putin scholz macron

“L'EUROPA PUÒ DIMOSTRARE LA SUA COMPATTEZZA CON LA DIPLOMAZIA ANCHE A COSTO DI SEGUIRE UNA VIA CHE NON PIACERÀ AGLI AMERICANI” - DOMENICO QUIRICO: “BISOGNA MANTENERE APERTE LE COMUNICAZIONE CON IL NEMICO, ANCHE IN SEGRETO, NON C'È NULLA DI CUI VERGOGNARSI. GLI UOMINI CHE POSSONO FERMARE LA GUERRA SANNO CHE SONO I RAPPORTI DI FORZA A REGOLARE GLI EQUILIBRI TRA LE NAZIONI, NON SONO DEI SANTI CHE SOGNANO UN IMPOSSIBILE MONDO PACIFICATO. IL DOVERE DI UN DIPLOMATICO È DI RIBADIRE LA VERITÀ COME LUI LA VEDE, SENZA MANIPOLARLA IN BASE A CONSIDERAZIONI DI POLITICA INTERNA DEL SUO PAESE. LA PRIMA REGOLA È QUELLA DI NON DEMONIZZARE MAI L'AVVERSARIO, DEFINIRLO ANIMALE, MOSTRO, NEMICO DEL GENERE UMANO” (CAPITO, DI MAIO?)

Domenico Quirico per “la Stampa”

DOMENICO QUIRICO

 

In mezzo al furore, ai morti, alle richieste di resa, e là regna una notte spaventosa, è il momento di scrivere, a lettere maiuscole, l'elogio della diplomazia, la diplomazia dell'età classica, quella per cui non c'è mai nulla di definitivo e di irreparabile nelle mischie umane. I segnali sono flebili ad Antalya, potrebbero essere ben più importanti dai saloni di Versailles. Ma si ha il dovere di accompagnarli con uno splendore di resurrezione e un sentimento di gratitudine.

negoziati ucraina russia ad antalya in turchia

 

Perché il ritorno possibile della diplomazia significa un metodo: che le cose vanno affrontate e non subite, mantenere aperti i canali di comunicazione con il nemico, parlare, mediare, anche e soprattutto in segreto, non c'è nulla di cui vergognarsi, perché strappare anche un solo giorno alla guerra, abbreviarla significa salvare vite, cose speranze. L'Europa può dimostrare la sua compattezza soprattutto diventandone protagonista anche a costo di seguire una via che non piacerà agli americani. In fondo nessuno meglio degli europei la conosce.

 

INCONTRO LAVROV-KULEBA IN TURCHIA

L'ha inventata nel 1600 a Wetsfalia, l'ha praticata durante la Guerra fredda. Ne ha ricavato una lunga pace che oggi è di nuovo in pericolo. La diplomazia dell'età classica, e non quella che l'ha brevemente sostituita in cui le lingue di demagoghi sono affilate come coltelli, era convinta che c'era sempre, prima o poi, un dopo per cui bisognava provvedere e creare un nuovo equilibrio. La diplomazia per cui il vecchio telefono è uno strumento mirabile, capace di disinnescare disastri. Ne volete una definizione semplice?

NEGOZIATI RUSSIA UCRAINA

 

La diplomazia è il contrario di twitter, non ha fretta, sa tacere, punta le sue carte sul fatto che alla fine la ragione avrà sempre la meglio sull'emozione. Confessiamolo: c'era la convinzione che questa diplomazia fosse avviata sul viale del tramonto. Nell'epoca delle grandi potenze nucleari i diplomatici avevano ancora uno spazio per esercitare le loro formule e celebrare i riti delicati dell'equilibrio.

 

sergei lavrov in turchia

Ma quell'epoca sembrava cancellata dal secolo del destino manifesto americano in cui tutto era (quasi) in ordine. Si ipotizzava che il futuro dei diplomatici fosse quello di commessi viaggiatori «di classe» come si diceva una volta: «introdurre» cioè le delegazioni commerciali e affaristiche, il loro fatturato non sarebbe più stata la pace di cui si pensava non ci fosse più bisogno insomma non esistevano solo piccole guerre? Poi sono venuti tempi delle guerre senza fine, infinite perché inestinguibili, perché il nemico è inavvicinabile e esige non solo la vittoria ma la purificazione.

