gianni letta

"GIANNI LETTA POTREBBE ESSERE UN CANDIDATO DI RISULTA AL QUIRINALE" - IL RITRATTONE DELL'EMINENZA AZZURRINA: "IL SUO TRASVERSALISMO È LEGGENDARIO. CONOSCE LA MACCHINA DELLO STATO COME POCHI ALTRI; SI MUOVE TRA APPARATI, MINISTERI, VATICANO ED EDITORIA CON UNA FAMILIARITÀ SORPRENDENTE. MA SEMPRE DIETRO LE QUINTE. PRESENZIALISTA DEFILATO, È IL TIPICO DEL CONSIGLIERE DEI POTENTI. SOTTO LA LUCE DEI RIFLETTORI, LA SUA MAGIA SI SCIOGLIEREBBE. DI LUI ANDREOTTI DISSE: "LETTA CONOSCE MEZZO MONDO, COME SI DESUME ANCHE DALLA SUA QUOTIDIANA PRESENZA CONDOLENTE NEI NECROLOGI DEI GIORNALI"

Massimo Franco per il "Corriere della Sera"

 

gualtieri nastasi gianni letta festa bettini

Parlargli di Quirinale è come mostrare un simbolo diabolico a un esorcista. Gianni Letta non dice: «vade retro», ma la sua ritrosia proverbiale diventa, se possibile, ancora più vistosa. I maligni sostengono che dipenda dal timore di irritare Silvio Berlusconi, da trent' anni suo «consigliato» e adesso, a sorpresa, indicato tra i candidati del centrodestra a succedere a Sergio Mattarella: timore cresciuto anche dopo la sua partecipazione al compleanno di Goffredo Bettini, l'esponente del Pd romano teorico dell'asse col Movimento Cinque Stelle e regista di trame di potere vere o presunte. Spiegazione un po' riduttiva.

 

gianni letta fausto bertinotti foto di bacco

E non solo perché quando gli è stato chiesto della sua presenza, Letta ha risposto che «Bettini lo conosco da più di trent' anni, da quando dirigevo il Tempo . È un amico». Il problema è che l'ex braccio destro di Berlusconi a Palazzo Chigi, non ci pensa proprio. Ma il fatto di conoscere tutti ed essere amico di quasi tutti lo espone ai sospetti.

 

Giulio Andreotti, che è sempre stato per lui una sorta di modello inarrivabile, al punto da farlo considerare l'unico andreottiano organicamente anche berlusconiano, con la sua perfida ironia una volta lo ha raffigurato così: «Gianni Letta svolge un ruolo che direi geodiplomatico. Ha aiutato l'ambrosiano Berlusconi a comprendere il rito romano. Letta conosce mezzo mondo, come si desume anche dalla sua quotidiana presenza condolente nei necrologi dei giornali».

maddalena e gianni letta foto di bacco

 

Perfidie a parte, il suo trasversalismo soprattutto capitolino è leggendario. E questo potrebbe renderlo un possibile candidato «di risulta» al Quirinale. Pur non essendo mai stato parlamentare. E pur avendo come connotato soprattutto quello di conoscere la macchina dello Stato come pochi altri; di muoversi tra apparati, ministeri, Vaticano ed editoria con una familiarità sorprendente. Ma sempre dietro le quinte. Fu lui, nel remoto 1994, a portare un Berlusconi fresco di Palazzo Chigi al Policlinico Gemelli di Roma per salutare Giovanni Paolo II, convalescente dopo un'operazione.

