reddito di cittadinanza

PERCHÉ LE DOMANDE PER IL REDDITO DI CITTADINANZA SONO AL DI SOTTO DELLE ATTESE? LE CAUSE SONO LEGATE AL FATTO CHE UN QUARTO DELL’OLTRE UN MILIONE DI DOMANDE PRESENTATE È STATO RIGETTATO DALL’INPS “PER LA MANCANZA DI UNO O PIÙ REQUISITI” RITENUTI “TROPPO STRINGENTI PER LA RICHIESTA DEL BENEFICIO”

Alberto Ferrigolo per www.agi.it

 

Si potrebbe definirle come “lettere dalla povertà”. O la testimonianza che anche un piccolo aiuto può esser utile a non farci sentire ai margini. O a uscire da una situazione di difficoltà. Non solo economica. Ma personale. Nei confronti di terzi. Una comunità, la famiglia, una moglie, un figlio, una figlia. “Per una volta non mi sono sentito un fallito per aver pagato la comunione di mia figlia” ha scritto, tra gli altri, Giorgio.

 

LUIGI DI MAIO REDDITO DI CITTADINANZA BY LUGHINO

Oppure, “Sono una donna sola con una bambina, sono in affitto e senza lavoro. Ora posso migliorare la mia situazione e garantire a mia figlia qualcosa da mangiare in più e un tetto. Ho già pagato una bolletta”, scrive Eleonora77 dalla Sicilia. “Per la prima volta grazie al Rdc, mi sento di essere aiutato e considerato dal mio Stato. Sono riuscito a pagare le bollette e gli altri soldi li ho utilizzati per fare la spesa” dice Raffaello dalla Toscana. Anche perché “difficilmente chi non ha difficoltà a comprare del cibo può capire cosa si prova”.

 

Sono alcune delle lettere arrivate sulla mail spesa di 'spesadicittadinanza@gmail.com' che Il Fatto ha sollecitato a inviare per raccontare come viene speso il Reddito di cittadinanza e che il quotidiano pubblica oggi in due pagine, che riassumono anche i dati delle domande finora presentate per ottenerlo 1.016.977), le domande arrivate ai Caf (748.742), il  tasso delle domande rifiutate (25%). Oltre al numero delle domande pervenute finora all’Inps, che è pari al 57% delle famiglie in povertà assoluta, con una descrizione percentuale delle differenze regionali che sono notevoli.

 

reddito di cittadinanza

In Sardegna, ad esempio, sono state presentate 46.335 domande a fronte di 35.011 famiglie povere (il 132%), mentre in Trentino Alto Adige la sovrapposizione è solo del 23%. Anche in Abruzzo il numero di domande per il reddito di cittadinanza supera la povertà (103%) e tassi elevati si registrano in Campania (85%, pari a 172.175 individui) e Toscana (84%). Tra i valori inferiori alla media prevalgono le regioni del centro-nord, con l’eccezione di Calabria e Molise (entrambe 43%). Percentuali che rivelano come il rapporto tra domande di Reddito di cittadinanza e i poveri assoluti, nelle regioni più povere è più alto.

 

PERCHÉ IL REDDITO NON DECOLLA?

Il tema di cui si discute in questi giorni è infatti legato al numero delle domande pervenute, che si è rivelato per l’Inps “al di sotto delle attese” si legge nell’analisi che accompagna la pubblicazione delle testimonianze arrivate al giornale via email e ci fa interrogare sul perché il Reddito di cittadinanza non decolla? E tra le spiegazioni più in voga che si possono leggere qua e là, c’è quella secondo la quale, “siccome molti lavorano in nero, preferiscono non chiedere il sussidio per evitare controlli fiscali e sanzioni penali”.

reddito di cittadinanza alle poste 3

 

Ciò che fa tirare le somme per dire che alla fin fine “in Italia non c’è poi tutta la povertà che pensavamo”. Ma “le famiglie povere – secondo l’Istat 1,8 milioni (5 milioni di individui) – sono quelle che spendono in maniera insufficiente per il sostentamento, a prescindere dalla fonte dei loro magri redditi. Magari questi poveri lavorano in nero, ma hanno comunque dei consumi da poveri” analizza l’articolista.

 

Secondo chi analizza le cause, invece, il Rdc non decolla “sono altri”.  Ad esempio sono legate al fatto che un quarto dell’oltre un milione di domande presentate è stato rigettato dalla stessa Inps “per la mancanza di uno o più requisiti” ritenuti “troppo stringenti per la richiesta del beneficio”.

 

reddito di cittadinanza alle poste 1

E ciò che pesa di più in favore di questa “mancata corrispondenza” tra reddito di cittadinanza e povertà sarebbe da attribuire proprio ai “criteri di calcolo della scala di equivalenza del reddito che penalizzano le famiglie numerose” come lo possono essere il tetto a 6.000 euro sul conto in banca soprattutto per l’integrazione della pensione di cittadinanza oppure il requisito della residenza e dell’attestazione del patrimonio che impedisce a molti dei 500 mila nuclei di stranieri poveri (il 28% del totale) di accedere al beneficio.

 

LA CAUSA DELLA DISPARITÀ TERRITORIALE

Così come il motivo della disparità territoriale sarebbe da ricercare nel “diverso tasso di accettazione delle domande, con un numero di rifiuti maggiore laddove la percentuale è più alta, ma potrebbe anche risiedere nella misura statistica”. L’articolo conclude con questa riflessione: “Poiché l’obiettivo del reddito di cittadinanza è il contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale e le regole rischiano di penalizzare alcune categorie di indigenti, è già chiaro che serve qualche aggiustamento”. In che modo? Forse proprio “grazie ai risparmi sullo stanziamento inizialmente previsto, che andrebbero destinati ad ampliare la platea dei beneficiari, con correttivi che permettano di raggiungere il maggior numero di poveri”.

reddito di cittadinanza alle poste 2

 

E stando sempre in tema di povertà, lo scorso lunedì 6 maggio il Sole24Ore ha fatto un po’ di conti in tasca alla middle class, rilevando che dal 2008 ha perso il 12% del proprio reddito, con un calo che nel decennio nella fascia reddituale che sta tra i 26 mila e i 55 mila euro.

 

Tanto che il 43% degli italiani non riesce ad arrivare ai 15 mila euro di reddito annuo. E i più ricchi sono una quota che non supera il 5% dei contribuenti. Confronti possibili? Anche l’area Ocse non è affatto messa bene. A guardare a fondo si scopre che “il numero delle famiglie con un reddito medio è calato quasi ovunque negli ultimi trent’anni: Spagna -9,4%, Germania -5,8, Olanda -5, Italia -3,9”.

luigi di maio reddito di cittadinanza

 

Ma in questi giorni, oltre che di povertà, sui giornali si è parlato anche molto di ricchezza. In particolare sul Sole24Ore e su Libero, che secondo dati Bankitalia-Istat “dopo tre anni di calo nel 2017 la richezza netta delle famiglie italiane e tornata a crescere (98 miliardi in piu in termini fair value; +1%) ed e arrivata a 9.743 miliardi, otto volte il loro reddito” si può leggere sul quotidiano confindustriale. “Mentre quella delle societa non finanziarie s’e ridotta a 1.053 miliardi (23 miliardi in meno sul 2016; -2,1%). Ciò che fa titolare a Libero così l’apertura della prima pagina del 10 maggio: “Ecco la verità sulla ricchezza degli italiani”. Ovvero, “siamo nababbi: superati addirittura dai tedeschi”. La verità? Forse, o come sempre, sta nel mezzo, come per i famosi polli di Trilussa… 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?