berlusconi mara carfagna

“CHIAMAI BERLUSCONI NEI GIORNI DELLA CRISI DEL GOVERNO DRAGHI. LO HANNO FATTO ANCHE ALTRI MINISTRI DI FORZA ITALIA, MA NESSUNO DI NOI HA AVUTO ACCESSO A LUI” - MARA CARFAGNA, NEO PRESIDENTE DI AZIONE: “FORZA ITALIA DAL 2018 HA SMESSO DI ESSERE UN PARTITO DI CENTRO. TANTI CHE SONO RIMASTI MI ESPRIMONO ANCHE IL DISAGIO DI TROVARSI IN QUEL PARTITO - MELONI SBANDIERA COME FIORE ALL'OCCHIELLO LA NORMA CONTRO IL RAVE PARTY E IL GIORNO DOPO MEZZO GOVERNO AMMETTE CHE QUELLA NORMA È FATTA MALE. FRATELLI D'ITALIA È IN ALTO, MA NON DURERÀ…”

michaela biancofiore mara carfagna silvio berlusconi foto di bacco

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

Mara Carfagna, l'hanno eletta presidente di Azione. Una donna anche ai vertici di un partito di opposizione...

«Un grande privilegio: Azione è un partito giovane ma è anche un partito molto consapevole del suo ruolo al centro dello scenario politico italiano, solido nei suoi valori e nei suoi ideali. Ovviamente è anche una grande responsabilità, che è quella di strutturare questo partito giovane e soprattutto di radicarlo sul territorio».

 

Ha bruciato le tappe: in soli quattro mesi ha scalato i vertici del partito ed è già diventata presidente.

MARA CARFAGNA CARLO CALENDA

«Io arrivo alla presidenza di Azione dopo un percorso politico lungo non quattro mesi, ma quattro anni, durante i quali ho sempre cercato di tenere i liberali e i moderati di Forza Italia su una linea di coerenza e quindi anche di resistenza al sovranismo e al populismo della Lega e di Fratelli d'Italia.

 

Sono stati anni di episodi inauditi: per esempio, la petizione di FdI per chiedere le dimissioni del presidente Sergio Mattarella. Sono stati anni di sacrifici fatti dai cittadini e poi buttati al vento dalla politica populista: penso ai 30 miliardi spesi tra Quota 100 e reddito di cittadinanza.

 

E sono stati anche anni di vergogne istituzionali, come il Papeete o le dirette di Salvini dal tetto del Viminale. I moderati italiani avrebbero dovuto smarcarsi e invece non è successo. E dopo quattro anni di battaglie interne, davanti alla scelta folle e incomprensibile di accodarsi ai sovranisti per mandare a casa il governo Draghi, io ho deciso di fare le mie scelte».

BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI

 

Non ce la faceva proprio più a continuare a stare dentro Forza Italia?

«Forza Italia dal 2018 ha smesso di essere un partito di centro».

 

Ha mantenuto buoni rapporti con i suoi ex colleghi di FI o si è lasciata in malo modo?

«Con molti di loro avevo e ho dei rapporti di amicizia e tanti mi esprimono anche il disagio di trovarsi in quel partito».

 

Carfagna, ha parlato con Silvio Berlusconi prima di lasciare il partito?

«Io l'ho chiamato nei due, tre giorni della crisi del governo Draghi. Lo hanno fatto anche altri ministri di Forza Italia, ma nessuno di noi ha avuto accesso a Berlusconi. L'ho sentito poi, il giorno in cui è caduto Draghi, per dirgli che era un errore e, per correttezza, ci ho parlato qualche giorno prima che maturassi la decisione di entrare in Azione».

carlo calenda mara carfagna

 

Eletta presidente ha dichiarato che Azione diventerà il primo partito italiano. Un eccesso di ottimismo dovuto all'elezione?

«No, un ragionamento che si fonda su tre elementi. Primo, nel mondo il populismo è in declino: cadono Trump e Bolsonaro, e la Brexit decapita un primo ministro dopo l'altro. E io sono convinta che anche il populismo che è arrivato da noi e che poi si è mescolato, in un mix micidiale, alla retorica anti-casta dei grillini, si sgonfierà. Le destre hanno fatto una campagna elettorale promettendo la flat tax per tutti, le pensioni minime a mille euro per tutti, l'abolizione totale del reddito di cittadinanza e il blocco dei porti. Poi sono andate al governo e hanno scoperto che tutte queste cose non si possono fare. Questo populismo ingannevole è destinato a sgonfiarsi perché non è in grado di dare quello che ha promesso».

 

MARA CARFAGNA GIORGIA MELONI - 2011

Il secondo elemento che la rende così fiduciosa sulle sorti di Azione e del Terzo polo qual è?

«Il bipolarismo italiano non sta più in piedi: funzionava quando nel centrodestra prevaleva l'anima moderata e liberale e nel centrosinistra quella riformista. Adesso che riformisti da un lato e moderati e liberali dall'altro si sono ridotti a fare da ruota di scorta dei populisti e dei sovranisti, molti elettori cercheranno una casa, che c'è già: l'ha costruita Calenda tre anni fa».

 

Manca ancora l'ultimo elemento su cui si fonda la sua riflessione.

«Il debutto deludente delle destre al governo».

 

Può fare un esempio?

mariastella gelmini carlo calenda mara carfagna

«Ce ne sono diversi. Meloni che sbandiera come fiore all'occhiello la norma contro il rave party e il giorno dopo mezzo governo ammette che quella norma è fatta male. Oppure il ministro della Repubblica che giura nelle mani di Mattarella come ministro del Sud e del Mare e dopo venti giorni diventa ministro della Protezione civile e delle spiagge. O il sottosegretario alla Salute che parla come un no vax qualunque: uno schiaffo in faccia a un Paese che ha pagato un caro prezzo al Covid. Certo, li guardo anche io i sondaggi: Fratelli d'Italia è in alto, ma non durerà».

 

GIORGIA MELONI MARA CARFAGNA - 2011

Lei è appena diventata presidente di Azione, si rende conto che non sarà facile convivere con due prime donne come Carlo Calenda e Matteo Renzi?

«Tutti pensavano che si sarebbero divisi un attimo prima delle elezioni o un secondo dopo, e invece hanno avuto l'intelligenza politica di mettere l'impresa di ricostruire il centro davanti a ogni personalismo. Certo, hanno due caratteri forti, ma anche io ho il mio...».

giorgia meloni, maria stella gelmini, mara carfagna, stefania prestigiacomo 2008

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)