matteo renzi in pakistan

MA LO SAPETE CHE MENTRE RENZI SCASSA LE BALLE AL GOVERNO, STA SULL'HIMALAYA CON I NABABBI PACHISTANI? - BELPIETRO: LA DOMANDA È SE VUOLE FARE L'UOMO POLITICO O L'UOMO D'AFFARI. PERCHÉ MENTRE FA LE BARRICATE SULLA PRESCRIZIONE È CON JOSÈ MARIA AZNAR, LA PRINCIPESSA BEATRICE DI YORK E UN GRUPPO DI UOMINI D' AFFARI LEGATI AD AFINITI, UNA SOCIETÀ DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE, A INCASSARE LAUTI COMPENSI PER LE SUE APPARIZIONI

 

Maurizio Belpietro per “la Verità

 

Più Italia viva cala nei sondaggi e più sale il livello di litigiosità del suo leader.

Sì, il livello di rumorosità di Matteo Renzi è inversamente proporzionale al numero dei voti che gli vengono attribuiti dagli esperti. Tutti concordano che il partito fondato dall' ex presidente del Consiglio oscilla fra il 3 e il 4 per cento, più o meno ciò su cui nella prima Repubblica poteva contare Pietro Longo quand' era alla guida del Psdi, vale a dire un terzo o forse un quarto di quanto oggi viene attribuito a Giorgia Meloni e circa un ottavo di ciò che vale Matteo Salvini.

MATTEO RENZI SULL HIMALAYA PACHISTANO

 

E tuttavia, nonostante sia un peso piuma della politica, non passa giorno senza che i giornali si occupino di lui e di ciò che dice e minaccia di fare. Tutti sanno che se domani si andasse a votare, lui e i suoi andrebbero a casa, perché con uno sbarramento al tre per cento Renzi faticherebbe a portare in Parlamento le sue truppe, ma con un' asticella al cinque, come da più parti è ipotizzato in caso di nuova legge elettorale, alla Camera e al Senato neppure metterebbe piede.

 

Tuttavia, nonostante sia evidente che il capitan Fracassa di Italia viva non ha nessuna intenzione di far cadere il governo, pena perdere ogni possibilità di trarre guadagno dalla rendita di posizione che si è creata dopo il ribaltone di Conte, gran parte della stampa ha scelto di dargli corda, come se davvero Renzi avesse intenzione di provocare una crisi e di andare alle elezioni. «Qui viene giù tutto», ha titolato un quotidiano. No, l' ex segretario del Pd non vuole il voto, vuole solo ricavare il più possibile dalla precarietà della maggioranza. Della prescrizione non gli importa un fico secco e così pure del resto di cui ciancia con frequenza instancabile su giornali e tv.

 

MATTEO RENZI SULL HIMALAYA PACHISTANO

L' unico obiettivo della sua incessante opera di demolizione di qualsiasi leadership alternativa alla sua è uno solo: il potere. Che nel suo caso si estrinseca nella possibilità di piazzare i suoi uomini ai vertici delle partecipate statali. Più si avvicina l' ora di nominare i dirigenti delle aziende pubbliche e più Renzi si agita e alza il tiro per potersi sedere al tavolo dei negoziati forte di un' arma di pressione. Se fosse per i numeri, a lui e ai suoi toccherebbero le briciole.

 

Ma l' ex premier vuole una spartizione alla pari, cioè intende piazzare le sue pedine da protagonista e non da comprimario di governo. Di qui l' esigenza di mostrare i muscoli e, soprattutto, di attaccare Conte, ossia colui che Renzi considera il suo vero nemico, l' unico che possa contendergli l' area centrista che il fondatore di Italia viva intende occupare.

 

Naturalmente ognuno è libero di coltivare le ambizioni che ritiene e dunque Renzi, se lo desidera, può considerarsi una specie di Napoleone Bonaparte, ossia un condottiero pronto a rimontare in sella e a riprendersi il ruolo che gli spetta nella storia. Tuttavia, nel caso dell' ex leader del Pd, esiste una particolarità che intendiamo segnalare.

 

renzi zingaretti

Il fondatore di Italia viva non è solo un politico che aspira ad avere una seconda chance per guidare il Paese, ma è anche un imprenditore di sé stesso, nel senso che dopo essere uscito da Palazzo Chigi, Renzi si è inventato un mestiere, guadagnando milioni (lo dice lui) con conferenze in giro per il mondo e con produzioni televisive da piazzare sulle emittenti di mezzo mondo. Partito con poche migliaia di euro sul conto alla fine del suo mandato al governo, oggi il leader di Italia viva può vantare una villa con piscina (in costruzione) nel cuore di Firenze. Tutto regolare, ovviamente. Ci mancherebbe.

 

Anche altri leader occidentali dopo aver fatto politica hanno fatto fortuna. Basti ricordare Bill Clinton e Tony Blair e, da ultimo, Barack Obama, che partito come semplice docente, dopo otto anni alla Casa Bianca oggi si ritrova seduto su una pila di milioni. Tutti leader progressisti, in modo particolare del loro reddito. Che però rispetto a Renzi, hanno una caratteristica diversa: ognuno di loro si è messo in affari dopo aver lasciato la politica. Il fondatore di Italia viva no.

 

berlusconi aznar da bush

 Fa politica, gira il mondo invitato a tenere conferenze e coltiva ogni genere di rapporto, pur rimanendo in Parlamento e provando a condizionare la politica italiana. La foto che pubblichiamo lo riprende in Pakistan assieme a Josè Maria Aznar, la principessa Beatrice di York e un gruppo di uomini d' affari legati ad Afiniti, una società di intelligenza artificiale, e di certo nel Paese asiatico l' ex sindaco non è andato per risolvere il problema della prescrizione o della riforma della giustizia.

 

beatrice di york

Noi non vogliamo impedire a Renzi di sciare dove gli pare e neppure di fare il turista. Però, visto il suo attivismo e, soprattutto, il livello dello scontro in atto attorno al governo, forse è arrivato il momento di chiarire i suoi rapporti con certi Paesi islamici che non sono noti per la democrazia. E forse, per l' uomo che dice di voler salvare l' Italia, è anche arrivata l' ora di scegliere se vuole fare politica o fare affari.

 

Perché se è vero che più alza i toni e più cala nei sondaggi, è anche vero che il rapporto inversamente proporzionale si accompagna ormai da un paio d' anni a un aumento del suo reddito come mai aveva visto prima.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”