berlusconi marina piersilvio meloni

“PAPA, ADESSO FERMATI” – SCENDONO IN CAMPO MARINA E PIER SILVIO BERLUSCONI PER ARGINARE LO STRAPOTERE DELLA RONZULLI E RICUCIRE CON LA MELONI (PER RAGIONI POLITICHE E IMPRENDITORIALI): DOMANI L’INCONTRO TRA IL CAV E LA DUCETTA – FURIBONDA LA "CAINANA" (CHE NON RISPONDEREBBE PIU’ AL TELEFONO ALL’EX INFERMIERA): PER LEI E’ STATO “DOLOROSO” VEDERE COM’ERA STATO GETTATO NELLA POLVERE IL NOME DEL PADRE DESCRITTO COME UN ANZIANO SUBORNATO DALLA CORTE E TRASFORMATO NELL'OMBRA DI SE' STESSO - MARINA AVEVA AVVERTITO LA SERA PRIMA CHE MELONI AVREBBE TROVATO I VOTI E CHE IL CAV ANDAVA DIFESO – PIER SILVIO PONTIERE CON "DONNA GIORGIA": SI SONO SENTITI E… 

Dagoreport

Https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/strada-meloni-palazzo-chigi-diventata-vicolo-328321.htm

 

 

 

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

MARINA E PIERSILVIO BERLUSCONI

Ieri in Forza Italia si respirava un clima da Venerdì santo, «in attesa della Pasqua di resurrezione con cui — diceva un dirigente azzurro — il centrodestra celebrerà il rito della pacificazione».

 

L’evento non cadrà di domenica, visto che l’incontro conciliatorio tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si dovrebbe tenere domani. Più dei pontieri e degli amici di una vita del Cavaliere, sono stati i figli maggiori dell’ex premier a premere sul padre ed esortarlo a chiudere il conflitto con l’alleata, in modo da raggiungere un’intesa. Anche perché Meloni nei giorni scorsi si era direttamente appellata proprio ai familiari di Berlusconi, spiegando loro che c’era piena disponibilità a comporre la vertenza, dietro la quale — garantiva — non c’erano motivi personali.

silvio berlusconi con marina e pier silvio

 

 

Per due volte, infatti, la premier in pectore si era sentita con Pier Silvio Berlusconi. E per due volte l’amministratore delegato di Mediaset aveva trasmesso il messaggio al padre, accompagnandolo con una sollecitazione: «Non puoi non trovare un accordo», per ragioni politiche e imprenditoriali. Ma per due volte il Cavaliere aveva opposto resistenza. Finché si è arrivati allo «strappo di Palazzo Madama», alla diserzione azzurra dal voto sulla presidenza del Senato, al filmato in cui il leader forzista pronunciava un «vaffa» in presenza di Ignazio La Russa, all’immagine che fissava i duri commenti su Meloni vergati dallo stesso Berlusconi.

 

marina e piersilvio berlusconi

Davanti alla disfatta di Forza Italia e alla reazione veemente dell’alleata, la figlia è corsa ad Arcore, dove ieri ha incontrato a lungo il padre. «Fermati», gli ha detto. Raccontano di una Marina furibonda. Per le questioni che già aveva posto il fratello, certo, ma soprattutto perché per lei era stato «doloroso» vedere com’era stato gettato nella polvere il nome del genitore, descritto come un anziano subornato dalla corte, trasformato nell’ombra di sé stesso e della sua storia. Una storia che l’ex premier ha rivendicato e che ha ispirato le mosse contro «la signora», compreso quel foglietto, scritto intenzionalmente, e dal quale c’era stato chi lo aveva implorato almeno di togliere l’aggettivo «ridicola».

 

BERLUSCONI RONZULLI

«Fermati». Che poi è quanto hanno suggerito a Berlusconi sia Fedele Confalonieri sia Gianni Letta, impegnato nel ruolo di raccordo con i pontieri di FdI. Così va maturando quel clima di ricomposizione, che passa anche attraverso i messaggi inoltrati da Meloni per via interposta al Cavaliere. Così i figli hanno appreso che la sua reazione era stata «un atto di difesa politica» e null’altro.

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI MEME

Che, chiarito il suo ruolo, Forza Italia sarà adeguatamente rappresentata. Che sulla delegazione azzurra attende da Berlusconi indicazioni all’altezza della stagione, «perché il mio compito a Palazzo Chigi sarà molto difficile e non intendo svolgerlo con dei Toninelli al fianco».

 

Nel giorno del Venerdì santo, anche l’area più intransigente dei forzisti comprende che bisognerà accedere a un accordo «il meno doloroso possibile». Insomma, la «via familiare alla mediazione», come l’ha definita uno dei leader dell’alleanza, sta producendo effetti. È vero, ci sono ancora dei nodi da sciogliere, il Cavaliere per esempio insiste su alcuni ruoli come la Giustizia, che vorrebbe assegnata al suo partito. E che invece — per ragioni di opportunità politica e non per mancanza di qualità e competenze — la premier in pectore preferirebbe affidare a Carlo Nordio. Ad Arcore hanno inteso che Meloni vuole ricucire, evitando prove di forza.

 

MELONI

Quella tentata al Senato dagli azzurri è stata invece improvvida: non solo perché non ha tenuto conto dei numeri nella coalizione e non ha contemplato le possibili contromosse di Fratelli d’Italia. Il punto è che la diserzione dal voto su La Russa ha finito per rendere manifesta la spaccatura nel partito, che era già evidente ma non si era formalmente palesata. La conseguenza è che, nel giro di poche ore, in Forza Italia si è accelerato il processo politico. Ed è come se si fosse aperto un congresso post berlusconiano in presenza di Berlusconi. Ma questo problema non può certo risolverlo Meloni.

confalonieri con marina e piersilvio berlusconi BERLUSCONI MELONIRONZULLI BERLUSCONI MELONIsilvio berlusconi licia ronzulli. silvio berlusconi licia ronzulliMELONI NUOVO TAGLIOlicia ronzulli silvio berlusconi. fedele confalonieri con marina e pier silvio berlusconi

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN