matteo salvini luigi di maio giuseppe conte

“QUELLI CHE STRIZZANO L'OCCHIO A PUTIN SONO GLI STESSI CHE HANNO FATTO CADERE IL GOVERNO” – DI MAIO SI SCAGLIA CONTRO I SUOI EX ALLEATI SALVINI E CONTE: “QUANDO QUESTI SIGNORI SI METTONO A PARLARE DI RIFORMA DELLE PENSIONI, COME PENSANO DI FARLA DA SOLI, SE CON MARIO DRAGHI AL GOVERNO NON CI SONO RIUSCITI? I MARGINI DI BILANCIO, LEGATI ALLO SPREAD E ALL'APPROCCIO DELLA BCE, DIPENDONO ANCHE DA CHI GUIDA IL PAESE - IL CAPOLAVORO DI CONTE È STATO QUELLO DI COSTRUIRE LA FINE DI DRAGHI PER DARE IL POTERE ALLA DESTRA - LO SLOGAN UNO VALE UNO? NON SONO NOSTALGICO DEL PASSATO..."

SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

«Sento che c'è già chi propone mille euro di pensione a tutti, ma se quel qualcuno è stato al governo fino a ieri e non lo ha proposto, posso, da cittadino, dubitare della serietà di questa offerta?». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel corso di una conversazione a Metropolis, sui canali del gruppo Gedi, non fa mistero della distanza che ormai lo separa dallo schieramento degli «irresponsabili», in particolare da quello che continua a chiamare «il partito di Conte». Con un implicito che si ritrova più volte nel corso del suo intervento: il Movimento 5 Stelle sono io.

 

Ministro Di Maio, chi saranno gli alleati di "Insieme per il futuro"?

I MEME SULLE REGIONALI IN UMBRIA - DI MAIO - CONTE - SALVINI

«Tutto quello che diventerà questo progetto lo saprete nelle prossime ore, ma una cosa è certa: la caduta del governo Draghi stravolge il panorama politico, adesso da una parte ci sono quelli che l'hanno buttato giù, e dall'altra chi crede che l'agenda Draghi debba andare avanti. Il principio di partenza è che chi ha fatto cadere il governo Draghi non può stare con chi lo sosteneva. Purtroppo adesso sarà difficile fare la battaglia sul tetto del gas con un governo che deve limitarsi al disbrigo degli affari ordinari, ma di questo è responsabile l'alleanza tra populismo e sovranismo».

 

Quali sono i principali dossier che si bloccano?

matteo salvini giuseppe conte luigi di maio

«Prima che ci fossero le dimissioni ci preparavamo ad alleggerire le aliquote Irpef sui redditi medio-bassi, stavamo intervenendo a favore di un salario minimo, ma lo stavamo facendo con la concertazione, non per legge. Ci proveremo in questi mesi, dovremo fare un decreto per aiutare le famiglie, ma certo se il Parlamento manda avanti il Ddl concorrenza e il Ddl fisco, ai fondi del Pnrr non ci arriviamo».

 

L'Italia sarà più debole in vista degli spiragli negoziali che si aprono sul fronte ucraino?

«Quelli che strizzano l'occhio a Putin sono gli stessi che hanno fatto cadere il governo. Draghi è stato un protagonista dell'alleanza occidentale, l'iniziativa dell'Italia è stata fondamentale per l'ingresso dell'Ucraina in Ue. Stessa cosa per la Nato: se disallineiamo l'Italia mettiamo in pericolo la nostra sicurezza».

 

matteo salvini e luigi di maio salutano giuseppe conte prima del discorso del premier

Come imposterà la campagna elettorale?

«Il punto di noi tutti è la credibilità: quando questi signori si mettono a parlare di riforma delle pensioni, come pensano di farla da soli, se con Mario Draghi al governo non ci sono riusciti? I margini di bilancio, legati allo Spread e all'approccio della Bce, dipendono anche da chi guida il Paese Il capolavoro di Conte è stato quello di costruire la fine di Draghi per dare il potere alla destra. Sì perché qui non si parla più di centrodestra: con le uscite da Forza Italia quello che resta è uno schieramento di sola destra».

 

Con Calenda non vi intenderete mai?

DI MAIO SALVINI CONTE

«Se vogliamo costruire un'area nazionale io non posso rispondere con i tweet e le interviste, voglio cercare di unire, se ci riusciamo bene, se non ci riusciamo gli elettori ne prenderanno atto. L'offerta politica si misura anche nella capacità di unire, perché in Italia i governi cadono perché le forze non sanno stare insieme. Dobbiamo lavorare all'unità, e a una programmazione che guardi a vent' anni, non a venti mesi.

 

Come si è sentito quando Draghi ha attaccato il reddito di cittadinanza, il superbonus, quota 100?

«Gran parte dei provvedimenti che il partito di Conte spinge e difende, li ho scritti io. Il punto è che proprio perché li abbiamo scritti, e li difendiamo, siamo in grado di riconoscere che non hanno funzionato come avremmo voluto. Mario Draghi è stato uno dei più strenui difensori del reddito di cittadinanza, ma ha anche detto che bisogna trovare altri strumenti rispetto a quelli che avevamo individuato per portare le persone al lavoro. Stessa cosa per il superbonus: il meccanismo di cedibilità del credito ha creato delle truffe che hanno bloccato l'erogazione del credito dalle banche. Va migliorato, non rimosso».

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

 

Ministro Di Maio, qual è la sua base? Quella dei 5 Stelle delusi da Conte o quale?

«Quasi cinque anni fa ho partecipato a una campagna elettorale in cui abbiamo raccolto insieme un consenso di 11 milioni. La maggior parte di quegli elettori non votano per il partito di Conte, e non parlo solo di parlamentari, ma anche di amministratori, militanti, tutte persone che sono venute da me dopo che Conte ha ricevuto l'endorsement dall'ambasciatore russo. E poi c'è un altro mondo: un imprenditore con partita Iva che si trova in un momento di instabilità perché dovrebbe votare chi ha creato tanta instabilità?»

CONTE SALVINI DI MAIO BY SPINOZA

 

Ha uno slogan elettorale altrettanto efficace dell'"Uno vale uno" del 2018?

«Non sono ostaggio del passato, gli slogan li fanno ogni giorno Conte e Salvini, io vorrei andare oltre».

 

È una campagna già decisa?

«Si diceva così anche nel marzo 2018 ».

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?