enrico letta giuseppe conte

LO SCENDI-LETTA DI CONTE - NEL PD SI VIVE CON ANSIA L’IDILLIO DEL SEGRETARIO CON CONTE: ENRICHETTO È PRONTO A REGALARE A “GIUSEPPI” UNO DEI POCHISSIMI COLLEGI SICURI RIMASTI AL CENTROSINISTRA, QUELLO DI ROMA1, CHE SI LIBEREREBBE SE GUALTIERI DIVENTASSE SINDACO - LA CORRENTE DI GUERINI E MARCUCCI, “BASE RIFORMISTA” AFFILA LE ARMI, PREOCCUPATA CHE LETTA SI FACCIA TENTARE DA CONTE ANCHE SULLA STRADA DELLE ELEZIONI ANTICIPATE (PER FAR FUORI I GRUPPI SCELTI IN ERA RENZIANA…)

Laura Cesaretti per "il Giornale"

 

LA CORSA DISPERATA DI ENRICO LETTA A SIENA

«La verità è che, al momento, Enrico sta pensando solo a se stesso e a come vincere il suo collegio di Siena. L'importante è che a rimetterci non sia tutto il partito». Le parole di un'autorevole parlamentare del Pd segnalano una preoccupazione assai diffusa nelle file del partito: quella che l'idillio del segretario dem con Giuseppe Conte, che si sta spingendo fino al punto di regalargli uno dei pochissimi collegi sicuri rimasti al centrosinistra (quello di Roma1, se lasciato libero da Gualtieri), si riveli un temibile boomerang politico.

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

 

Perché «è chiaro che la strategia di Conte, con i sondaggi che danno M5s in caduta libera attorno al 12%, sia quella di provare a pescare voti nel centrosinistra», osserva il parlamentare siciliano Fausto Raciti. «E visto che quelli di Leu li ha già in tasca punterà sull'elettorato Pd. La nostra strategia, però, dovrebbe tenerne conto, per evitarlo».

 

GIUSEPPE CONTE ALLA FESTA DI COMPLEANNO DELLA RAGGI

Ma così, temono in molti, il rischio è di regalarglieli: già i sondaggi segnalano che Conte, omaggiato e lusingato come Grande Timoniere dai dem (ricordate l'ultimatum «O Conte o elezioni» che ha, con lungimiranza, preceduto di poco la nomina di Draghi?) è un leader più gradito agli elettori dem del loro stesso segretario.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Già le entusiastiche congratulazioni di Letta per la «elezione» (è arrivato primo su uno) di Giuseppi a capo grillino hanno fatto storcere la bocca a molti. Se poi gli si fa pure gentile omaggio del collegio più appetitoso della Capitale, in cambio di un cauto endorsement al candidato sindaco dem Gualtieri (una volta sepolta la Raggi con il ballottaggio), perché gli elettori dovrebbero poi tornare alla casa madre?

 

confronto tra candidati sindaci di roma 8

«Conte candidato a Roma Centro? È tutta da vedere: intanto bisogna prima vincere a Roma...», dice un esponente di Base riformista, la corrente super-draghiana (e molto critica sull'«inseguimento» dei grillini) capeggiata dal ministro Lorenzo Guerini. Solo l'elezione di Gualtieri a sindaco, infatti, potrebbe liberare il collegio sicuro cui punta Conte (che invece si è ben guardato dal candidarsi in quello, già disponibile, di Primavalle, doveva rischiava una clamorosa sconfitta), e quindi l'ex premier è assai interessato ad aiutare il candidato dem, anche contro la «sua» Virginia.

 

Enrico Letta

Per Letta, portare a casa in ottobre una vittoria Roma (insieme a quelle di Napoli e Milano, e al collegio di Siena) sarebbe un risultato ottimo, che rafforzerebbe la sua leadership nel Pd. Il segretario sa bene che, senza Roma, partirebbe presto il tam tam del congresso, e che a bordo campo già si scaldano candidati alternativi come l'emiliano Stefano Bonaccini (o, con assai meno chance, il nostalgico post-Pci Provenzano).

 

Ma un altor timore si affaccia tra i dem: che, una volta incassato un buon risultato in ottobre, Letta si faccia tentare ancora da Conte e lo segua anche sulla strada delle elezioni anticipate, che Giuseppi vorrebbe ottenere quanto prima per rifare i gruppi (molto ridotti) a sua immagine e somiglianza.

 

Un obiettivo totalmente condiviso anche dal segretario dem, che ha ereditato una compagine parlamentare che risale all'era renziana e non vede l'ora di liberarsene. Ma sul voto anticipato sia Conte che Letta rischiano di ritrovarsi fieramente contro i loro stessi partiti: «Il Pd è tutto per concludere la legislatura con il governo Draghi», taglia corto un membro dell'esecutivo.

enrico letta giuseppe conte

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...