michele emiliano

“LA GENTE INSEGUIRÀ I GRILLINI PER STRADA” – LA PREVISIONE DI MICHELE EMILIANO: “IN PUGLIA IL M5S NON ESISTE QUASI PIÙ. OGNI PUGLIESE HA IL VIDEO DI DI BATTISTA CHE GIURA CHE NON SARÀ FATTO IL TAP. POI SAPPIAMO COM’È FINITA” – “STO CON ZINGARETTI PERCHÉ È L’UNICA GARANZIA DELLA FINE DEL RENZISMO. SE AVESSIMO FATTO IL GOVERNO CON IL M5S AVREMMO RADDOPPIATO NOI I CONSENSI, NON SALVINI”

Pietro Senaldi per “Libero Quotidiano”

 

MICHELE EMILIANO LUIGI DI MAIO

«Sapete che c' è? In tre anni ho sottoposto la Puglia a una cura da cavallo: eravamo penultimi come livello di assistenza sanitaria, ora siamo nella parte alta della classifica delle Regioni italiane. Siamo gli unici a riuscire a spendere integralmente tutti i fondi europei e abbiamo il più basso numero di dipendenti pubblici per abitanti del Mezzogiorno.

 

Ho chiuso ospedali insicuri, trasferito personale, abbattuto la spesa farmaceutica, eliminato precari trasformandoli in contratti a tempo indeterminato. Perciò non solo, benché sudista, a me l' autonomia di Lombardia e Veneto non fa paura, ma la voglio anche per me. D' altronde, la prevede la Costituzione; la possibilità di ottenerla non è un' invenzione leghista ma rientra nella riforma che ha fatto la sinistra».

michele emiliano carlo calenda

 

Perché gli altri governatori meridionali non la pensano come lei?

«I meridionalisti drammatizzano perché affermano che l' autonomia sarebbe un escamotage delle regioni nordiste per non contribuire alla cassa comune, ma non è così. Semplicemente, è un modo per i governatori di avere più potere».

 

Cosa si aspetta lei dall' autonomia?

«Di poter incidere di più nella vita della mia Regione e di evitare perdite di tempo, impugnative, ostacoli burocratici. Avrò dei compiti più ambiziosi e un budget superiore da gestire».

 

La sua Regione è virtuosa, ma lei non ritiene comprensibili i timori delle altre?

MICHELE EMILIANO

«L' autonomia non è dannosa. Il Sud non si aiuta con l' assistenzialismo e i regimi di favore ma se ogni governatore applica alla sua terra la cura mitteleuropea che io ho adottato in Puglia. Mi è costata consenso ma la Regione ne ha guadagnato in termini contabili e io di rispetto.

 

Il Mezzogiorno deve capire che si salva da solo: la questione meridionale non si risolve con un trasferimento delle risorse dal Nord, perché di questo passo avremo sempre un Settentrione appesantito e un Sud incapace di crescere».

 

MICHELE EMILIANO BY BENNY

Il governatore della Puglia Michele Emiliano canta fuori dal coro, sempre. Non chiede soldi, ma taglia. Coniuga reddito di cittadinanza e spending review. Voleva fare un accordo con Cinquestelle ed è finito per degrillinizzare la sua terra, ormai unica enclave non gialla del Mezzogiorno. È di sinistra ma sogna l' autonomia come i governatori leghisti. Era del Pd, però fieramente contro Renzi; e questo non è un caso eccezionale, però lui non se n' è andato, aspetta che sia il rottamatore a traslocare, e in questo ha mostrato la sua originalità rispetto a Bersani e compagni.

 

Governatore, auspica l' autonomia per tutte le Regioni del Sud?

«Ne trarrebbe beneficio tutta Italia, prima però i miei colleghi presidenti devono rendere virtuose le loro terre. Per Calabria, Campania e Basilicata oggi l' autonomia sarebbe difficile da raggiungere. Le competenze puoi aumentarle solo se poi sei in grado di realizzare davvero i progetti per i quali ti danno i soldi supplementari».

MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

 

Sembra che i grillini al governo frenino sull' autonomia di Lombardia e Veneto.

«I grillini per me erano una grande speranza, ci avevo messo la faccia, mi sono battuto per un governo M5S-Pd. Ora i miei compagni di partito che si sono opposti all' alleanza si staranno mangiando i gomiti, se fossimo al posto della Lega, avremmo raddoppiato noi i consensi, non Salvini».

 

Leghisti beneficati dall' inadeguatezza pentastellata?

«E certo. I grillini ne stanno combinando di tutti i colori, gli italiani se ne stanno rendendo conto e hanno deciso di dare il timone in mano a Salvini per non andare a sbattere. Ma in quel posto avremmo potuto e dovuto esserci noi».

 

MICHELE EMILIANO LUIGI DI MAIO

Cosa l' ha delusa di Cinquestelle?

«Sono dei chiacchieroni».

 

Il premier Conte ha incontrato i sindaci a Foggia per un piano strategico di rilancio e non la voleva in sala: ormai è guerra aperta nella sua terra?

«Non c' è guerra perché M5S in Puglia quasi non esiste più. Ogni pugliese ha il video di Di Battista che giura che non sarà fatto il Tap. Poi sappiamo com' è finita».

 

Il gasdotto però è giusto farlo.

michele emiliano

«Sì, è giusto. Solo che i grillini avevano detto che non si sarebbe fatto perché il gas naturale non serve, affermazione incomprensibile in Occidente. Non sanno di che parlano. Io non avevo nulla contro il Tap, ma volevo farlo arrivare in un' area industriale, non su una spiaggia come ora.

 

I grillini non mi hanno ascoltato e ora i pugliesi si trovano il Tap in una delle loro spiagge più belle. Gliene dico un' altra: a Foggia licenzieremo molti lavoratori nella sanità perché grazie al decreto dignità non possiamo rinnovare loro i contratti a termine; solo che, siccome il governo ha bloccato le assunzioni nel pubblico, non possiamo neppure prenderli a tempo indeterminato».

ilva taranto 9

 

Geniali.

«Come sull' Ilva. M5S era partito con l' asserzione forte di chiudere lo stabilimento, io lo ritenevo irrealistico e ho proposto la decarbonizzazione per ricostruire l' impianto con nuove tecnologie a tutela della salute. Risultato: hanno calato le braghe, chiuso un accordo con qualche migliaio di esuberi e ignorato la questione ambientale».

 

Come mai, Puglia a parte, il Sud è ancora incantato da M5S?

«Perché non c' è altro. Il Pd balbetta. Martina e Zingaretti non hanno ancora una ricetta per l' Italia e tantomeno per il Mezzogiorno. Nessuno capisce cosa intendano fare, sono ancora fermi alla fase interna, preoccupati del congresso e di cosa succede tra i pochi militanti rimasti. Non si preoccupano però del ruolo che il Pd deve avere nel Paese. Anche a destra manca l' alternativa.

nicola zingaretti maurizio martina

 

Forza Italia, con tutto il rispetto che ho per Berlusconi al quale, in maniera molto critica, ho sempre voluto bene, non c' è più. Resterebbe Salvini, ma la Lega è un partito ancora a trazione nordista».

 

Chi sosterrà tra Martina e Zingaretti?

«Probabilmente il secondo, poiché è l' unica garanzia della fine del renzismo. Sono convinto che molti ex elettori non votino più il Pd perché temono il ritorno in auge di Renzi. Se però vincerà Zingaretti, Matteo farà un altro partito e la questione sarà chiusa».

 

Non attribuisce troppa importanza a Renzi?

no tap bruciano le foto dei parlamentari m5s 5

«Ha la responsabilità di aver pensato che un grande ex partito di massa potesse diventare una formazione leaderistica. Così ha ammazzato l' immaginario collettivo degli elettori piddini. La mia, velleitaria, candidatura contro di lui alle scorse primarie aveva l' intenzione di mettere a nudo questo processo».

