franceschini

PRONTO A TRADIRE TUTTI PER AMORE DEL POTERE: IL RITRATTO DI SU-DARIO FRANCESCHINI BY PERNA - ''DÀ IL PEGGIO DI SÉ QUANDO NON HA IL COMANDO, PERCHÉ COMINCIA A TRAMARE. COME STA FACENDO CON I 5 STELLE, CHE PURE L'HANNO SBERTUCCIATO. DOPO LA PUGNALATA A LETTA, ORA È RENZI A SUBIRE IL VOLTAFACCIA DEL MINISTRO''

Giancarlo Perna per ''La Verità''

 

franceschini letta

Se c' è uno che dovrebbe aborrire la trattativa per un esecutivo con i 5 stelle è il pd Dario Franceschini che invece è favorevolissimo. Lo è perché gli piace stare al governo dov' è dall' aprile 2013 (prima con Enrico Letta e Matteo Renzi, ora con Paolo Gentiloni), e perché conta di migliorare l' attuale posizione di ministro dei Beni culturali.

 

Dario è un maniaco del comando e dà il peggio di sé quando non lo ha perché comincia a intrigare. Il raggiro, in realtà, è nella sua natura e lo usa pure se ha già il potere ma punta ad averne di più. Come avvenne nel febbraio 2014 a scapito dell' allora premier, Letta jr, che pure era suo sodale di gioventù.

 

LETTA ALFANO FRANCESCHINI

Ricorderete. L' infelice governo Letta, sorto nell' aprile del 2013, zoppicava perché Renzi aveva lanciato il suo «Enrico stai sereno», più mortifero di uno strale di Giove. Si sapeva, infatti, che l' allora neosegretario del Pd voleva sostituire il collega con un putsch. Mentre la congiura prendeva corpo, il povero Enrico volò a Soci, in Russia, per l' inaugurazione delle Olimpiadi invernali.

 

Si allontanava con la morte nel cuore ma ostentando sicurezza.

Alla partenza, si raccomandò con Franceschini, che era il suo ministro per i rapporti con il Parlamento, di vegliare sulle manovre del machiavellico fiorentino e tenerlo costantemente informato. Forte del mandato, Dario si incontrò più volte con i renziani. Ma, come scoprì Letta al suo rientro, non per coprirgli la schiena, bensì per tramare con loro e assicurarsi un futuro. Tra i due ci fu una furibonda resa dei conti a Palazzo Chigi.

 

Junior disse: «Ti ho creduto, Dario, quando mi giuravi che quelle riunioni le facevi per il mio governo. Scopro invece che trattavi per un governo Renzi. Mi hai pugnalato alle spalle». Franceschini - raccontano testimoni - si limitò a carezzare la barba, pregustando la nuova poltrona concordata con Renzi sulla quale tuttora siede.

 

FRANCESCHINI RENZI

ABBANDONATO

Preso dal racconto, ho dimenticato di dire perché stona che Franceschini voglia un governo con il M5s per il quale insiste in polemica con Renzi. I 5 stelle sono alla base di due episodi che hanno parecchio infastidito il nostro Dario. Il primo risale al loro debutto in Parlamento nel marzo 2013. L' allora capo del Pd - partito di cui Franceschini è cofondatore -, Pier Luigi Bersani si era incaponito di coinvolgerli in un gabinetto da lui capeggiato.

 

Costoro però, come oggi Luigi Di Maio, menavano il can per l' aia tra lazzi e sberleffi. Bersani, che ha il comprendonio di un minerale, pensò invece di convincerli con un gesto di buona volontà: rinunciare per il Pd alla presidenza della Camera, dandola all' ignota vendoliana, Laura Boldrini.

 

GLI INSULTI A BERLUSCONI

A restare con un palmo di naso fu proprio Franceschini. Nelle settimane precedenti, la scranna gli era stata promessa in tutte le salse da Bersani e ci aveva fatto la bocca. Si era letto i discorsi di insediamento dall' alba della Repubblica, aveva preparato il proprio, si era dato un tono sopra le parti, aveva mandato segnali di riconciliazione al centrodestra per accaparrarne i voti e sbiadire i selvaggi insulti dei lustri precedenti.

RENZI FRANCESCHINI

 

Specie a Silvio Berlusconi: «è un ominicchio», «sembra Antonio la Trippa dei film di Totò», «fareste educare i vostri figli da uno così?», frase che gli valse un' intemerata coi fiocchi di Marina e Piersilvio, costringendolo a scusarsi. Ora, causa grillini, tutto finiva in fumo.

