zaia salvini fedriga fontana

ANCHE SULLA SANITA’ È GUERRA APERTA TRA LEGA E FDI – I PRESIDENTI DI REGIONE INSISTONO NEL CHIEDERE A PALAZZO CHIGI DI RIVEDERE IL DECRETO SULLE LISTE D'ATTESA NELLA SANITÀ. I LEGHISTI ZAIA, FONTANA E FEDRIGA IN PRIMA LINEA CONTRO GLI ISPETTORI STATALI NELLE ASL: “SI LEDE L'AUTONOMIA DELLE REGIONI” – IL CARROCCIO AL SENATO HA PRESENTATO UN EMENDAMENTO AL DECRETO PROPRIO PER CHIEDERE LO STRALCIO DELL'ARTICOLO CONTESTATO – IL MINISTRO SCHILLACI CERCA UNA MEDIAZIONE…

Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli e Francesco Moscatelli per “La Stampa”

 

ZAIA - GIORGETTI - FONTANA - CALDEROLI - SALVINI - FEDRIGA

Un precedente pericoloso che non si può lasciar passare. I presidenti delle Regioni insistono nel chiedere al governo di rivedere il decreto sulle liste d'attesa nella sanità. Il fatto che in prima linea a contestare il provvedimento ci siano i governatori leghisti, non fa che amplificare lo scontro interno alla maggioranza di governo.

 

Massimiliano Fedriga, che guida il Friuli-Venezia Giulia e anche la Conferenza delle Regioni, il collega veneto Luca Zaia e quello lombardo Attilio Fontana ne fanno una questione di principio. Perché l'articolo 2 del testo va nella direzione opposta alla tanto acclamata legge Calderoli. «Lede l'autonomia delle Regioni e mette in discussione tutto l'impianto del tema delle competenze – avverte Zaia –. Voglio pensare che sia semplicemente una svista».

 

GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI

Dal Veneto sottolineano di non avere poi grandi problemi con le liste d'attesa: l'ultimo report evidenzia un calo dei tempi su tutte le prestazioni. Per quella urgenti le attese sono azzerate, per quelle in differita (entro 30 giorni dalla prescrizione) le attese si sono ridotte dell'83% mentre per quelle programmate (da erogarsi entro tre mesi dalla ricetta) la riduzione è stata del 62%. Della serie, non abbiamo bisogno che lo Stato faccia da supplente.

 

Un po' quello che prevede l'articolo incriminato, istituendo presso il ministero della Salute una sorta di ispettorato, con il compito di attivare controlli nelle Regioni per verificare il rispetto delle disposizioni taglia-coda e, nel caso, sanzionare i direttori generali delle Asl inadempienti, fino alla loro sostituzione.

 

luca zaia e massimiliano fedriga 2

Un'invasione di campo inaccettabile per i governatori, che hanno cercato, fin qui invano, di farsi ascoltare dal ministro Orazio Schillaci, per riformulare l'articolo 2. […]

 

[…] le verifiche nelle Asl devono restare di competenza regionale e non ci deve essere alcun "commissariamento" da parte del governo centrale. È la linea della Lega, che al Senato ha presentato un emendamento al decreto proprio per chiedere lo stralcio dell'articolo contestato.

 

Una mossa che ha creato scompiglio nella maggioranza, al punto da far sospendere al governo la presentazione dei pareri, nonostante il decreto sia in ritardo sulla tabella di marcia: deve essere approvato entro il 7 agosto, ma è ancora fermo alla prima lettura a Palazzo Madama.

 

ALFREDO MANTOVANO ORAZIO SCHILLACI GIORGIA MELONI CARLO NORDIO MATTEO PIANTEDOSI

 In realtà, da Palazzo Chigi sarebbe arrivata a Schillaci l'indicazione di dare parere contrario: è stato il sottosegretario Alfredo Mantovano a indicare la strada della fermezza, per non snaturare la filosofia del provvedimento. Che vorrebbe scardinare un sistema ritenuto inefficiente, con i direttori delle Asl controllati dagli stessi vertici regionali che li hanno nominati.

 

Il ministro della Salute, comunque, è al lavoro per trovare un compromesso ed evitare di arrivare a uno scontro in Parlamento. C'è una trattativa in corso con lo stesso Fedriga e con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, per trovare una mediazione con le Regioni e consentire il ritiro dell'emendamento leghista, per presentarne magari un altro concordato.

 

luca zaia e massimiliano fedriga 1

Le opposizioni stanno alla finestra, si godono lo spettacolo dello scontro, interno al centrodestra, tra la Lega federalista e l'approccio centralista di Fratelli d'Italia, che vuole stemperare l'esuberanza degli alleati sull'autonomia. […]

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?