renzi giorgia arianna meloni

“LE SORELLE DELLA GARBATELLA CAPIRANNO COSA SIGNIFICA INCONTRARE IL VERO CAVALIERE NERO” – MATTEO RENZI SI E’ MESSO IN TESTA DI ROTTAMARE GIORGIA E ARIANNA MELONI (SIAMO MESSI MALISSIMO SE L’UNICA OPPOSIZIONE PARLAMENTARE E’ QUELLA DI MATTEONZO) – LA NORMA "AD PERSONAM" CHE VIETA AI PARLAMENTARI DI AVERE INCARICHI RETRIBUITI FUORI DALL’UE L’HA MANDATO IN TILT, IL FIDO BONIFAZI HA GIÀ PRESENTATO DUE INTERROGAZIONI ALLA CAMERA: PER ACCERTARE L’ENTITÀ DEI REGALI RICEVUTI DALLA PREMIER E SULLE MODALITÀ CON CUI HA ACQUISTATO LA NUOVA CASA – L'IDEA DI CASINI LEADER DEL NUOVO CENTRO. MA "PIERFURBY" HA DECLINATO: PENSA ANCORA AL QUIRINALE – L’ANALISI DI RONCONE

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

matteo renzi compie 50 anni 2

Non è che i giornalisti siano fissati con Matteo Renzi. È che lui salta dentro le pagine dei quotidiani, nei nostri siti, e ogni giorno porta titoli e polemiche, tiene banco anche se ha pochissime carte in mano, guida un partito che lì sotto boccheggia al 2%, eppure sta sempre sul pezzo e non molla, appena può si prende la scena (i passeggeri dei Frecciarossa tutti pazzi per lui quando dice: «Salvini, buffone, dimettiti!»),

 

provoca e rilancia, inciucia (poi vedremo che sta combinando con Pier Ferdinando Casini), apparecchia e sparecchia, litiga e perdona, incline alla vendetta (tra un po’ arriviamo anche alla legge che a Palazzo Chigi gli hanno cucito addosso), persona di sentimenti misteriosi, abile a dispensare simpatia e perfidia, sempre sicuro e veloce, di rara intelligenza, di rarissima spregiudicatezza, pieno di quel noto meraviglioso talento politico sprecato, comunque per noi cronisti davvero pura luce in un panorama spesso piatto, modesto, senza elettricità, senza lampi, al punto che l’opposizione al governo — ormai da qualche settimana — sembra guidarla da solo quest’uomo di 50 anni compiuti sabato scorso 

 

(...)

matteo renzi compie 50 anni 6

 

«Le sorelle della Garbatella capiranno cosa significa incontrare il vero cavaliere nero», dice — minaccioso — citando la famosa barzelletta di Gigi Proietti. Allude a Giorgia e Arianna Meloni? «Il 2025 si preannuncia un anno politicamente interessante per chi non si piega al diktat dei camerati», scrive su X la sera dello scorso 28 dicembre. È furioso. Nella legge di Bilancio hanno appena infilato «una norma ad personam, contro di me, scritta alle quattro del mattino a Palazzo Chigi e presentata dai relatori nottetempo», in cui si vieta a parlamentari, europarlamentari e governatori di avere incarichi retribuiti fuori dall’Unione europea, pena l’obbligo di versare il 100% del fatturato allo Stato. Tutti abbiamo subito pensato alle discusse, e discutibili, conferenze che Renzi tiene nell’Arabia del principe saudita Mohammad bin Salman.

renzi meloni

 

Conferme: il ghigno soddisfatto del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. E poi molti Fratelli che si davano di gomito: «Tiè, sto’ arrogantello toscano». In Aula, al Senato, con la diretta tivù, Renzi ha attaccato duro. Tra rumori di sottofondo, brusio dall’ala destra dell’emiciclo. Il presidente Ignazio La Russa allora ha spiegato che non poteva obbligare nessuno al silenzio totale, come al cinema. E lui, Renzi: «Lei, camerata La Russa, deve abituarsi a rispettare le istituzioni…».

 

Sull’agenda di Renzi, adesso, c’è scritto: creare un problema al giorno non tanto al governo, quanto proprio a G&A, le sorelle. Diciamo che sa come si fa. Conosce il gioco.

Scalò il Pd rottamando chiunque e, da segretario, lo portò al 40,81% (Europee 2014). È stato il premier più giovane della storia italiana («Ma la classifica è inquietante — ha ricordato alla Stampa —. Il secondo è stato Mussolini, che è durato di più, però è finito peggio»).

giorgia arianna meloni

 

Poi, certo: la scissione, il tonfo, qualche processo, le liti con gli alleati. Gli autori dei talk tv, però, lo adorano: quando c’è lui, la gente non cambia canale. Non lo votano, ma lo ascoltano. Pure quando dice: «Adesso è diventata una questione di principio. Anche perché la norma che dovrebbe penalizzarmi economicamente, sul mio reddito incide solo per il 10%» (la sua ultima dichiarazione ammonta a 2,3 milioni, quasi un milione in meno del 2022).

 

L’anatema di Renzi è: alla Meloni, in un modo o nell’altro, faccio fare la fine di Conte.

 

matteo renzi voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Intendiamoci: lo sa bene che, a differenza del governo giallorosso, l’attuale esecutivo campa tranquillamente senza i voti (pochi) di Iv. Ma lui è già oltre la rabbia, e forse non è nemmeno più solo una questione di vendetta: a tenerlo su di giri è l’eccitazione per l’ennesima sfida, la ricerca del trappolone (il fido Bonifazi ha già presentato due interrogazioni alla Camera: per accertare l’entità dei regali ricevuti dalla premier e sulle modalità con cui ha acquistato la nuova casa), Renzi sogna il grande inciampo mediatico per «la regina Giorgia», a oggi nemmeno immaginabile, e che perciò sarebbe capolavoro, e gli confermerebbe di essere ancora Matteo Renzi.

 

(...) AL festone in Versilia, mancava solo Calenda (nemmeno invitato, vabbè), e poi anche molti altri, tra cui Pier Ferdinando Casini.

 

MATTEO RENZI PIERFERDINANDO CASINI - FOTO LAPRESSE

Fate attenzione: i due sono molto amici. E Renzi aveva pensato, e diciamo che ancora pensa, proprio a Casini come leader del nuovo centro. Lo reputa il personaggione giusto.

 

Con i cromosomi perfetti per federare le diverse anime di un partito centrista da affiancare al Pd: «Senza un centro cattolico, liberale, riformista accanto alla Schlein, le elezioni non si vincono». Casini avrebbe declinato (legittimamente, continua a pensare al Quirinale). Renzi ha finto di capire. Ma se quelli che domani si riuniscono a Milano (Ruffini & company) e a Orvieto (Gentiloni & company) pensano di decidere qualcosa senza Renzi, non hanno capito chi è Renzi.

ARIANNA E GIORGIA MELONI - NATALE 2024PIERFERDINANDO CASINI E MATTEO RENZI NEL 2009 - FOTO LAPRESSESTORIA DI MATTEO RENZI SULLA CONFERENZA STAMPA DI GIORGIA MELONIrenzi meloniGIORGIA MELONI E MATTEO RENZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA PIERFERDINANDO CASINI E MATTEO RENZI - FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO