1. RENZIE-CAINANO, LA TENAGLIA DI CAPODANNO SUL GOVERNINO DI RE GIORGIO E LETTANIPOTE 2. SE PD E FARSA ITALIA SI ALLEANO PER MANDARE FINALMENTE AL MACERO IL PORCELLUM, PUÒ BELLA NAPOLI IMPROVVISAMENTE COMINCIARE A FRENARE AL GRIDO DI: “NO, RAGAZZI, TROPPA FRETTA, PRIMA CERCATE DI CONVINCERE ANCHE GRILLO?”. E LETTA POTREBBE MAI OBIETTARE: “SE NON CI STA ANCHE ANGELINO NON SE NE FA NULLA?” 3. E’ NELLA RISPOSTA (SCONTATA) A QUESTE DUE SEMPLICI DOMANDE LA PORTATA DELLA GRAN MOSSA CHE IL ROTTAM’ATTORE HA GIOCATO CON LA SUA LETTERA PUBBLICA 4. JOLIE ALFANO DOVRÀ SUDARE SETTE CAMICIE PER NON FARE LA FINE DEL VASO DI COCCIO

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - RENZIE-BANANA, LA TENAGLIA DI CAPODANNO SUL GOVERNINO
Ma Re Giorgio e Lettanipote che cosa potrebbero dire di fronte a un accordo Renzie-Cainano sulla riforma della legge elettorale? Se Pd e Farsa Italia si alleano per mandare finalmente al macero il Porcellum, può Bella Napoli improvvisamente cominciare a frenare al grido di: "No, ragazzi, troppa fretta, prima cercate di convincere anche quella cara persona di Grillo?". E Lettanipote, che non si stanca di ripetere (giustamente) che la materia non è di competenza del suo governo, potrebbe mai obiettare: "Se non ci sta anche Angelino non se ne fa nulla?".

E' nella risposta (scontata) a queste due semplici domande la portata della gran mossa che il Rottam'attore ha giocato con la sua lettera pubblica ai segretari degli altri partiti, ben sapendo che la voglia di elezioni anticipate rende il Banana un interlocutore particolarmente attento. Certo, se al posto di Lettanipote a Palazzo Chigi ci fosse un D'Alema o un De Mita, da domani partirebbe un sottile e invisibile lavorio per spaccare il Pd e rivoltarne una buona metà contro le proposte del segretario.

Ma Aspenio Letta è uomo d'onore e poi non ha delle vere truppe al Nazareno. Non solo, ma inaugurando un processo di discussione della legge elettorale con tempi rapidi, incontri bilaterali e tutto alla luce del sole, Renzie minaccia implicitamente di denunciare pubblicamente eventuali meline e giochini. Insomma, con Re Giorgio che formalmente non può che compiacersi e Lettanipote che deve chiamarsi fuori, Angelino Jolie Alfano dovrà sudare sette camicie per non fare la fine del vaso di coccio.

2 - MATTEUCCIO ATTACK!
Il Corriere della Sera registra: "Ecco le proposte di Renzi. E Berlusconi apre. Il segretario: scegliamo tra sistema spagnolo, quello del sindaco e Mattarellum rivisto. L'invito a Grillo a riformare insieme il Senato. Ma i Cinque Stelle dicono no: propaganda" (p. 2). Per Francesco Verderami, "Le accelerazioni del leader pd ora rischiano i veti incrociati. Il segretario punta a smarcarsi da Letta e dal vicepremier. Lo scenario di un accordo di maggioranza allargato a Fi" (p. 4).

La Repubblica dei renziani viola le riservatissime vacanze sulla neve del premier con un retroscena amaro: "Letta e la tenaglia del segretario. ‘Ma sul governo decido io'. Il premier pronto a mediare. Alfano: se ci scavalcano salta tutto. Il capo del governo non ha gradito le ultime uscite del leader del partito. Ieri nessun contatto" (p. 3).

E proprio sul fronte degli alfanoidi, il ministro Lupi de Lupis prova a rompere l'accerchiamento parlando a Repubblica: "Né Mattarellum né ispanico, lavoriamo sul sindaco d'Italia" (p. 5). Anche la Stampa racconta la strategia dell'ex portaciprie del Banana: "Alfano: Letta deve mediare o con noi non c'è accordo. Apertura sul sistema di voto dei sindaci: teme un accordo segreto con Fi" (p. 3).

Accordo segreto? Uno fa tanta fatica per fare le cose con un minimo di discrezione e poi ecco la prima pagina del Giornale di oggi: "Asse Renzi-Berlusconi. Voto più vicino. Tra i due leader intesa possibile sulla nuova legge elettorale. Isolati Letta e Alfano" (p. 1). La sintesi non fa una piega.

3 - NANO UNCHAINED
Il Sultanino di Hardcore nomina sette nuovi coordinatori regionali, tra i quali l'"impresentabile" Claudio Fazzone di Latina, e si prepara alle elezioni anticipate. Ma intanto Repubblica non dimentica che il Banana ha anche qualche grana con la giustizia. Oltre a ricorrere in appello contro la condanna in primo grado a sette anni per il caso Ruby, è arrivato il tempo delle decisioni sulla sua libertà personale: "Berlusconi, domiciliari o servizi sociali. Sul caso Mediaset decisione in primavera. Ma con una condanna l'ex premier rischia il carcere" (p. 6). Sempre a gufare, in largo Fochetti.

4 - THE ITALIAN JOB DEL GRANDE MARPIONNE
Formalmente, bisognerà attendere aprile per provare a capire quale sarà il ruolo dell'Italia nella nuova Chrysler-Fiat. Ma intanto qualche messaggio comincia a passare attraverso la stampa lingottata. Il Corriere, per esempio, mischia abilmente in questo titolo un annuncio, una promessa e una non notizia: "Sbarco a Wall Street e investimenti. Exor pronta a restare a quota 30%" (p. 11).

Poi, un capolavoro di acrobazie linguistiche in queste poche righe dell'editoriale di Daniele Manca: "Ma è evidente che assisteremo probabilmente a una distribuzione di più centri decisionali, alla luce di un mercato che è sempre più globale, e che fa della diversificazione geografica uno dei punti di forza" (p. 11).

Anche Repubblica è sempre entusiasta e sfodera un gran titolo in prima pagina: "La Borsa brinda alla Fiat d'America. Il titolo guadagna il 16% dopo l'acquisto dell'intera quota Chrysler. Marchionne e Elkann ai dipendenti: ‘Il futuro è sicuro, si realizza un sogno'". Ma qua e là semina qualche dubbio: "Il mercato auto sale dell'1,4% per la prima volta in 42 mesi, ma Torino perde ancora quote" (p. 10).

E poi cita la stampa straniera: "Wsj critico: porta in dote altro debito al Lingotto" e "Ft: in aprile l'ultimo piano di Marchionne". Insomma, per il quotidiano britannico, dopo 10 anni, il manager con passaporto svizzero avrebbe ultimato il suo lavoro alla corte degli Agnelli. La butta in politica quel vecchio volpone di Vittorio Feltri: "Un trasloco per fuggire da burocrazia e sindacati" (Giornale, p. 19). Ma almeno ha il coraggio di parlare apertamente di trasloco, senza inutili giri di parole.

E usano pochi giri di parole anche al Cetriolo Quotidiano: "La Fiat ormai è americana a spese dei lavoratori Usa. La Chrysler di fatto ingloberà l'azienda di Marchionne, operazione resa possibile anche dai pesanti peggioramenti per le tute blu di Detroit. Boom del titolo in Borsa: +16%. Ma il Wall Street Journal denuncia il ‘trucco': troppi debiti scaricati sulla società torinese" (p. 6).

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Il maledetto spread è in calo e "vede" quota 200, ma lo Stato continua a spendere tantissimo. "Fabbisogno 2013 pesante ma ‘in linea'. Saldo a 79,7 miliardi, 30 in più dello scorso anno. Il Tesoro: al netto delle poste straordinarie dato coerente con l'obiettivo del 3%", scrive il Sole 24 Ore. A pesare il pagamento degli arretrati alle imprese e il salvataggio del Monte dei Pacchi di Siena (p. 10).

La Repubblica degli Illuminati ammette: "Casa, stallo su Tasi e detrazioni. Nuovo centrodestra contro l'aumento. Caos scadenze e pagamenti. I Comuni potranno scegliere date diverse per ogni imposta. Sulla prima casa un prelievo fino al 3,5 per mille sarebbe troppo simile alla vecchia Imu" (p. 14). Come al solito, l'unica preoccupazione del governo è di cambiare i nomi, incasinare aliquote e modalità di pagamento, scaricare su altri l'impopolarità dei prelievi. Tutto perché ormai non si ha più il coraggio di affermare che pagare le tasse sulla casa è giusto e normale in tutto l'Occidente.

E ogni tanto, qualche notizia dall'Italia reale: "Ora al welfare ci pensano i nonni. Ricerca Nielsen: gli anziani fanno la spesa per i nipoti. Le famiglie mature comprano il 14,7% dei pannolini. E acquistano il 26,1% delle salviette e il 23% dei prodotti per la pelle" (Stampa, p. 24).

6 - NON SONO STATO, IO
"Il caso Diaz e il paradosso dei poliziotti". Giovanni Bianconi si dispera in prima pagina sul Corriere perché agli amici poliziotti Gratteri e Caldarozzi non è stato concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali. Nessuna riflessione sul fatto che alla fine, persino in Italia e dopo ben 13 anni, la legge ogni tanto è uguale per tutti. Di segno opposto la paginata di Repubblica, che ricorda, con le parole di Vittorio Agnoletto, come quei poliziotti abbiano fatto tutti carriera negli anni del processo (p. 20).

Bizzarra, comunque, la genesi della notizia. Il 31 il Tempo fa lo scoop sulla negazione della misura alternativa a Gratteri. Ieri il Corriere riprende la notizia senza citare il quotidiano romano. E oggi scoppia "il caso".

7 - NUOVI REATI, PIU' REATI
"I femminicidi aumentano nonostante la nuova legge. Il monitoraggio de La Stampa: 103 vittime nel 2013 contro le 93 dell'anno prima" (Stampa, p. 8). A questo punto serve una polizia speciale o il ritorno alla figura del capo-fabbricato, visto che gran parte delle violenze accadono tra le mura domestiche.

 

BERLU E RENZI RENZI E BERLUSCONInapolitano letta renzi ALFANO LETTA CETRIOLO GRILLO A ROMAruby FIAT CHRYSLER SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO ANSA monte-dei-paschi-di-siena-sedeFrancesco Gratteri condannato per i tragici fatti della caserma Diazgilberto caldarozziagnoletto vittorio 001

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