qin gang giorgia meloni

FELUCHE MORBIDE – LA NOMINA DEL NUOVO MINISTRO DEGLI ESTERI CINESE, QIN GANG, È UN RAMOSCELLO D’OLIVO DI PECHINO IN DIREZIONE WASHINGTON: GIÀ AMBASCIATORE NEGLI STATI UNITI, HA COSTRUITO I RAPPORTI CON IL TESSUTO AMERICANO, IN PARTICOLARE CON LA COMUNITÀ ECONOMICA A STELLE E STRISCE, PROVANDO A MOSTRARE NEL CONTEMPO LA FACCIA BUONA DEL REGIME – E LA DIPLOMAZIA AMERICANA CHE FA? DOPO L’INIZIALE SCETTICISMO, MANDA SEGNALI DI FUMO A GIORGIA MELONI…

1. CHI PUNTA SU UN MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI CINA-USA CON LA NOMINA DI QIN GANG

Gioachino Piccio per www.formiche.net

 

qin gang.

Qin Gang, da poco nominato ministro degli Esteri cinese, è stato un wolf warrior, un “guerriero lupo” nella definizione della diplomazia cinese di Xi Jinping, ovvero un rappresentante di una Cina proiettata a grandi passi verso un futuro di grande potenza egemonica, che ha spesso mandato messaggi al vetriolo nei confronti di chi si metteva di traverso a questa cavalcata.

 

Ma negli ultimi mesi da ambasciatore a Washington è riuscito anche a costruire dei rapporti con il tessuto americano. In particolare con la comunità economica, grazie allo stile pragmatico con cui è uso affrontare i problemi.

 

qin gang.

A differenza di altri inviati a Washington, Qin ha lanciato alcuni dei messaggi più moderati della Cina su alcuni temi. Ha sostenuto che Pechino avrebbe cercato di impedire alla Russia di invadere l’Ucraina se lo avesse saputo e ha minimizzato il rischio di una guerra con Taiwan.

 

Nativo di Tianjin, ha studiato all’Università delle Relazioni Internazionali di Pechino, una scuola con stretti legami sia con il ministero degli Esteri che con la principale agenzia di spionaggio cinese.

 

Dopo un periodo presso la United Press International ha fatto carriera all’interno del ministero con ruoli a Pechino e a Londra. Questi elementi rafforzano la posizione di quanti ritengono che la sua nomina a ministro degli Esteri significhi che Xi stia cercando di tornare a una strategia diplomatica di basso profilo.

 

qin gang

Il compito è arduo. La Repubblica Popolare è senza dubbio lo sfidante più credibile (probabilmente anche l’unico) all’ordine internazionale basato sulle regole in cui si riconoscono le democrazie occidentali. D’altra parte se un Paese vuole proporsi come leader globale deve proiettare un’immagine positiva di sé, e Pechino è alle prese con una crisi di immagine gigantesca, tra politiche commerciali aggressive e, soprattutto, la gestione del Covid-19.

 

Nel 2019-2020, il governo cinese ha tenuto nascosto al resto del mondo un’epidemia di cui conosceva perfettamente la gravità. La successiva politica dello zero Covid ha scatenato rivolte popolari con le sue regole draconiane per contenere i focolai. Oggi l’abbandono di quella linea per evitare sommosse sta per scatenare una nuova ondata pandemica globale, con la possibilità di favorire nuove varianti.

 

qin gang janet yellen

Sovviene dunque, ai fini di questo articolo, il tweet lanciato dall’attuale ministro degli esteri cinese quando era ancora ambasciatore negli Stati Uniti. A proposito dell’epidemia, Qin diceva: “E se i nostri Paesi lavorassero insieme per trovare soluzioni, ad esempio vaccini più efficaci?”. All’epoca Qin era occupato a parare le accuse di Donald Trump che chiamava il Covid-19 Cina-virus.

 

Ad oggi si può dire che Qin Gang sia diventato un punto di riferimento importante nel difficile dialogo sino-americano, e nelle ultime settimane nel suo incarico da ambasciatore ha incontrato sia Janet Yellen che Antony Blinken, con cui si è sentito al telefono poche ore fa. Di sicuro, su alcuni temi come le pandemie globali e il cambiamento climatico, i canali sono aperti.

 

2. ITALIA E STATI UNITI, VIA VENETO C’È (E MELONI APPREZZA)

Emanuele Rossi per www.formiche.net

 

giorgia meloni a washington national prayer breakfast

Quando Giorgia Meloni aveva parlato in occasione del 47° Gala Awards della National Italian American Foundation, pochi giorni dopo la nomina a presidente del Consiglio dei ministri, aveva salutato la platea con una frase rappresentativa quanto programmatica di un destino comune: “Long live America, viva l’Italia!”.

 

A distanza dei primi tre mesi di governo, e alle porte del nuovo anno, l’esecutivo di Meloni conferma di aver costruito un ottimo dialogo e piena collaborazione con l’amministrazione statunitense, proseguendo sul solco dell’amicizia che contraddistingue Roma e Washington.

 

MELONI TRUMP

Soprattutto, il governo italiano ha superato la fase iniziale di scambio di fiducia reciproca, andando oltre lo scoglio rappresentato dal sostituire un esecutivo guidato da un leader globale come Mario Draghi. Priorità, agende e valori della maggioranza politica italiana (orientata verso il conservatorismo) sono state integrate con quelle dell’amministrazione del Dem Joe Biden.

 

“Subito dopo la crisi innescata dalle dimissioni di Draghi e nel periodo immediatamente successivo al voto del 25 Settembre, qualche dubbio persisteva: sulle radici ideologiche della presidente del Consiglio, su alcune posizioni smaccatamente pro-Russia di alcuni azionisti di maggioranza della coalizione, sul caos creato da alcuni provvedimenti (ad esempio, il passaggio sui Rave e perché mai fosse una priorità non era stato molto capito)”, spiega Dario Cristiani, analista del German Marshall Fund basata a Washington e attento osservatore delle dinamiche Usa-Italia.

 

giorgia meloni alla conferenza dei conservatori cpac, in florida

L’apparente distanza ideologica è stata superata dalla necessità di lavorare insieme su questioni internazionali di primaria importanza. “Con il passare delle settimane, però, molti di questi dubbi si sono affievoliti”, continua Cristiani con Formiche.net: “in tal senso, le scelte operate sugli Esteri hanno avuto un ruolo molto significativo, in particolar modo la fermezza sul dossier ucraino e l’attivismo diplomatico sui problemi dei Balcani sono stati percepiti in maniera estremamente positiva”.

 

L’esperto del GMF, aggiunge che le tensioni con la Francia e qualche passaggio sulla Cina “sono ancora visti come problematici”, però nel quadro complessivo non sono dati così salienti da creare problemi strutturali. “Oltre alla responsabilità transatlantica mostrata dalla premier, ministro degli Esteri e ministro della Difesa, credo che tale risultato sia anche dovuto alla capacità dei diplomatici italiani di veicolare in maniera convincente le priorità del nuovo governo”. In tal senso, per Cristiani, “responsabilità politica e capacità istituzionale sono i due elementi che hanno permesso alla relazioni italo-americane di continuare sui binari tracciati da Draghi”.

 

shawn p crowley vice capo missione usa in italia foto di bacco

Alla base di queste visioni che hanno costruito le nuove relazioni c’è appunto quell’intensa attività diplomatica svolta a Washington dall’ambasciatrice Mariangela Zappia, ma anche a Roma, con l’inteso lavoro di comprensione del tessuto socio-politico e culturale italiano dell’incaricato d’affari Shawn Crowley. Quest’ultimo, attraverso il servizio svolto insieme al team diplomatico di primo livello che coordina da Via Veneto, non sta facendo rimpiangere l’assenza di un ambasciatore. Un’assenza che non sta incidendo sulla presenza diplomatica americana in Italia. Anzi, il continuo contatto di Crowley con il mondo politico e istituzionale, nonché con le varie anime del Paese, è parte di un potenziamento operativo nelle relazioni Italia-Usa.

 

Se l’allineamento euro-atlantico è l’insieme di condivisione della partnership storica italo-americana, il cuore dei rapporti Roma-Washington è adesso più che mai il Mediterraneo. Basta pensare alle attività svolte dalla Difesa italiana a protezione delle infrastrutture strategiche (anche subacquea) dalle attività di attori rivali come la Russia. O ancora dalla condivisione di intenti – politici e securitari – sul fronte nordafricano e saheliano.

SHAWN CROWLEY

 

L’incontro del G20 a novembre, in cui Meloni ha avuto un primo faccia a faccia con Biden, è stato un momento di (ri)partenza formale del dialogo dopo la fase del passaggio di consegne tra il nuovo e il vecchio governo italiano. E a breve, i grandi temi sul tavolo – la cooperazione per fare fronte alle sfide globali, dalla crescita economica alla sicurezza comune – saranno al centro della visita della presidente italiana alla Casa Bianca.

giorgia meloni a washington national prayer breakfast giorgia meloni alla conferenza dei conservatori cpac, in florida 2giorgia meloni alla conferenza dei conservatori cpac, in florida

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: MATTEO PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)