vladimir putin

PUTIN È MALATO, MA ANCHE L’OCCIDENTE NON STA TANTO BENE – DOMENICO QUIRICO: “LA MALATTIA MEDIATICO TELEVISIVA DI PUTIN SVELA MOLTE COSE DELL'OCCIDENTE E DEGLI IMBARAZZI DELLA POLITICA NEI CONFRONTI DEL GRAVE PROBLEMA RUSSO” – "ECCO CHE CI RIVOLGIAMO, PER RASSICURARCI IN QUALCHE MODO CHE TUTTO FINIRÀ BENE, ALLA PIÙ ANTISCIENTIFICA, PRIMITIVA E MAGICA DELLE CONCEZIONI, CHE LA MALATTIA SIA NON UN PROBLEMA DI CELLULE MALATE MA UNA PUNIZIONE DIVINA, LA MANIFESTAZIONE SOMATICA DELLA COLPA. E SPERIAMO PER IL MALVAGIO NON LA MORTE IMPROVVISA MA QUELLA LENTA E DOLOROSA CHE TI LASCIA TEMPO DI ESPIARE GIORNO DOPO GIORNO LE TUE COLPE. È TEMPO DI SHAKESPEARE AL CREMLINO….”

Domenico Quirico per “La Stampa”

 

DOMENICO QUIRICO

Dunque, Putin è malato, malatissimo. Anzi moribondo. I servizi segreti del Regno Unito, che sono sempre un po' più ottimisti della Cia americana e incalzano gli spioni di oltreoceano, garantiscono addirittura che è già morto. Ma come? E allora?

Semplice! Al Cremlino boiari astutissimi e affaccendati stanno regolando in santa pace i conti della successione, si esemplifica.

 

Tanto per non far intuire nulla al Nemico di come si chiamerà il suo prossimo guaio i perfidi diadochi applicano lo stratagemma pirandelliano di altre accorte pattuglie di despoti, da Saddam Hussein a Gheddafi, sempre alle prese con il rischio pugnali e veleno: il sosia che incontra reduci e bimbetti, da ordini a generali e gerarchi, insomma fa la sua parte incarnando con efficace perizia la parte del cattivo da outretombe che continua a demolire a cannonate la sventurata Ucraina.

vladimir putin darth vader

 

Giunge, con le rivelazioni "fatte filtrare" dai servizi americani, a compimento un lungo percorso di retroscena avviato con metodi più artigianali e paesani da siti, sottositi, ciarloni online, contastorie in rete e non, diventate una sorta di storia parallela della guerra nell'Europa centrale.

 

Già novantanove giorni fa la notizia ti agguantava, certa scontata ultrasicura risolutiva, ogni mattina. Chi non è stato vessato da amici, conoscenti e consanguinei con una affermazione perentoria e intrisa di non troppo segreta soddisfazione: «Hai visto? Putin ha il cancro!»?

VLADIMIR PUTIN PRIMA DOPO

 

Insomma: inutile perder tempo a considerare le traiettorie presenti prossime e future di questo bozzolo di terza guerra mondiale a due ore da Trieste. Ha già risolto tutto l'Onnipotente, da par suo.

 

Se tentavi di avanzare qualche timido dubbio («...l'ho visto ieri in tv, Putin, parlava a notabili... camminava tra la folla... e non mi pareva quasi defunto»), per debellare i ridicoli dubbi dell'apostata ti azzannavano con i dettagli della diagnosi: «È gonfio... gli trema la gamba... si appoggia con la mano al tavolo... ha l'occhio fisso... è quasi cieco (la punizione di Tiresia ma senza il dono della preveggenza)...tiene una coperta sulle gambe durante la parata militare, la veterana centenaria accanto a lui è in maglietta... come lo spieghi...? Lo hanno operato ieri... è sparito da una settimana... vive in ospedale... l'amante è già scappata in Svizzera, che vuoi di più?».

vladimir putin

 

Insomma una saga, una serie televisiva con l'ultima puntata già scritta obituariamente. Per frenare questa frivolezza un po' empia si prova a chiedere le date dell'immancabile decesso.

