truzzu meloni

UN “TRUX” PER LA SORA GIORGIA! RITRATTONE DI PAOLO TRUZZU, CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SARDEGNA - SINDACO DI CAGLIARI, È CRESCIUTO POLITICAMENTE INSIEME ALLA PREMIER CHE LO HA VOLUTO NELLA CORSA A GOVERNATORE (“SE NON FOSSE STATO SINDACO SAREBBE FINITO A FARE IL VICEMINISTRO”). NEL 2016 LA FOTO CON L’AVAMBRACCIO IN MOSTRA, UNA “GOLIARDATA” PER SOLIDARIZZARE CON DI CANIO, SOSPESO DA SKY PER IL TATUAGGIO "DUX" – LE POLEMICHE DURANTE IL COVID PER…

Antonio Bravetti per “la Stampa” - Estratti

 

meloni paolo truzzu

Appassionato di calcio, tifosissimo del Cagliari. Gioca a padel, ama i cani e le birre artigianali. Cattolico e ammiratore di papa Ratzinger, «un faro e un baluardo della cristianità in un mondo in crisi perenne, contro i "teorici del pensiero debole"».

 

Amico fraterno di Giorgia Meloni, con cui è cresciuto politicamente da quasi trent'anni, da An a FdI, «il partito che ho contribuito a fondare con alcuni "matti" visionari».

 

Da impiegato comunale a sindaco, fino a aspirante governatore: ecco Paolo Truzzu, il primo cittadino di Cagliari che Meloni sogna alla presidenza della regione Sardegna, con buona pace di Matteo Salvini. Per cui, ironia della sorte, Truzzu spendeva parole al miele quando da Arcore, ospiti di Berlusconi, i tre leader del centrodestra lo candidarono a sindaco di Cagliari: «Matteo è uno dei leader politici più amati dalla popolazione».

 

Nato nel capoluogo sardo il 25 luglio 1972, Truzzu è sposato con Alessandra e ha due figlie, Rachele e Benedetta.

paolo truzzu

 

Per loro faceva la pizza in casa ai tempi del covid. Erano i giorni del lockdown, quando fece arrabbiare mezza Cagliari per i cartelloni 6x3 scritti di suo pugno e appesi nelle strade: «Quando hanno intubato mio padre ho ripensato a quella passeggiata che non dovevo fare». Ispiratore e padre del pubblico rimbrotto. «Una schifezza», la definì l'ex governatore Pigliaru.

 

Diploma classico, laurea in Scienze politiche, ha due master in Sviluppo economico per il terziario e in Amministrazione e territorio per professionisti delle amministrazioni pubbliche. La passione per la politica ha radici antiche, così come il legame con Meloni. Sono entrambi studenti e militanti negli anni Novanta. Truzzu è l'ultimo dirigente cittadino del Fuan, poi entra in associazioni legate a Alleanza nazionale, mentre Meloni inizia a farsi strada per poi raggiungere i vertici di Azione giovani. L'amicizia si consolida con la festa nazionale di Atreju. 

 

(...)

 

«Se non fosse stato sindaco sarebbe finito a fare il viceministro o qualcosa di più», raccontava pochi giorni fa uno dei fedelissimi della premier tra i corridoi di Montecitorio.

E invece Truzzu fa l'impiegato comunale e diventa primo cittadino di Cagliari nel 2019. Vince per un soffio, col 50,12%, 91 voti in più della soglia del ballottaggio. Durante la campagna elettorale gli rinfacciano di aver fatto la "sentinella in piedi" a una manifestazione in difesa della famiglia tradizionale.

paolo truzzu

 

«Credo nei valori della famiglia», replica lui, e appena entra in comune appende un maxi crocifisso ligneo alla parete del municipio: «Iniziamo a rimettere ogni cosa al suo posto», scrive su Facebook. È del 2016 un'altra foto che gli crea problemi. L'ha ritirata fuori ieri Gad Lerner: «Sul braccio si è tatuato un bel "Trux". Così, tanto per ricordare con chi abbiamo a che fare». Lo scatto, pubblicato otto anni fa, era accompagnato dalla scritta «quanta ipocrisia».

paolo truzzu 1

 

Truzzu alludeva al caso dell'ex calciatore Paolo Di Canio, sospeso da Sky per un tatuaggio con la scritta "Dux" spuntato in diretta dalla manica corta di una t-shirt. Super tifoso del Cagliari, è abbonato allo stadio: distinti, non tribuna. Ci sono le foto che lo ritraggono con Claudio Ranieri e Leonardo Pavoletti, in campo, il giorno del ritorno in serie A lo scorso giugno, con la vittoria a Bari. Sogna «una Sardegna moderna ma senza dimenticare la sua identità, risvegliando il dna di un popolo laborioso come quello sardo» e per farlo cita Alessandro Magno: «Nulla è impossibile per colui che osa». Con la premier il rapporto è forte e consolidato. «Grinta da vendere - scrive di lei - battagliera, testarda, propositiva e costruttiva. (...)

paolo truzzu 3paolo truzzu 5paolo truzzu 4paolo truzzu 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…