 

Perché lascia il Pd?

«Una questione tecnica. Sono il solo magistrato perseguito dalla Cassazione per avere una tessera di partito. Ovviamente il fatto che chi mi ha mosso obiezione sia stato beneficiato dai miei rivali politici è una cosa che non c' entra nulla con questo singolare procedimento».

 

michele emiliano basket

Cosa pensa del governo?

«Durerà. Nulla può smuoverli perché i grillini sono consapevoli di aver vinto alla lotteria. Sanno che se tornano alle urne ci perdono; infatti, pur di durare si sono messi in mano alla Lega, che ha una qualità di governo superiore. Essa è apparentemente e a parole un partito estremista ma nella sostanza è una sorta di Balena Bianca, con una struttura fortemente radicata sul territorio e una buona classe di amministratori».

 

Salvini potrebbe essere tentato di far saltare il governo dopo le Europee, in caso prendesse molti più voti di M5S.

michele emiliano e pina picierno

«Le Europee sono rilevanti ma c' entrano poco con le elezioni nazionali, come dimostra il nostro fatidico 41% di cinque anni fa. Salvini è un realista, sa che è al governo per un miracolo e che gli conviene stare fermo: così in un colpo mette in crisi Cinquestelle, inchiodandolo ai propri limiti, impedisce al Pd di riemergere e attende che Forza Italia si esaurisca. Piuttosto che tornare al voto ha più vantaggi ad annettere deputati e drenare tutto quel che gli riesce, compresa la parte di voto di protesta di destra a Grillo».

 

E della manovra appena approvata cosa pensa?

LATORRE PIGLIA A SCHIAFFI MICHELE EMILIANO

«I programmi di M5S e Lega non erano omogenei politicamente e quindi realizzarli avrebbe creato gravi problemi di bilancio. Hanno provato a forzare con l' Europa ma la trattativa non è andata bene, così alla fine è venuto fuori un pasticcio, con il blocco della rivalutazione delle pensioni, che ritengo un atto criminale, che va a finanziare il ritiro anticipato di 300mila lavoratori».

 

Ma il nodo vero è il reddito di cittadinanza.

«Quello che non piace alla Lega, e soprattutto ai suoi elettori, parecchio irritati per il fatto che per finanziare il sussidio grillino si sia rinunciato all' aliquota fiscale unica».

 

no tap bruciano le foto dei parlamentari m5s 7

Lei però in Puglia lo dà il reddito di cittadinanza.

«Coinvolge 25mila persone l' anno. Massimo 600 euro a famiglia per un anno, e in quel tempo devi lavorare o seguire corsi di formazione. Fai la spesa agli anziani, lavori come custode nelle biblioteche comunali, ti dai da fare. Infatti metà delle domande non è andata a buon fine, perché i richiedenti capiscono che devono rimboccarsi le maniche e desistono».

 

Cosa non la convince del reddito grillino?

no tap bruciano le foto dei parlamentari m5s 6

«La somma: 780 euro al Sud sono quasi uno stipendio, diventano un incentivo a non lavorare. Creerà nullatenenti di professione, che preferiscono intascare quella cifra e mantenere le esenzioni per i poveri su farmaci, trasporti e quant' altro piuttosto che cercarsi un' occupazione remunerata poco di più e perdere tutto il resto. E poi, così come pensato, il salario grillino apre al rischio di stipendiare chi ha un lavoro nero. I centri per l' impiego poi sono una calamità naturale, culturalmente e tecnicamente incapaci di trovare occupazione. Non hanno la flessibilità per farlo».

 

Previsione finale?

«Succederà a tutti i grillini quanto sta accadendo a Toninelli: la gente li inseguirà per strada per manifesta incompetenza e per non aver mantenuto fede alle loro promesse».

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)