saviano salvini

“SAVIANO INDAGATO PER DIFFAMAZIONE? MI SEMBRA IL MINIMO” - SALVINI GODE E RANDELLA ANCORA LO SCRITTORE: PAGHI LE CONSEGUENZE. UN CONTO E’ LA CRITICA, UN CONTO E’ DARE DEL MAFIOSO A QUALCUNO” – LA REPLICA DI SAVIANO: “AFFRONTERO’ LA QUERELA DEL MINISTRO DELLA MALA VITA A TESTA ALTA. IO NON HO PAURA”

Lodovica Bulian per il Giornale

 

salvini

L a querela l' aveva presentata il 19 luglio su carta intestata del Viminale, dopo che Roberto Saviano l' aveva definito «ministro della Malavita», danneggiando secondo Matteo Salvini, non solo la sua reputazione ma anche quella del ministero dell' Interno stesso. Ora lo scrittore è indagato dalla Procura di Roma per diffamazione. Si tratta di un atto dovuto a seguito della denuncia, arrivata al culmine dello scontro verbale che si sta consumando tra Saviano e Salvini dal giorno in cui il segretario del Carroccio si è insediato al Viminale.

roberto saviano contro matteo salvini 6

 

Al centro le politiche anti immigrazione del ministro leghista, finite nel mirino di appelli e invettive dell' autore di Gomorra ora all' attenzione dei magistrati perché, secondo Salvini, si collocano «al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica, non potendosi certo parlare di diritto di cronaca, in quanto vi è una gratuita aggressione alla mia persona, infamante e umiliante».

LA QUERELA DI SALVINI A SAVIANO

 

A fare infuriare il titolare dell' Interno soprattutto i post su Facebook in cui Saviano aveva bollato con «parole da mafioso» e «minacce» le dichiarazioni del ministro, che aveva espresso dubbi sull' opportunità di garantire ancora la scorta allo scrittore, che dal 2006 è sotto tutela per le minacce del clan dei Casalesi. Nasce da qui l' accusa di essere un «ministro della Malavita, eletto a Rosarno (in Calabria) con i voti di chi muore per 'ndrangheta».

roberto saviano contro matteo salvini 5

 

«È indagato? Mi sembra il minimo, un conto è la critica, un conto dare del mafioso a qualcuno - ha commentato Salvini - Se qualcuno mi dà dell' assassino ne paga le conseguenze, spero che ci sia un giudice che riconosca che qualcuno ha sbagliato». Immediata la replica: ««Affronterò la querela del ministro della Mala Vita a testa alta. Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero. Non indietreggio di un passo nella critica al suo operato. Io non ho paura, non ne ho mai avuta».

MATTEO SALVINI PORTA A PORTA

 

Intanto lui tira dritto verso l' approvazione di un decreto entro l' estate che contenga una stretta alla protezione umanitaria, il permesso di soggiorno più concesso ai migranti che sbarcano in Italia che non siano rifugiati. Ma che assicuri «pieni diritti in tempi celeri» a chi ha i requisiti, in modo da «evitare scorciatoie e furbate che l' Italia non si può più permettere». Il ministro rivendica che dal 1° giugno, «giorno dell' insediamento del governo» sono «sbarcate 4.500» persone, rispetto «alle 34.200 dello stesso periodo dello scorso, quindi 30mila in meno».

 

roberto saviano contro matteo salvini

Effetto anche dell' operato di chi l' ha preceduto al Viminale, Marco Minniti, che aveva siglato gli accordi con la Libia, ma pure, per Salvini, della nuova linea dei porti chiusi alle ong. Ora, nei piani del ministro non resta che ridiscutere il protocollo operativo della missione europea Sophia, a guida italiana, che rifacendosi a quello di Triton, non più in vigore, prevede che le navi militari sbarchino i migranti salvati nel nostro Paese. Una competenza che rientra, come era già stato precisato in polemica con il Viminale, tra quelle del ministro della Difesa Elisabetta Trenta: «È importante il coordinamento italiano, ma le linee devono essere riviste. Siamo riusciti a far passare il principio che chi entra in Italia entra nell' Ue.

 

Serve il tempo diplomatico» ha detto la ministra, che stima di ottenere una revisione «entro l' autunno».

roberto saviano contro matteo salvini 4

Ma se gli sbarchi sono in diminuzione, il problema è gestire le presenze. E mentre Salvini promette di accelerare le espulsioni, arriva una sentenza della Cassazione che fissa il principio per cui il migrante ha diritto a rimanere in Italia «in pendenza dell' esame della sua richiesta di asilo», anche se questa «sia stata presentata dopo l' emissione di provvedimento di espulsione».

Insomma, tra la domanda di protezione e la procedura di rimpatrio, vince sempre la prima.

Un ostacolo giuridico alle espulsioni di massa promesse dal vice premier.

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