alfonso bonafede giuseppe conte marta cartabia mario draghi

SOMMOVIMENTO CINQUE STELLE – ALLA FINE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PASSA ALLA CAMERA CON 396 SÌ, MA LA CREPA TRA I GRILLINI È SEMPRE PIÙ EVIDENTE. IERI HANNO VOTATO CONTRO SOLO DUE PENTASTELLATI, MA IN 16 ERANO ASSENTI. CONTE CE LA FARÀ A TENERE INSIEME L’ANIMA MANETTARA DA QUELLA POLTRONISTA? – IL BLITZ TENTATO SULL’ORDINE DEL GIORNO SUGLI ECO-REATI, CHE NON PASSA PER UN SOFFIO…

Diodato Pirone per "il Messaggero"

 

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA APPROVATA ALLA CAMERA

E' finito in tarda serata con 396 sì, 57 no e tre astenuti l'esame della riforma della Giustizia da parte della Camera. A settembre toccherà al Senato il varo definitivo a meno di una terza lettura della Camera se a Palazzo Madama matureranno improbabili modifiche.

 

Dopo cinque mesi di confronti, stesure, revisioni, prove di forza e una tre giorni-fiume di votazioni, la riforma del processo penale voluta da Mario Draghi e firmata da Marta Cartabia è passata con un voto che sembra ricompattare la maggioranza e, almeno in parte, anche il Movimento 5 Stelle dove però le crepe sono evidenti.

MARTA CARTABIA

 

Fra i deputati pentastellati (ridotti a 160 dai 212 eletti a marzo 2018) sono stati contati 16 assenti e due voti contrari e molti dei 16 assenti non c'erano neanche l'altro ieri per la fiducia. Assenze consistenti (26) anche fra i 77 deputati forzisti.

 

IL RUSH FINALE

Un rush finale consumato nel caldo torrido di agosto, mentre il Pd lancia le sue Agorà, la Lega torna al Papeete e i pentastellati affrontano il voto sul nuovo Statuto e la leadership di Giuseppe Conte da consolidare.

 

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

A imporre i tempi stretti è l'Ue, che nel Pnrr ha legato l'arrivo dei fondi del Recovery plan alla drastica riduzione dei tempi pachidermici dei processi penali in Italia (-25% in cinque anni).

 

Una cavalcata che solo negli ultimi tre giorni è passata per la votazione delle pregiudiziali domenica, per la doppia fiducia nella notte tra lunedì e martedì e una lunghissima giornata in aula iniziata ieri alle nove di mattina per la discussione degli ordini del giorno (senza nessun riflesso concreto ma politicamente sensibili) al testo delle riforma, che più volte hanno messo alla prova la tenuta della maggioranza.

 

PROTESTA DEI DEPUTATI DI L ALTERNATIVA C'E' (EX M5S) CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Prima sul tema della responsabilità civile dei magistrati sollevata da Fdi. Sul quale Lega, Forza Italia e Coraggio Italia hanno annunciato l'astensione nonostante il parere contrario del governo, provocando la reazione di Pd e Leu.

 

Poi sugli eco-reati con bagarre scatenata dagli ex eletti con i 5Stelle, per i quali l'aula si spacca, soprattutto sulla riformulazione dell'odg in materia che finisce per non passare solo sul filo di lana, bocciato dalla maggioranza con 186 voti contro 181.

 

Sul voto finale la musica è cambiata. I «si» alla riforma arrivano da Più Europa, Noi con l'Italia, Liberi uguali, Coraggio Italia poi Pd («il nostro contributo è stato determinante per una riforma innovativa», dice Alfredo Bazoli), Lega («è il ritorno del buonseno e della civiltà, dice Roberto Turri) e M5S (»Non intendo rispondere a nessuna provocazione, perché la giustizia non è una questione personale», esordisce l'ex guardiasigilli, Alfonso Bonafede).

LA PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

 

A settembre, come detto, il testo passerà in Senato per diventare legge, ma il primo ok segna anche una vittoria per Giuseppe Conte cui non erano piaciute le defezioni del movimento di domenica (circa il 25%) nè il voto in dissonanza di Alessandro Melicchio sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione.

 

Tra i nodi sui quali si sono consumati trattative e scontri delle ultime settimane, innanzitutto la prescrizione processuale: in appello, secondo la riforma, i processi dovranno durare due anni e in Cassazione uno, con la possibilità che i procedimenti più complessi arrivino rispettivamente fino a tre anni e a 18 mesi. L'accordo raggiunto nei giorni scorsi prevede ulteriori proroghe di un anno per i reati più gravi come mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di droga, stabilite dal giudice.

 

MARTA CARTABIA

Mentre resta la non prescrizione per i reati puniti con l'ergastolo. Inappellabili invece le condanne per i reati minori. Si guarda poi in maniera diversa alla pena, con l'impiego dei lavori socialmente utili non retribuiti, arresti domiciliari o semilibertà con rientro notturno, per le condanne e i reati più lievi.

 

E si rivede anche la detenzione con ampia apertura alle sanzioni alternative e con assunzioni e formazione per il personale carcerario, soluzione ancor più sentita dalla ministra Cartabia dopo la sua visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere, teatro degli inaccettabili pestaggi del 2020. Infine potenziamento dello staff del magistrato che diventa l'arma per velocizzare del 25% il processo penale e del 40% quello civile, con l'assunzione a tempo determinato nei prossimi 5 anni di quasi 22.000 addetti, gran parte dei quali laureati.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)