 

«Manca poco» rispondono gli approssimativi. «Tre anni» i realisti che hanno probabilmente letto le cartelle cliniche compilate da medici più o meni illustri a cui è stato chiesto di procedere a una visita televisiva, diciamo così, dello zar.

 

vladimir putin alina kabaeva

La malattia mediatico televisiva di Putin, ora sanzionata dalla verità "inconfutabile" dei servizi segreti occidentali, è rivelatrice delle pieghe della drammatica vicenda ucraina, svela molte cose dell'occidente e in fondo anche degli imbarazzi della politica nei confronti del grave problema russo.

 

I racconti popolari, e questo è la storia della malattia di Putin, non sono altro che storia magica. Come Mackie Messer e Mefisto, il nemico di Tex Willer, popolano i sogni della nostra fantasia dei fumi della polvere e di sanguinose vendette, di terrori infantili e di implacabili contrappassi.

 

i tremori di vladimir putin 2

Essi mettono di fronte la società alla verità di un fatto, la guerra ad esempio, la paura del conflitto atomico, la minaccia di una anarchia violenta che travolga il nostro presente tranquillo e ordinato. Nasce un verità che tutto risolve, e Oplà! Esclamiamo: tutto torna a posto. Il cattivo è spazzato via, i buoni cioè noi trionfano.

 

La morale della favola popolare è: non temete, il tiranno aggressore porta dentro di se la punizione che lo rode, sa di dover pagare. I guai che ci impone sono gli ultimi sussulti di un cadavere già vinto. Dissimula ciò che svela con la sua esagerazione , con la violenza dei colori, con la sua drammatica teatralità, con una sorta di magia da fiera: la nostra paura e la nostra impotenza.

vladimir putin con la coperta sulle ginocchia alla parata della vittoria

 

In fondo da cento giorni le potenze dell'occidente non riescono a frenare l'aggressione del tiranno. Bombe in leasing e sanzioni planetarie, espulsioni dal salotto buono dei Grandi e anatemi filosofici. Niente. Lui distrugge, annette, avanza, affama mezzo pianeta, semina zizzania. Sembra inattaccabile.

 

Viviamo nella parte del mondo che considera il pensiero scientifico come il fulcro della propria civiltà universale. E la medicina ne è uno dei capisaldi. Abbiamo appena sconfitto la pandemia con i vaccini, annichilendo le bugie dei praticanti gli amuleti e la antiscienza. Tutto regolato dunque?

i tremori di vladimir putin 3

 

Appena si verifica un grande problema come la guerra ecco che ci rivolgiamo, per rassicurarci in qualche modo che tutto finirà bene, alla più antiscientifica, primitiva e magica delle concezioni, che la malattia sia non un problema di cellule malate ma una punizione divina, la manifestazione somatica della Colpa.

 

Nel pensiero primitivo la malattia non ha mai cause organiche, ma magiche, è conseguenza della maledizione che qualche nemico ti ha scagliato addosso o la punizione per un atto colpevole verso la natura o gli Spiriti sempre suscettibili. Per questo i capi di Stato africani, anche quelli che praticano formalmente la fede delle sette riformate, tengono sempre tra i collaboratori più ascoltati un feticheur, un esperto di malocchio. Non si sa mai. In fondo anche noi crediamo più ai morti che ai vivi.

 

vladimir putin al vertice del csto patto sulla difesa collettiva

Le mosse di Putin sembrano indecifrabili? Tutta colpa della malattia che lo ha reso paranoico, folle, vaga senza bussola verso il redde rationem. Punire Putin l'aggressore risulta politicamente e militarmente impervio? Ecco allora che affidiamo la faccenda al più implacabile dei giustizieri, non si sfugge alla grande livellatrice. E speriamo per il malvagio non la morte improvvisa, repentina quasi senza dolore e rimorso: no, la morte lenta, dolorosa che gioca con te e ti lascia tempo di espiare giorno dopo giorno le tue colpe. È tempo di Shakespeare al Cremlino.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)