SILVIO, NON LO FARE! – NON SOLO SENZAQUID ALFANO, MA ANCHE MARINA E CONFALONIERI E FAMIGLIA ALLARGATA NON VOGLIONO CHE IL BANANA SI RICANDIDI: CI SONO LE AZIENDE DA SALVARE (MEDIASET IN ROSSO) - MA SERVE L’IMMUNITÀ: SE VIENE CONFERMATA IN SECONDO GRADO LA CONDANNA PER I DIRITTI TV E ARRIVA ANCHE QUELLA PER IL RUBY-GATE, C’È LA GALERA O L’AFFIDAMENTO AI SERVIZI SOCIALI…

Fabrizio D'Esposito per il "Fatto quotidiano"

Dai figli, compresa Marina, di solito la più agguerrita, a Fedele Confalonieri, per finire ad Angelino Alfano. È fortissimo il pressing su Silvio Berlusconi per impedirgli di fare la nuova Forza Italia. In due giorni ad Arcore, il Cavaliere ha incontrato familiari e vertici del Biscione per fare il punto sulla sua sesta discesa in campo. E il fuoco di sbarramento contro la sua scelta è stato totale.

A cominciare dal vecchio amico Confalonieri. In pratica, lo stesso copione del ‘93 quando l'attuale presidente di Mediaset, al contrario di Marcello Dell'Utri, gli sconsigliò l'impegno diretto in politica. Stavolta, però, B. ha vent'anni in più, le sue aziende sono in rosso e la sua "follia" non è più "lucida" come un tempo (in questi lustri l'ex premier si è spesso paragonato a Erasmo da Rotterdam). Supportato dai figli, con Marina in testa, "Fidel" Confalonieri ha fatto questo ragionamento a "Silvio": "Qui bisogna salvare il nostro gruppo non è più tempo di spendere soldi ed energie per la politica".

A B. è stato ricordato che quest'anno per la prima volta nella sua storia Mediaset chiuderà il suo bilancio in negativo. Colpa soprattutto del crollo pubblicitario, meno 23 per cento. Insomma la priorità sono le aziende, come è sempre stato del resto, ma questa volta figli e fedelissimi considerano la politica alla stregua di un rischio e non di un vantaggio. A loro, Berlusconi ha replicato con la sua ossessione: i guai giudiziari. E la vicenda di Sallusti, il direttore del Giornale condannato ai domiciliari, ha rinfrescato quello che il Cavaliere considera l'incubo numero uno: il carcere. Non è una prospettiva irrealistica. Anzi.

I suoi avvocati, guidati da Ghedini, hanno iniziato a paventare la questione subito dopo la condanna in primo grado per i diritti tv di Mediaset: 4 anni per frode fiscale di cui 3 condonati per indulto. Il calcolo è questo: se la condanna per i diritti tv viene confermata in Appello e va in giudicato nell'autunno del 2013 e nel frattempo arriva la sentenza di colpevolezza nel processo Ruby, ecco a quel punto Berlusconi rischia la galera o l'affidamento ai servizi sociali (come il suo sodale Previti).

Di qui la determinazione del Cavaliere di stare sulla scena politica e di garantirsi l'immunità. Il resto è contorno, come dimostra il perdurante caos del Pdl in attesa della sua decisione. La solitudine di Alfano, che ieri ha invitato B. all'unità, le liste di amici e nemici, infine le minacce degli ex An, vicini a fondare un nuovo partito e, guarda caso, a "massacrare" l'ex premier per i suoi processi. Ieri, alla Camera, vari deputati ex An (Cirielli, Corsaro, Landolfi) l'hanno detto esplicitamente: "Se B. rompe davvero, lo massacriamo".

 

 

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