che si faranno ma qualcosa di più per forza e capacità di ispirazione, come hanno dovuto riconoscere molte televisioni e molti giornali, in quello che forse è il primo segno di disgelo tra le parti in guerra. Dice Gayle King di CBS che ha sentito un discorso autentico che veniva dal cuore.

 

Aggiunge Chris Wallace di Fox News che è stato di gran lunga il miglior discorso che abbia mai sentito da Trump e sicuramente uno dei migliori discorsi che qualsiasi presidente abbia mai pronunciato. Lo conferma Kirsten Powers, che è una democratica di Cnn, e perfino l'arcinemica Rachel Maddow di Msnbc ammette che è un discorso destinato ad essere ricevuto positivamente perché accoglie le aspettative ben più di un buon formale discorso.

 

 Ma il vero omaggio glielo fa su Washington Post  Chris Cillizza,che nel raccontare il momento di grazia dell'omaggio alla vedova del marine, Ryan Owens, ammette che quello che ha dimostrato ieri  è che è capace di crescere e di fare in modo  di padroneggiare il potere della Presidenza.

 

trump melania al congressotrump melania al congresso

Ricapitolando, il presidente ha aperto il suo primo discorso al Congresso riunito con un richiamo profondamente antirazzista sui cimiteri dissacrati ebrei e sull'attacco a cittadini indiani in Kansas. Siamo un Paese che si erge unito nel condannare l'odio e il male in tutte le sue forme. Però ha ricordato i crimini commessi da emigranti illegali e ha accennato le linee guida della riforma dell'immigrazione, che sul modello seguito da Australia e Canada incoraggerà l'ingresso di persone secondo i curriculum e il merito, insomma fedina penale e titoli di studio. Non sembra scandaloso.

 

Come ha ribadito che gli accordi commerciali che hanno sfavorito gli Stati Uniti saranno modificati o abbandonati. Ha promesso in tempi rapidi un taglio vistoso delle tasse per le aziende e per la classe media, la sostituzione della riforma sanitaria di Obama, il potenziamento dell'esercito con investimenti, il rafforzamento della sicurezza delle frontiere, quindi il completamenti del muro a sud.

 

Ha confermato quindi I capisaldi della agenda repubblicana ma ha anche introdotto elementi che suonano difficili da respingere per i democratici, come maggiori fondi per  la salute infantile, permessi di maternità e paternità retribuiti, sostegno alla salute delle donne, e le tanto desiderate infrastrutture, in alcune zone il Paese cade a pezzi, ricostruire e ammodernare significa posti di lavoro.

steve bannonsteve bannon

 

 Naturalmente ha bisogno sia per le tasse che per la riforma sanitaria che l'intero partito repubblicano lo segua, ma anche di qualche senatore democratico. Quest'ultimo è il punto più delicato perché I democratici subiscono pressioni fortissime non solo da parte della base liberale del partito, quella di Bernie Sanders, che è tenuta ai margini della direzione ma e’ forte e organizzata, ma anche da parte della corrente di Obama.

 

Potrebbe ottenere appoggio proprio e solo da qualcuno di quei dieci senatori democratici che devono essere sottoposti a rielezione nel 2018 e che appartengono a Stati nei quali Trump ha appena vinto. Più sostegno popolare avrà nel prossimo anno più facile sarà convincere questi personaggi. In questo senso ieri ha segnato un vero gol.

donald trump e steve bannondonald trump e steve bannon

 

Ps Del ricatto da parte della Russia di Putin, che avrebbe spiato e tramato per farlo eleggere, ora che Trump ha annunciato build-up militare e riarmo nucleare, ora che alle Nazioni Unite la nuova rappresentante affronta a muso duro la Russia sulle sanzioni alla Siria, non si hanno tracce.

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)