jd vance giorgia meloni

L'ANGOLO DEL BUONUMORE – OGGI IL "CORRIERE" VERGA UN ARTICOLO SURREALE, IN CUI SCOPRIAMO CHE “IL MANTRA DELLA MELONI” È "LA DEMOCRAZIA BASATA SUL FREE SPEECH” (DITELO AI GIORNALISTI NON APPECORONATI QUERELATI DAL GOVERNO) – NON SOLO: GIORGIA MELONI “CONDIVIDE IN TOTO” IL DISCORSO DI JD VANCE, GIUDICATO DA TUTTI I LEADER EUROPEI (A RAGIONE) INQUIETANTE –  IL GRAFFIO FINALE: “SE IL NUMERO DUE DELLA CASA BIANCA NON HA CONVINTO LA NOSTRA PREMIER È NEI TONI E NEL REGISTRO DI AGGRESSIVITÀ”. PROPRIO LEI, CHE SBROCCA UN GIORNO SÌ E L’ALTRO PURE...

jd vance alla conferenza di monaco

DAGONOTA

Ci siamo giocati anche il “Corriere della Sera”. Il quotidiano di via Solferino, ormai, s'è iscritto al club degli house organ meloniani, insieme a pregiate testate come “Libero” e “il Giornale” della famiglia Angelucci e “il Messaggero” di Caltagirone.

 

Con un articolo a metà tra l’ilare e il surreale, firmato Marco Galluzzo, il quotidiano un tempo considerato il più autorevole del Paese, ci fa scoprire innanzitutto che la Meloni condivide “in gran parte” il discorso di JD Vance alla conferenza per la sicurezza di Monaco di Baviera, giudicato inquietante (eufemismo) da tutti i leader europei.

 

Scopriamo inoltre che: “’La democrazia si basa sul free speech’ è uno dei mantra di Meloni”. Davvero? Sicuri? Abbiamo letto bene?

 

marco galluzzo

Una novità che non può che farci piacere, dopo gli attacchi ripetuti e martellanti contro i giornalisti non appecoronati al Governo (da Ranucci a Dagospia passando per “Domani” e “Repubblica”), usando ogni strumento: querele temerarie, shitstorm, intimidazioni e pressione mediatica.

 

Ancora più interessante è che Giorgia Meloni “condivide in toto la denuncia di J.D. Vance, quella di una manipolazione dei principi base della democrazia per fini legati alle logiche del main stream, dove diritti e libertà sono decisi talvolta a tavolino, a seconda delle convenienze politiche”.

 

Ma l’alibi del mainstream, in America come in Italia, è il solito specchietto per le allodole: è l'argomento preferito di chi detesta essere contraddetto. Di chi non vuole sentire addosso la pressione della legge, dei magistrati, della Costituzione, delle opposizioni e di chiunque possa ostacolarne i piani. 

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

Il tanto evocato "mainstream", nella testa di JD Vance e di Giorgia Meloni, è associato ai "poteri forti", al deep state, ai "burattinai", gli "euroburocrati". 

 

Peccato che questa narrazione anti-potere è una mezza truffa. Visto che Giorgia Meloni governa ormai da due anni mezzo e JD Vance, un tempo cantore degli Hillbilly degli Appalachi, oggi è vicepresidente degli Stati uniti, dopo una prestigiosa carriera tra le università della Ivy League e fondi di private equity. Più élite di così, se more. Alla faccia dell'underdog. 

 

Una barzelletta raccontata anche da Elon Musk che fa l'antisistema da uomo più ricco del mondo. Ridicolo.

 

Poi, il “graffio finale”. C'è stato un passaggio dell'articolo del “Corriere della Sera” che ci ha mandato in tilt. Abbiamo persino pensato a un pesce d’aprile anticipato. Il prode Galluzzo ricama: “Se il numero due della Casa Bianca non ha convinto la nostra premier è nei toni e nel registro di aggressività, e anche nell’aspirazione pedagogica”.

 

viktor orban giorgia meloni - foto lapresse

Avete letto bene: registro di aggressività. I toni. L'aspirazione pedagogica. Un mix di assurdità che dovrebbero farci immaginare Giorgia Meloni come un ircocervo, metà Madre Teresa di Calcutta metà Gentiloni. 

 

Ma come? La Meloni sbrocca un giorno sì e l’altro pure, sbraita in romanesco rischiando di compromettere i già fragili otoliti, si indigna come una "sciura" altoborghese per l’aggressività di JD Vance? Raccontatecene un'altra.

 

Ps. A proposito di Europa messa in crisi dall’interno, oggi il premier ungherese, Viktor Orban, altro grande amico (ex?) di Giorgia Meloni, si è scagliato contro il vertice di Parigi sull’Ucraina: “Non fa altro che ostacolare gli sforzi di pace”.

 

jd vance e donald trump foto lapresse

A dirlo è il cavallo di Troia numero uno di Putin nell’UE. Uno che ha rotto il cazzo a ogni tentativo di Bruxelles di imporre sanzioni o battere un colpo contro l’invasione russa dell’Ucraina.

 

ORBAN: “IL VERTICE DI PARIGI OSTACOLA GLI SFORZI DI PACE IN UCRAINA”

Estratto da www.lastampa.it

 

[…] Il premier ungherese Viktor Orban si scaglia contro il vertice di Parigi convocato per oggi pomeriggio da Emmanuel Macron per cercare una risposta comune agli Usa sull’Ucraina. «Il summit in Francia non fa altro che ostacolare gli sforzi di pace in Ucraina», annuncia il leader magiaro. […]

 

giorgia meloni vladimir putin financial times

I DUBBI DI MELONI: ERA MEGLIO IN 27. VANCE? LO CONDIVIDO SU DIRITTI E LIBERTÀ

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

[…] Giorgia Meloni […] ci sarà, ma con non poche riserve. Alla vigilia del vertice, con un cancelliere tedesco che dovrà lasciare i lavori in anticipo per ragioni di politica interna, con una serie di proteste informali da parte degli Stati esclusi, dalla Finlandia agli Stati baltici, nel governo italiano si rafforzano le perplessità sul formato scelto da Macron.

 

IL VIDEO DEL BACIO TRA ELON MUSK E GIORGIA MELONI REALIZZATO CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE 2

[…] I dubbi sul formato, che include Polonia, insieme ad inglesi, italiani, spagnoli, un assetto che dovrebbe rispondere agli strappi unilaterali che la Casa Bianca sta dettando, si sono rafforzati ieri pomeriggio, quando a Roma sono arrivate diverse telefonate degli Stati esclusi dal vertice.

 

[…] Ma da Palazzo Chigi filtrano almeno altre due considerazioni: gli schiaffi che il vicepresidente americano ha scelto di dare all’Unione, al di là dei toni e del linguaggio, sono in gran parte condivisi.

 

«La democrazia si basa sul free speech », è uno dei mantra di Meloni, che rivendica di sostenere da anni queste tesi. E che quindi condivide in toto la denuncia di J.D. Vance, quella di una manipolazione dei principi base della democrazia per fini legati alle logiche del main stream , dove diritti e libertà sono decisi talvolta a tavolino, a seconda delle convenienze politiche.

 

jd vance alla conferenza di monaco

Se il numero due della Casa Bianca non ha convinto la nostra premier è nei toni e nel registro di aggressività, e anche nell’aspirazione pedagogica, visto che ha dimenticato che i «diritti civili e le libertà fondamentali li abbiamo definiti noi in Europa», mentre una critica si può accettare sul fatto che l’Ue abbia perso negli anni ultimi anni le ragioni esistenziali del proprio assetto, gli obiettivi chiari che vuole perseguire. […]

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI NELLA LOGGIA NERA - MEME BY EDOARDO BARALDI

INCONTRO VOLODYMYR ZELENSKY JD VANCE A MONACO

viktor orban giorgia meloni - foto lapresseDONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MARCO RUBIO

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”