 

draghi enrico gianni letta

Letta rispunta quando si tratta di abbozzare una commissione bilaterale tra il Cavaliere e l'ex comunista Massimo D'Alema, nel giugno del 1997, con una cena nella sua casa a Monte Mario, a Roma. E di nuovo, riemerge al convivio di pochi giorni fa alla periferia della capitale, che colpisce non solo per le presenze ma per le assenze: una sorta di lobby anti-Mario Draghi, con dentro Pd e grillini.

gianni letta franco locatelli foto di bacco

 

Senza il premier, naturalmente, ma anche senza Enrico Letta, suo nipote, segretario del partito. Con civetteria, nel 2014, quando il giovane Letta era a Palazzo Chigi e lui a una delle innumerevoli soirées romane alla Galleria Borghese accanto alla moglie Maddalena, riservata quanto lui, sorrise: «Scipione Borghese ebbe il titolo di Cardinal Nepote, che era di fatto il Primo ministro dello Stato Pontificio».

gianni letta foto di bacco

 

E subito dopo: «E invece voi stasera dovete accontentarvi di uno zio». Già, si definì «lo zio di Letta», cedendo il passo della visibilità e del potere all'allora premier. Molto lettiano. Ma la modestia non deve ingannare. La principale caratteristica dello «zio» è di essere un uomo che ama l'ombra. Un presenzialista defilato, si potrebbe dire con un ossimoro. E terrorizzato dalla cultura della rissa e dei contrasti. «Se lo conosco», conferma uno dei tanti ex premier che lo hanno incrociato, «non credo che abbia mai pensato al Quirinale. Non ci pensa e non lo vuole. La zampa davanti a Berlusconi non la metterà mai».

 

gianni letta in io so che tu sai che lui sa

E comunque, se anche ci pensasse non lo confesserebbe neanche a se stesso. Per questo chi azzarda l'ipotesi di una sua candidatura, lo dice come un'ipotesi remota, sideralmente distante dal novero delle possibilità. È vero, c'è chi sussurra: «E poi, alle strette, ci sarebbe anche Letta...», creando scrollate di spalle e qualche sguardo preoccupato di chi si sente davvero candidato; e sono una pletora.

 

«Credo che Matteo Salvini e Giorgia Meloni si suiciderebbero di fronte a un'ipotesi del genere», sostiene uno di loro, che lo conosce bene. «Letta è un moderatissimo. Per mettere ministri moderati nel governo Draghi ha anche rischiato di incrinare il rapporto storico con Berlusconi». La vulgata smentisce una sua appartenenza alla lobby anti-Draghi, del quale è un grande estimatore. Sarebbe singolare il contrario. Per cultura, formazione, esperienza, Letta è agli antipodi di chiunque urli, litighi, e coltivi l'idea della politica come rissa.

 

gianni letta foto di bacco (3)

Definirlo «anti» qualcosa non è facile: non perché non lo sia ma perché tende a non farlo vedere, fino a che può. Il suo è il profilo tipico del consigliere dei potenti. Declina il potere come capacità di essere un suggeritore, mai un protagonista. Sotto la luce dei riflettori, la sua magia si scioglierebbe. Per questo è riuscito nei decenni a mediare tra realtà in apparenza inconciliabili.

 

SIMONA AGNES GIANNI LETTA E MARCELLO SORGI DA SERGIO MATTARELLA

È stato capace perfino di teorizzare la sua idea di armonia con paragoni calcistici inaccettabili da qualunque vero tifoso. «Mai un romanista diventerà laziale», ha scolpito. «Eppure nessuno ha mai gridato all'inciucio, neppure il peggior tifoso, se e quando la sua squadra o la sua società contribuisce, insieme alle altre, a definire le regole del gioco...». Quando si chiede in giro per chi faccia il tifo Gianni Letta, i «non so» sono prevalenti. Le «curve» del potere da stadio, sicuramente, disapprovano dal più profondo del cuore.

marina letta col padre gianni foto di baccogianni lettagianni enrico letta 4gianni enrico letta 2gianni letta sergio mattarellagoffredo bettini gianni letta. giuseppe contegianni letta foto di baccoGIANNI LETTA BERLUSCONIgianni e maddalena letta foto di baccogianni letta alberto sordi in io so che tu sai che io so gianni letta marisela federici foto di baccoraffaele cantone gianni lettagianni lettafrancesco rutelli gianni letta foto di baccogianni letta con rino barillariGIANNI LETTA SIMONA AGNES

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO