giorgia meloni

POLTRONIFICIO MELONI – E MENO MALE CHE LA SORA GIORGIA AVEVA DECLAMATO TRONFIA: “BASTA AMICHETTISMO” – TRA LE NOMINE FATTE DAL GOVERNO FINORA SPUNTANO DECINE DI NOMI CON LA TESSERA A DESTRA – SONO CIRCA SESSANTA I POLITICI NON RICANDIDATI O NON ELETTI CHE HANNO RICEVUTO UNA POLTRONA DAL “GOVERNO DEL MERITO” – E POI COGNATI, FIGLI, FEDELISSIMI, PERSINO COMPAGNI DI BURRACO PIAZZATI IN MINISTERI, STAFF, CDA DI PARTECIPATE E UFFICI DI COMUNICAZIONE – ECCO LA LISTA…

Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

FASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO

Nel salotto accogliente di Quarta Repubblica sull’altrettanto canale amico di Rete 4, Giorgia Meloni a favore di telecamere ha così detto (urlato per la precisione): «Ho dato inizio alla stagione del merito che pone fine a quella dell’amichettismo. È finito il mondo nel quale per le nomine pubbliche la tessera del Partito democratico fa punteggio. Ora conta il merito e le carte le do io». Parole forti, chiare si direbbe. E anche giuste, se riferite al fatto che «adesso» per le nomine non si guarda alla tessera di partito, anche del Pd chiaramente, ma al merito. Ma è proprio così? […]

 

Repubblica ha passato al setaccio tutte le nomine fatte e gli incarichi dati dallo scorso novembre a oggi da Palazzo Chigi, nei ministeri e soprattutto nelle società controllate. Intanto i numeri: a oggi sono circa sessanta i politici non ricandidati o non eletti che hanno ricevuto una poltrona dal governo del merito. E tutti con la tessera, loro sì, di Fratelli d’Italia, Lega o Forza Italia.

 

Parenti e affini

POLITICI NON RIELETI NOMINATI DA FDI IN MINISTERI E CDA PUBBLICI

Ma andando al partito di governo di Meloni, qualche curiosità non manca. Al netto della triade presidente- cognato ministro dell’Agricoltura- sorella alla guida del partito di maggioranza che detta la linea in Parlamento: una triade di sangue e affini che non si era mai vista dalla nascita della Repubblica.

 

Restando ai parenti e in zona Palazzo Chigi, Meloni ha nominato la sua storica collaboratrice Giovanna Ianniello come responsabile eventi di comunicazione: suo cognato, Paolo Quadrozzi, ha un incarico nello staff del sottosegretario Alfredo Mantovano.

 

A proposito di famiglie, Marco Osnato, cognato di Romano La Russa (fratello del presidente del Senato) è dato in grande ascesa nel partito lombardo ma non solo: per lui è stato scelto il ruolo di presidente della delicata commissione Finanze alla Camera. In orbita familiare, il figlio di Ignazio La Russa, Geronimo, è stato nominato dal ministro di Fratelli d’Italia Gennaro Sangiuliano come componente del cda del Piccolo teatro di Milano. Parenti e affini.

 

Il giornalista Alessandro Giuli dallo stesso ministro è stato indicato alla guida del Maxxi di Roma, la sorella, Antonella, già portavoce del ministro Lollobrigida è da poco entrata nell’ufficio stampa della Camera in quota FdI (incarico fino a fine legislatura).

gennaro sangiuliano alessandro giuli foto di bacco

 

Se si allarga l’orizzonte alla Lega, nello staff di Matteo Salvini a Palazzo Chigi nel ruolo di vicepresidente si trova Leonardo Foa come esperto comunicazione e compenso da 120 mila euro: è il figlio di Marcello Foa, ex presidente in quota leghista della Rai e oggi conduttore di un programma su Radio Uno.

 

In un ramo non proprio distante dal ministero dello Sport guidato dal meloniano Andrea Abodi, la Figc, sono stati assunti recentemente la figlia del ministro leghista Giancarlo Giorgetti a Casa Italia e il figlio del segretario e ministro di Forza Italia Antonio Tajani al comitato Europei 2032 […]

 

Le tessere e gli incarichi

Fabio Tagliaferri

Tornando alle nomine politiche, e all’affermazione secondo la quale non si guarderanno le tessere ma il merito, sul fronte meloniano questo principio vacilla. Alessandro Zehentner candidato al Senato per FdI è stato nominato nel cda dell’Enel, per dire, e Francesco Macri, meloniano di Arezzo, nel cda di Leonardo.

 

Mentre Fabio Tagliaferri è stato appena indicato alla guida della società in house del ministero dei Beni culturali, Ales: lui di sicuro ha la tessera di FdI, essendo stato scelto dalla responsabile del partito, Arianna sorella di Giorgia, come delegato alle alleanze nel territorio. A proposito di nomine, se l’ultima è quella di Tagliaferri, la penultima è quella di Carlo Molfetta alla guida dei Giochi del Mediterraneo (medaglia d’oro taekwondo alle Olimpiadi 2012 e definito dal Fatto quotidiano «compagno di burraco di Giorgia Meloni»). Ma la prima in assoluto fatta dal governo di destracentro è stata quella del semisconosciuto ingegnere Claudio Anastasio alla guida della 3I spa: a suggerire il suo nome Rachele Mussolini, nipote del Duce.

 

carlo molfetta 6

Anastasio resterà in carica pochi mesi, dimettendosi dopo aver inviato una mail al cda citando il discorso infame di Mussolini all’indomani dell’omicidio del socialista Giacomo Matteotti. Non si sa se ha la tessera, ma si sente a casa in Fratelli d’Italia tanto da chiedere alla festa dei meloniani «come sta il nostro partito», Paolo Corsini: promosso nella Rai di Meloni a responsabile degli approfondimenti. E in Rai a promozioni di area non ci si è fatto mancare nulla.

 

Negli staff i riciclati

rachele mussolini

Un eldorado per chi non è stato rieletto nei tre partiti di maggioranza è comunque quello degli staff ministeriali. Il record assoluto di riciclati con la tessera spetta alla Lega di Salvini: che non a caso ha indicato il nome del ministro «all’Istruzione e al merito». Ne abbiamo contati oltre venti.

 

Ma tornando al partito di Meloni che ha sentenziato «la fine dell’amichettismo», troviamo negli staff ministeriali l’ex sindaco di Verona non rieletto, che ha trovato “riparo” dal ministro Abodi con una consulenza da 50 mila euro; e la candidata al Senato non eletta Dusolina Marcolin, che invece è nello staff del ministro Luca Ciriani (incarico da 80 mila euro).

 

L’ex deputato meloniano Massimiliano De Toma ha un contratto dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, che comunque ha un suo staff che costa “solo” 2 milioni di euro all’anno e, come scritto da La Provincia di Como, è composto per un quarto da comaschi. E indovinate da dove arriva Butti? Il merito, dicevamo.

giorgia arianna meloni GIORGIA MELONI CON LA SORELLA ARIANNA E PATRIZIA SCURTIGIORGIA MELONI A CATANIA CON IL MINISTRO MUSUMECI E IL SINDACO TRANTINO

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO