di maio di battista 1

"DIBBA", UNA VITA IN VACANZA! DOPO IL LUNGO VIAGGIO IN AMERICA, DI BATTISTA TORNA E VA A SCIARE SULLE DOLOMITI CON “IL FRATELLO” DI MAIO: UNA RIMPATRIATA PER METTERE A PUNTO UNA STRATEGIA PER FRENARE LA LEGA – PER "DIBBA" SI PROFILA UNA CANDIDATURA ALLE EUROPEE? -  INTANTO I GOLDEN BOY DEL M5S ANNUNCIANO: "NEL 2019 TAGLIO AGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI"

Claudio Bozza per corriere.it

di maio di battista 1

Due ragazzi che chiacchierano in un rifugio di montagna. A cavallo di Capodanno sarebbe una foto qualunque, se non fosse che ad essere immortalati al rifugio Valbona di Moena, sulle piste da sci del Trentino, sono stati Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. E quindi questa foto diventa politicamente molto rilevante, specie perché l’inizio del 2019 si annuncia delicato per la tenuta del governo «gialloverde».  Intanto il tandem di vertice annuncia il primo proposito politico: «Buon 2019 a tutti. Sarà l’anno in cui vi regaleremo una bella legge che taglia gli stipendi a tutti i parlamentari», scrive Di Maio sui social network.

«Dibba» dalla California alle Dolomiti

Di Maio è ufficialmente il leader del Movimento 5 Stelle, ma Di Battista è il leader carismatico del grillismo ortodosso e gode di grande consenso, anche grazie alla sua abilità sui social network. Il primo sta attraversando un momento molto delicato: mediaticamente soffre molto l’iper attivismo dell’alleato leghista Matteo Salvini e i sondaggi rilevano un rilevante calo del gradimento per «Giggino». Il secondo è appena tornato dal lungo viaggio di 16.718 km in bus, che assieme alla compagna Sahra ed il figlio neonato lo ha portato da San Francisco al centroamerica. Una lontananza dalla politica solo virtuale, perché in questi sette mesi Di Battista  si è fatto più che sentire nei momenti clou. Interventi con una mira precisa: «Vuole prendere il posto di Di Maio in difficoltà», ipotizzano voci di corridoio nel Movimento. Non sembra così, almeno per il momento, visto che «Dibba» pochi giorni dopo essere sceso dall’aereo è «rivolato» verso le Dolomiti per una sciata con il «fratello» Di Maio . E tra una seggiovia e l’altra non sarà mancata l’occasione per mettere a punto una strategia per tentare di prendere in contropiede lo strapotere della Lega.

di battista di maio

 

In serata, poi, Di Maio e Di Battista sono apparsi in un’altra fotografia, pubblicata sull’account Twitter del vicepresidente del Consiglio: «Buon 2019 a tutti da Luigi, Andrea e Alessandro. Sarà l’anno in cui vi regaleremo una bella legge che taglia gli stipendi a tutti i parlamentari», il testo.

«Buon 2019 a tutti da Luigi, Andrea e Alessandro. Sarà l'anno in cui vi regaleremo una bella legge che taglia gli stipendi a tutti i parlamentari». Lo scrive il leader M5s e vicepremier Luigi Di Maio in un post su twitter in cui compare con Alessandro Di Battista e suo figlio.

 

 

2. IL PIANO DI DI MAIO

Chiara Sarra per il Giornale

 

Mentre Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono "in ritiro" in Trentino per mettere a punto il futuro del Movimento 5 Stelle, il 2019 porta con sè nuovi scogli per il governo gialloverde.

 

pizza di maio di battista

Non solo le contraddizioni mai risolte, come le divergenze di veduta sulle autonomie regionali o sulle grandi opere. Ma anche lo scombussolamento che potrebbero portare all'interno dell'esecutivo le elezioni Europee di maggio.

 

Nonostante le smentite da parte di premier, vicepremier e ministri infatti, le urne saranno per forza di cose un test importante per la tenuta di Palazzo Chigi. E soprattutto per gli equilibri dell'alleanza gialloverde. I sondaggi parlano chiaro: l'esperienza di governo sta giovando soprattutto alla Lega. Così torna prepotentemente la voce di un "piano B" del Movimento 5 Stelle per contrastare Matteo Salvini. Evitando in particolare che in caso di caduta del governo la compagine grillina venga "azzerata" dal vincolo del doppio mandato, regola cardine dello statuto pentastellato che non permette alla maggioranza dei volti noti di ricandidarsi in Parlamento.

 

Da mesi si parla della caduta di questo ultimo "tabù". E la regola sarebbe ora stata seriamente messa in discussione - raccontava ieri La Stampa - proprio dai vertici M5S, con l'ok a sorpresa di Beppe Grillo (ma il no di Davide Casaleggio). Soprattutto dopo il passaggio del deputato Matteo Dall'Osso tra le fila di Forza Italia e l'annuncio dell'"operazione scoiattolo" da parte di Silvio Berlusconi.

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

 

"La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione e non si tocca. Nè quest'anno, nè il prossimo, nè mai", assicura Luigi Di Maio, "Questo è certo come l'alternanza delle stagioni e come il fatto che certi giornalisti, come oggi, continueranno a mentire scrivendo il contrario".

 

Però c'è già un precedente, un cavillo che permette di svicolare: quello accaduto a fine novembre, quando una mozione di sfiducia rischiava di far cadere il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Allora - racconta sempre La Stampa - il vicepremier grillino aveva chiesto ai suoi consiglieri di votare compatti la sfiducia, assicurando a tutti la ricandidatura: "Diremo che sono passati solo sette mesi dal voto, non è un mandato completo, Beppe è d' accordo", avrebbe spiegato. Alla fine la giunta regionale è rimasta in piedi, ma il tabù sembra ormai caduto.

 

 

DI BATTISTA DI MAIOdi maio di battistaDi Maio e Di Battista

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN