“BRUXELLES STA CERCANDO DI COSTRINGERE L'UNGHERIA A PAGARE ANCORA DI PIÙ. LA RIBELLIONE HA INIZIO" - IL FILOPUTINIANO ORBAN STRONCA IL NUOVO REGOLAMENTO RIMPATRI E LA LISTA DEI PAESI SICURI APPROVATA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEGLI AFFARI INTERNI E DELLA GIUSTIZIA UE - “NON ACCOGLIEREMO UN SOLO MIGRANTE E NON PAGHEREMO PER I MIGRANTI ALTRUI” – IL MINISTRO DELL’INTERNO PIANTEDOSI ANNUNCIA CHE ORA IL GOVERNO ITALIANO SPERA POSSA SBLOCCARE L’UTILIZZO DEL CENTRO IN ALBANIA...
Alessandra Ziniti per repubblica.it - Estratti
VIKTOR ORBAN - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
C’è l’accordo sul nuovo regolamento rimpatri e c’è la lista dei Paesi sicuri. Ed è quello che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oggi a Bruxelles per partecipare al Consiglio dei ministri degli Affari interni e della giustizia, aspettava per proporre al Consiglio dei ministri il disegno di legge di ratifica della nuova legislazione europea sui migranti che il governo italiano spera possa sbloccare l’utilizzo del centro in Albania.
"I centri d'Albania si ricandidano con forza ad essere attivi su tutte le funzioni per i quali sono stati concepiti, quindi i luoghi di trattenimento per l'esercizio delle procedure accelerate di frontiera, ma soprattutto a candidarsi ad essere il primo esempio di quei return hubs che sono citati proprio da uno di questi regolamenti approvati", ha detto Piantedosi a Bruxelles, rivendicando il ruolo giocato dall’Italia nell’accordo.
Il ministro dell’Interno ha poi annunciato che fino a giugno del 2026 l'Italia non dovrà riprendere nessuno dei migranti secondari rintracciati in Germania. "Abbiamo convenuto una posizione comune sul fatto di resettare completamente le vecchie regole e quindi definitivamente vengono annullate le procedure di Dublino fino all'entrata in vigore del nuovo Patto”.
L’Ungheria è il primo Paese a dissociarsi: “Con la decisione odierna, Bruxelles sta cercando di costringere l'Ungheria a pagare ancora di più o ad accogliere i migranti. Questo è inaccettabile – dice il premier Viktor Orban -. Non accoglieremo un solo migrante e non pagheremo per i migranti altrui. L'Ungheria non applicherà le misure del Patto sulle migrazioni. La ribellione ha inizio",
La lista dei Paesi sicuri
Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. Sono questi, secondo quanto deciso questa mattina dalla Ue, i paesi di origine che devono essere ritenuti sicuri. In sostanza a chi proviene da questi Paesi saranno applicate le nuove procedure che prevedono l’esame accelerato (che – tranne singoli casi – è lecito si concluda con un respingimento della richiesta d’asilo) oppure la possibilità che la loro istanza venga esaminata in un Paese terzo (extra Ue) dal quale sono transitati. Le procedure accelerate di frontiera di migranti provenienti da Paesi sicuri dunque potranno essere applicate oltre che alle frontiere della Ue anche nei Paesi di transito. A questi Paesi vanno aggiunti quelli che sono in attesa di fare ingresso nell’Unione europea.
La lista accontenta le richieste dell’Italia visto che da Bangladesh ed Egitto, oltre che dalla Tunisia, si registrano i maggiori arrivi sulle nostre coste.
Il concetto di Paese terzo sicuro
MATTEO PIANTEDOSI GIORGIA MELONI
Il concetto di Paese terzo sicuro consente inoltre agli Stati membri dell'Ue di respingere una domanda di asilo come inammissibile (senza esaminarne il merito) quando i richiedenti asilo avrebbero potuto chiedere e ottenere protezione internazionale in un Paese extra-Ue considerato sicuro per loro. Ad esempio, se un migrante dell’Africa subsahariana transita dal Marocco o dalla Tunisia prima di arrivare in Italia è lì che avrebbe potuto chiedere asilo.
In linea di massima vanno considerati sicuri i Paesi per i quali la percentuale di concessione di permessi di soggiorno ai richiedenti asilo non superi il 20%.
L’accordo raggiunto sul nuovo regolamento rimpatri apre la porta alla realizzazione dei cosiddetti “return hub” fuori dai confini europei. "Sugli hub per i rimpatri, non spetta a me pensare ai paesi terzi; si tratta di negoziati tra gli Stati membri e poi con i paesi terzi. Sarebbe positivo, naturalmente, se più parti unissero le forze. Penso ai Paesi Bassi, che stanno discutendo con l'Uganda. La Germania ha già aderito ai colloqui. Così come l'Italia e l'Albania. Ma non spetta a me decidere; abbiamo ormai gettato la base giuridica, affinché sia possibile prendere in considerazione idee così nuove e innovative", spiega il commissario Ue per gli Affari interni e la Migrazione, Magnus Brunner, al suo arrivo al Consiglio Ue Interni.
matteo piantedosi e giorgia meloni in albania con edi rama ai futuri centri migranti
Quote di solidarietà sui migranti
Al Consiglio Affari Interni è stato raggiunto l'accordo politico sul fondo di solidarietà nel quadro dell'attuazione del Patto sulla Migrazione e l'Asilo in modo da gestire l'equilibrio fra solidarietà e responsabilità sull'afflusso dei migranti in Europa.
Sulla base della valutazione dei criteri quantitativi e qualitativi stabiliti nel Patto, la Commissione europea ha concluso che Cipro, Grecia, Italia e Spagna sono sottoposti a pressione migratoria. Questi paesi possono beneficiare delle misure di solidarietà del pool di solidarietà.
Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia e Polonia sono state identificate come paesi che si trovano ad affrontare una situazione migratoria significativa a causa della pressione migratoria cumulativa degli anni precedenti. Hanno la possibilità di richiedere una detrazione totale o parziale dai loro contributi al pool di solidarietà.
(…)
Dopo l'accordo politico odierno sul pool di solidarietà, il Consiglio dovrà ancora adottare formalmente la decisione di attuazione. Ciò avverrà dopo la revisione giuridica e la traduzione entro il 31 dicembre 2025.
VIKTOR ORBAN - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
donald trump e viktor orban alla casa bianca

