salvini conte di maio

DI MAIO & SALVINI SI RIAVVICINANO PER…IMPALLINARE CONTE - I DUE VICEPREMIER SI VEDONO A PALAZZO CHIGI E CONDIVIDONO L'IRRITAZIONE PER LA CONFERENZA STAMPA IN CUI IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA MINACCIATO LE DIMISSIONI - ORA PRETENDONO DA CONTE UN ATTEGGIAMENTO DURO CON L'EUROPA: “A BRUXELLES NON DOBBIAMO ESSERE PASSIVI, SE NE FACCIA UNA RAGIONE O SI DIMETTA” 

Federico Capurso e Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

Non hanno aspettato che Giuseppe Conte tornasse dal Vietnam. Uno sgarbo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio non lo hanno nemmeno messo a conoscenza del vertice che stavano organizzando a casa sua, a Palazzo Chigi. Solo una telefonata, a poche ore dal faccia a faccia, che sa di pura cortesia istituzionale.

LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE ALIAS MARK CALTAGIRONE MATTEO SALVINI BY OSHO

 

Certo, i due vice premier avevano bisogno di guardarsi negli occhi e di recuperare un rapporto personale che si era guastato negli ultimi mesi, ma dietro all' incontro carbonaro ci sarebbe anche un forte risentimento nei confronti di Conte: non hanno mai digerito quella conferenza stampa in cui il presidente del Consiglio li ha messi di fronte alle loro responsabilità, minacciando le dimissioni. E così, alle sue spalle, è stata trovata una sintonia sulla linea che proprio Conte dovrebbe tenere a Bruxelles, per convincere gli altri Stati membri a non dare seguito alla minaccia di una procedura di infrazione contro l' Italia.

 

I risultati delle urne hanno piegato l'alleato grillino e consegnato al leader leghista il bastone di comando. Il vertice è servito a codificare i nuovi rapporti di forza. Infatti, le risposte del capo M5S alle richieste di Salvini sono state tutte dei sì netti, anche sul decreto "Sblocca-cantieri". Ce n'è chiara traccia anche nella nota diffusa al termine del vertice, in quella parte in cui si considera prioritaria la riduzione delle tasse.

tria di maio salvini conte

 

«Servono misure straordinarie e nessun aumento delle tasse. I maggiori incassi dell' Irpef e dell'Iva quasi dell' 8 per cento e la diminuzione della disoccupazione rispetto al 2018 nei primi quattro mesi di quest'anno ci dicono che siamo sulla buona strada». Nemmeno un cenno al salario minimo, cavallo di battaglia dei 5 Stelle. Anche nella trattativa sul nome del commissario italiano da proporre in Europa c'è un cedimento grillino.

 

«Fai tu una proposta», si arrende Di Maio. Disposto persino ad un rimpasto. I 5 stelle giurano che non se ne sia parlato durante il vertice, ma si dicono anche disponibili a mettere sul piatto un loro ministero di peso: Infrastrutture o Sanità. Ma Salvini, per ora, di poltrone non vuol parlare. Semmai, il leghista è preoccupato per la tenuta del gruppo M5S. In particolare, a Palazzo Madama. Di Maio ha provato a rassicurarlo: «La riorganizzazione del Movimento sarà rapida. E aiuterà a calmare le acque».

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

 

Il tandem Salvini-Di Maio sembra ripartire tra lo scetticismo di molti leghisti di primo piano, ma il motore si è comunque rimesso in moto. «Il governo deve andare avanti», è l'auspicio di entrambi. Il vero problema è Giuseppe Conte. Sarà d'accordo sulla linea dura da tenere in Europa o seguirà i consigli di moderazione che arrivano dal Quirinale? Il premier ha ricordato che le regole europee, fino a quando non verranno cambiate, devono essere rispettate.

 

E lui non intende passare alla storia come il primo premier italiano a subire una procedura di infrazione. «O se ne fa una ragione o si dimette», è però la minaccia che arriva da una riunione convocata da Salvini con i responsabili economici del Carroccio. E anche Di Maio appare allineato alla posizione del Carroccio: «Dall'Ue arrivano lettere paradossali. Non la respingeremo al mittente, ma la discuteremo, senza commettere l' errore di lasciare la trattativa in mano ai burocrati».

CONTE DI MAIO SALVINI

 

Il capo politico M5S chiede poi un cambio di passo all'Europa: «Se la ricetta è sempre la stessa o sei in malafede o sei incompetente. Questa Commissione non ha imparato nulla dagli errori fatti». Ma è lo stesso Di Maio, durante il vertice a Chigi, a chiedere di fare attenzione ai mercati. Salvini, invece, non teme lo spread: «La nostra bilancia dei pagamenti è in attivo», ha risposto. E comunque, la soglia del 3 per cento di rapporto deficit/Pil verrà rispettata, lo ha rassicurato il leader leghista.

 

SALVINI CONTE DI MAIO

Per trovare una quadra servirà un altro vertice, questa volta con Conte. La prima occasione utile arriverà la prossima settimana. Forse già lunedì. In tempo per consentire al ministro dell' Economia Giovanni Tria di conoscere la posizione unitaria del governo, quando martedì dovrà presentarsi in Senato per riferire sulla procedura di infrazione. Salvini spera che Tria sposi la tesi di andare a un confronto duro, non tanto con la Commissione Ue, ma con i governi europei che poi, di fatto, dovranno decidere se avviare concretamente, all' inizio di luglio, le sanzioni e i controlli.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?