OBAMA IN CRUZ - IL SENATORE TEXANO PIÙ AMATO DAL TEA PARTY RADUNA I SUOI PER AMMAZZARE LA RIFORMA SANITARIA

1. USA: SENATORE CRUZ RIUNISCE 20 DEPUTATI DELLA LINEA 'DURA'
(ANSA) - Ted Cruz, il senatore texano, ormai il piu' amato dal Tea Party, ha riunito ieri sera una ventina di deputati ultra-conservatori nel sotterraneo di un ristorante messicano, il Tortilla Coast, a due passi da Capitol Hill. Un incontro ultra-riservato, durato circa due ore, durante il quale e' stato ribadito che non voteranno alcun accordo su debito e shutdown che non preveda anche tagli rilevanti al finanziamento della riforma sanitaria, la Obamacare.

2. CAMERA AL VOTO SU SUO TESTO, PIÙ DURO SU OBAMACARE
(ANSA) - I deputati repubblicani anticipano i tempi e puntano ad approvare nelle prossime ore un loro testo sullo shutdown e il debito, più "duro" rispetto alla bozza d'intesa bipartisan raggiunta al Senato. I tempi sarebbero simili: riapertura dello Stato Federale sino al 15 gennaio e del debito sino al 7 febbraio. Però la Camera chiede misure più pesanti contro l'Obamacare: sospensione di due anni per le tasse legate alla riforma sanitaria e cancellazione dell'assistenza medica per i membri del Congresso e del governo del presidente.


3. LA GUERRA PERMANENTE ALL'OBAMACARE RISVEGLIA GLI ISTINTI DELL'AMERICA
Mattia Ferraresi per "il Foglio"

Domenica una folla armata di bandiere ha rimosso le transenne disposte davanti al monumento in memoria dei caduti della Seconda guerra mondiale, chiuso per shutdown dello stato federale, e ha occupato la scena. I manifestanti hanno cantato inni patriottici, hanno mostrato i cartelli con il motto "don't tread on me" e rispolverato l'armamentario simbolico degli irriducibili oppositori degli eccessi del governo centrale.

Il primo attore sulla scena era, come di consueto in queste settimane di lotta furibonda nella capitale, il senatore Ted Cruz, questa volta nei panni del capopopolo con impermeabile e camicia sportiva, libero dai canoni formali dei dibattiti in Aula e finalmente circondato dalla base che sta galvanizzando con successo. Assieme a lui c'erano il compagno in armi Mike Lee e Sarah Palin, resuscitata dal clima battagliero promosso dai repubblicani intransigenti.

Più i negoziati al Congresso per mettere fine allo shutdown e innalzare il tetto del debito s'incagliano - e nel fine settimana si sono incagliati parecchio, dopo le aperture della scorsa settimana - più la fazione intransigente si sente rafforzata nella convinzione che uno scontro frontale con Barack Obama e i democratici sia di gran lunga preferibile a una manovra di avvicinamento verso il compromesso.

Cruz non ha vinto ma ha stravinto lo "straw poll" del Family Research Council Action, corsa fra i potenziali candidati repubblicani alla Casa Bianca che ha valore puramente simbolico ma serve a misurare la temperatura dell'elettorato. Il senatore del Texas ha ricevuto più del triplo dei voti del secondo classificato, Ben Carson, e i suoi sostenitori chiedono che si proceda sulla strada radicale del definanziamento dell'Obamacare, conditio sine qua non della trattativa.

Uno stratega repubblicano ha spiegato al Washington Post che "se la strategia di Cruz avesse il 20 per cento delle chance di funzionare, o anche il dieci per cento, varrebbe la pena tirare i dadi e vedere cosa succede, ma se le chance sono zero, beh...". Ma ciò che fa innervosire il viscerale popolo anti Obamacare è esattamente quel "beh" che trasuda calcoli e tattiche aliene allo spirito antagonista.

Sul Wall Street Journal, la columnist Peggy Noonan ha scritto che "i repubblicani dovrebbero premere più che mai per ritardare l'Obamacare", questione di principio che si sovrappone al rovinoso esordio tecnico della piattaforma online dove gli americani possono acquistare le polizze assicurative. Il comico Jon Stewart ha detto, davanti a una imbarazzatissima Kathleen Sebelius, segretario della Salute, che "si fa prima a scaricare tutti i film mai girati che a completare la procedura d'iscrizione al sito dell'Obamacare".

Ma gli inconvenienti telematici sono soltanto gli ultimi anelli della catena, e la chiamata alle armi di Noonan offre una risposta, implicita e velenosa, ai repubblicani più favorevoli al negoziato, ad esempio al deputato Paul Ryan, che la settimana scorsa sullo stesso giornale ha spiegato alcune concessioni che il partito potrebbe ottenere in cambio di un voto su tetto del debito e legge di bilancio, ma non ha mai citato la riforma sanitaria.

Il fossato fra i repubblicani in cerca di un accomodamento - anche ieri i leader del Congresso sono scesi alla Casa Bianca per discutere un accomodamento temporaneo per innalzare il tetto del debito: la scadenza ufficiale è giovedì - e gli intransigenti che vedono per il Gop un futuro minoritario ma decisivo nel panorama politico. Su questo punto insiste anche l'eminenza grigia degli intransigenti, Michael Needham, stratega poco più che trentenne e presidente dell'associazione Heritage Action, forza di complemento di Cruz e compagni.

"Siamo in un'ottima posizione", ha detto al Wall Street Journal, "abbiamo passato gli ultimi tre mesi a parlare esclusivamente dell'Obamacare. La riforma è rimasta costantemente sulle prime pagine e ora i sondaggi mostrano che è più impopolare che mai. La gente sta iniziando a rendersi conto che non funzionerà". E' sul terreno di questa campagna antagonista, irrorato in modo capillare da una galassia di gruppi di pressione, che crescono le manifestazioni contro il "big government" e spesso contro il government tout court, nervo infiammato della coscienza politica americana.

 

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