 

vertice turco russo a antalya, in turchia

Nell'epoca dei fanatismi religiosi e dei califfati il diplomatico è semplicemente inutile. Come si fa a trattare con Bin Laden o con i Califfi se loro esistono in quanto esigono la tua distruzione? E poi ci sono i conflitti "tribali"'dove le memorie sono eterne. Con i talebani, è vero, si è trattato, purtroppo, ma semplicemente perché il loro Assoluto si limita al territorio afgano, non prevede per esistere nessuna palingenesi planetaria. Il nuovo nemico, a contrario dell'antico comunista cinese o sovietico, non vuole discutere, sedersi attorno a un tavolo di qualsiasi forma, esercitarsi nell'arte del dare e dell'avere, cercare un equilibrio.

i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca

 

Il nemico per lui è un impuro. Kennan, il diplomatico americano simbolo dell'età dell'equilibrio atomico e del contenimento, nemico di ogni dogmatismo invasato, vi avrebbe riconosciuto l'avvento di tutti i contrari. Ma la guerra russo-ucraina, sullo sfondo di uno scenario atomico di guerra fredda tirato fuori in fretta e furia dai magazzini della memoria, è di nuovo uno scontro tra nazioni. In cui uno dei due contendenti, la Russia, lo usa come leva per una ridefinizione dell'equilibrio delle potenze in Europa. È il terreno classico dei diplomatici della vecchia scuola.

i colloqui tra le delegazioni di kiev e mosca 2

 

È a loro che affidiamo le sole speranze di evitare che il conflitto divampi. Sono uomini che sono sicuri dell'importanza che riveste il loro compito, da non aver bisogno di cercare pubblicità, di vedere la propria faccia in tv; non hanno bisogno al contrario dei politici di far colpo sulla gente e stuzzicarne gli umori. Conoscono le regole del gioco, con chi bisogna parlare e che cosa bisogna dire, le parole sono sassi.

 

incontro dmitry kuleba sergei lavrov in turchia

Gli uomini che possono fermare la guerra sono consapevoli che sono i rapporti di forza a regolare gli equilibri tra le nazioni, non sono dei santi che sognano un impossibile mondo pacificato. Il dovere di un diplomatico è di ribadire la verità come lui la vede, senza manipolarla in base a considerazioni di politica interna del suo Paese. Per fortuna, pur tra le maledizioni, le ambasciate sono rimaste aperte. Nessuno ha compiuto lo scenografico errore di richiamare i diplomatici e far loro consegnare gli accrediti.

 

negoziati ucraina russia ad antalya in turchia

Fu il gesto che segnò l'avvio la prima guerra mondiale. I primo ad accorgersi che il mondo stava precipitando nel baratro furono proprio loro. Alcuni piansero accomiatandosi dai ministri degli esteri di quelli che stavano per diventare Paesi nemici. Nelle loro capitali intanto, politici e folle inneggiavano sconsideratamente alla guerra. La prima regola è quella di non demonizzare mai l'avversario, definirlo animale, mostro, nemico del genere umano come ha fatto una masnada di sedicenti diplomatici popolata di precipitosi, di petulanti nevrastenizzati, privandosi così della possibilità di indicare mediatori.

 

VLADIMIR PUTIN LUIGI DI MAIO

Che delirano di prossimi tribunali di Norimberga dimenticando che prima di metterli in piedi bisogna vincere e agguantare gli imputati. La loro è una corsa contro il tempo. Quando gli uomini dell'apparato della Forza mettono un piede nella porta è impossibile comandarli o trattare con loro. L'unico modo per imbrigliare i militari è quello di tenerli completamente fuori dai problemi. Altrimenti rapidamente, impercettibilmente giorno dopo giorno, sono loro a prendere in mano le redini del gioco. Chiederanno sempre di più, e a poco a poco la guerra diventa ancor più un grande conflitto barbarico.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)