 

Sulla barba nera da pope spuntarono in una notte diversi riccioli bianchi. Tuttavia, la reazione pubblica fu soave. Il giorno dopo l' elezione della femminista maceratese, Dario percorreva il Transatlantico dicendo con umorismo: «Piacere, sono Franceschini, l' ex presidente della Camera». Fu ripescato da Letta che, promosso premier al posto del fallimentare Bersani, lo fece ministro ricavandone la pedata che sappiamo, conclusa con l' esilio di Parigi.

 

L' altro torto che Dario subì dai 5 stelle è più meschino. Dopo un esemplare matrimonio con Silvia Bombardi, durato 30 anni, e 2 figlie, il Nostro aveva improvvisamente cambiato vita nel 2010. Da Ferrara, dov' era nato e viveva con la famiglia, si fissò stabilmente a Roma smettendo di fare la spola del deputato di provincia. Si era infatti invaghito a 52 anni di Michela Di Biase, 2 occhi azzurri più dello Ionio, 23 anni meno di lui.

franceschini berlusconi

 

«VOTATE MICHELA»

La relazione, nota alla cerchia, non era approdata ai giornali. Finché, nel maggio 2013, Michela, anch' essa militante del Pd, si candidò alle comunali romane. L' innamorato, incauto come Dafni, cominciò a raccomandare la sua Cloe ad amici e parenti con caldi sms: «Votatela», «votatela».

 

Un messaggino finì tra le grinfie grilline e scoppiò un putiferio. Il ministro (da un mese) fu accusato di usare la carica per favorire la sua bella. Ne derivò anche una chiassata davanti al ristorante dove Franceschini stava pranzando con ospiti. L' indomani, la stampa parlò della sceneggiata e dell' amore segreto del ministro, corredato da foto della corvina Michela.

FRANCESCHINI E BERSANI

 

Di lei, si apprese che era laureata in storia dell' arte e, attraverso Youtube, che il suo accento era spiccatamente capitolino. L' emersione del connubio creò imbarazzi. Di qui, il rancore che Franceschini dovrebbe serbare ai grillini ma che non serba calcolando che l' accordo potrà perpetuargli la poltrona. Dove si vede che l' interesse prevale sull' onore. Comunque, lo scoppio dello scandaletto accelerò la regolarizzazione. Nel 2014, Michela e Dario convolarono a nozze. Nel 2015 è nata Irene, la terzogenita.

FRANCESCHINI E BERSANI INGRANDE ARMONIA

 

ZACCAGNINI NEL CUORE

L' emiliano Franceschini, classe 1958, è figlio d' arte. Il padre, Giorgio, fu deputato dc negli anni Cinquanta. Era - proprio perché cattolico in una regione rossa - un anticomunista al cubo. In guerra, fu partigiano bianco. In pace, avvocato inviso ai poteri locali. Lavoricchiava, non di più.

 

Il figlio invece, con il sinistrismo ha prosperato. Anch' egli avvocato, ebbe tutti i clienti falce e martello che snobbavano il babbo. Non giunse a militare nel Pci ma lo affiancava come Dc di sinistra. Il suo idolo a 18 anni fu il conterraneo, Benigno Zaccagnini, un moroteo segretario dc negli anni di piombo. Pare ne porti tuttora la foto nel giustacuore. Passò poi con Ciriaco De Mita e, dopo il crollo democristiano con Tangentopoli, fu insieme a Enrico Letta vicesegretario del Ppi, guidato dal cislino Franco Marini.

 

MICHELA DI BIASE E DARIO FRANCESCHINI

Da allora, e fino al trabocchetto di cui sopra, andò a braccetto di Letta nipote, più giovane di 8 anni. Insieme, si intrupparono con i reduci del marxismo. Nel 2001, Dario divenne deputato. Si appollaiò per 20 anni sulle spalle dei capintesta, da Romano Prodi a Matteo Renzi. Ora del fragile Maurizio Martina. Stette con loro quando erano in auge. Si allontanò nella disgrazia. Oggi, tra un giro di valzer e l' altro, è alla quinta legislatura.

 

OTTO MESI DA SEGRETARIO PD

Nel 2009, Dario ebbe un attimo di gloria che guastò con una pacchianeria, sostituendo Veltroni alla guida del Pd. Era solo un tappabuchi - 8 mesi dopo gli subentrò Bersani - ma inaugurò la gestione con un gesto plateale. Giurò sulla Costituzione affiancato dal padre partigiano.

 

Mettere quell' uomo di ormai di 88 anni in un contesto non suo fu una forzatura.

Spesso soprannominato con ironia Ciuffoletto per lo svirgolo sulla fronte, LeggenDario o StupiDario per l' inconsistenza, Franceschini merita invece 7+ come ministro dei Beni culturali.

Il che cade a fagiolo per concludere in bellezza.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...