UN PREMIER SPACCONE IN TOURNÈE – RENZI ALLA FESTA DELL’UNITÀ DI BOLOGNA CERCA IL CONFRONTO CON I COBAS DELLA SCUOLA MA FINISCE A MANGIARE LE TAGLIATELLE – POI GARANTISCE: “IO NON SCHIACCIO LA TESTA A NESSUNO” (SE VEDEMO)

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera

 

RENZIO BOLOGNA FESTA PDRENZIO BOLOGNA FESTA PD

Gli agenti del reparto mobile alzano rilassati la visiera del casco mentre i militanti camminano sull’erba e gridano «Dai Matteo!», «Sei forte Matteo!», certi ancora con il pugno chiuso da vecchio Pci e gli occhi lucidi, tra emozione e stupore, perché il segretario-premier è sceso dal palco, s’è avvicinato alle transenne e ha dato baci, preso e dato pacche sulle spalle, e carezze, e buffetti come raramente se n’erano visti a una Festa dell’Unità: e tutto questo mentre dagli altoparlanti rimbomba la voce da caverna forte e travolgente di Ligabue che canta «Siamo chi siamo». 

RENZI BOLOGNA FESTA PDRENZI BOLOGNA FESTA PD


All’improvviso, però, nella bolgia, Matteo Renzi si volta. 
«Dove sono andati?». 
Il ragazzo dell’organizzazione farfuglia: «Dove sono andati… chi?». 
«I precari della scuola che prima fischiavano. Chiamateli, voglio parlarci». 
Quelli dello staff si guardano perplessi, quelli della scorta mettono su musi contrariati: bisognerebbe partire subito per Milano, gli spostamenti di un presidente del Consiglio prevedono protocolli di sicurezza rigidi. 
«Forse non mi sono spiegato: voglio parlare con quei precari. Voglio spiegargli che riforma della scuola abbiamo in mente». 


Sono una ventina, ma hanno fatto un certo baccano durante il comizio. Prima, giù in strada, hanno cantato «Bella ciao» dandosi il ritmo con pentole e tamburelli; poi hanno nascosto tutto in due borsoni e, tranquilli, sono entrati. 

RENZI BOLOGNA FESTA PDRENZI BOLOGNA FESTA PD


Perché era cominciata così: parco della Montagnola presidiato, blindati a ogni cancello, perquisizioni. Prego: mi apre lo zainetto? Cos’ha in tasca? Un centinaio di giovani dei centri sociali gira largo e va a mettersi sotto la scalinata di piazza XX Settembre. Scandiscono qualche slogan, il più originale dei quali è: «Renzi\ carogna\ fuori da Bologna!». Poi fingono di andarsene mesti; invece marciano per cento metri e cercano di forzare in piazza 8 Agosto. Ma non è giornata. Sputano e lanciano uova, vernice, un paio di bottiglie di birra vuote; la polizia accenna una carica leggera. Volano calci, qualche manganellata: una ragazza portata via in barella, tre ragazzi fermati. 
Dentro, alla festa, nessuno ha sentito. 


In cima alla salita, il compagno Ettore controlla un po’ deluso la teca con le offerte. Qualche moneta da un euro, due banconote da 5, il cinquantino rosa che, generosamente, a favore di telecamere, aveva fatto scivolare Gianni Cuperlo. 
Della minoranza Pd, solo lui. Ovviamente molto intervistato. E, a sorpresa, anche contestato. 
Gruppetto di militanti. 
Le facce belle e pulite che uno s’aspetta di vedere a una Festa dell’Unità. 
Ti dicono: noi siamo gente che Renzi, guardi, per essere sinceri, non è che Renzi poi ci faccia impazzire. 

RENZI BOLOGNA FESTA PDRENZI BOLOGNA FESTA PD


«E infatti — dice la signora Tiziana Albertina Ramponi di anni 55, da Pieve di Cento — noi alla primarie s’era votato prima per Bersani e poi per Cuperlo. Solo che adesso…». 
Adesso? 
«Beh, adesso, non ci piacciono i comportamenti di quello lì…» (e indica, con una smorfia di biasimo, Cuperlo, che intanto allo stand delle piadine sta salutando la cuoca). 
Continui. 
 

renzi a bolognarenzi a bologna

«Prenda la legge sull’Italicum: prima gli andava bene, poi hanno cambiato idea, con scuse assolutamente pretestuose. Lui, Bersani, Fassina… quanti sono? Arrivano a 40? No, non ci arrivano. E però, lo stesso, vogliono fermare le riforme e spaccare il partito. Dai, si può?». 


Cuperlo è andato ad ascoltare Renzi, mischiato tra la folla. Poco più in là c’è Gennaro Migliore. La guardia renziana è invece tutta sotto al palco (Puglisi, Bonifazi, Carbone, Morani). Annuiscono entusiasti, applaudono senza sosta e quando Renzi dice: «A parte la mia maestra Eda di cui vi ho già parlato… io sono anche figlio di insegnanti, i miei suoceri sono insegnanti, mia moglie è insegnante… e perciò li conosco i problemi degli insegnanti, e non è con quei fischietti, con i vostri fischi, che restituiremo dignità ai docenti!», ecco — quando Renzi finisce questa frase — la Morani si guarda con Carbone e insieme si dicono: «Vabbé, no, è proprio un fuoriclasse…». 

renzi a bologna renzi a bologna


Seguono altre frasi che daranno titoli ai giornali. «Io non schiaccio la testa a nessuno». «Non ci fermeremo a cento metri dal traguardo come Dorando Pietri». « L’Unità tornerà in edicola». Poi, rivolto a Cuperlo, che alcuni sospettano possa essere il nuovo direttore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci: «Benvenuto a casa tua» (molti lo interpreteranno come un omaggio di pace quasi cavalleresco, anche in vista dell’imminente voto finale sull’Italicum: ma, forse, andrebbe studiato il mezzo ghigno sfuggito a Renzi, in quel momento). 


E così torniamo alla scena iniziale. 
La folla che ondeggia eccitata e Renzi che, voltandosi di scatto, s’allontana dalle transenne, dai selfie, e come colto da un’intuizione improvvisa, chiede ai suoi di poter incontrare i precari della scuola. 
Il compagno Fosco dice che i Cobas sono gente tosta e l’incontro chissà quanto può durare. Perciò lui se ne va a mangiare le tagliatelle fumanti che, laggiù, sotto gli alberi, sta servendo in tavola la signora Elisa . 

proteste dei centri sociali a bologna contro renziproteste dei centri sociali a bologna contro renzi

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”