
MIRACOLO! SCHLEIN METTE DA PARTE LE MENATE SUI DIRITTI CIVILI E FINALMENTE CAPISCE CHE DEVE AFFRONTARE LE QUESTIONI ECONOMICHE AFFONDANDO IL COLPO SUI DAZI CONTRO GIORGIA MELONI - “LA PREMIER HA DETTO CHE SE LE TARIFFE SI FERMASSERO AL 10 PER CENTO NON SAREBBERO COSÌ IMPATTANTI PER IL NOSTRO PAESE. IO NON SO DOVE VIVE. QUESTO VORREBBE DIRE 20 MILIARDI IN MENO DI ESPORTAZIONI E 118MILA POSTI DI LAVORO A RISCHIO. IL NEGOZIATO EUROPEO VA PORTATO AVANTI SAPENDO CHE…”
Federica Venni per repubblica.it - Estratti
“Qualche giorno fa Giorgia Meloni ha detto che se i dazi si fermassero al 10 per cento non sarebbero così impattanti per il nostro Paese. Io non so dove vive”. Elly Schlein affonda contro la premier e contro le strategie economiche del governo nei confronti di Donald Trump e delle multinazionali americane. Lo fa dal palco della Giornata dell'Economia Lombarda organizzata a Monza dal Pd regionale.
“Secondo Confindustria”, spiega la segretaria dem, se anche i dazi si assestassero al 10 per cento, “sommando pure il deprezzamento del dollaro del -13% questo vorrebbe dire 20 miliardi in meno di esportazioni e 118mila posti di lavoro a rischio”. Un quadro “molto preoccupante”, sottolinea Schlein, per affrontare il quale “bisogna che il governo sostenga lo sforzo negoziale dell’Unione europea”. L’unica strada, questa, “per evitare una guerra commerciale che pagherebbero innanzitutto imprese e lavoratori italiani”.
A chi le chiede cosa dovrebbe fare Palazzo Chigi se, nella peggiore delle ipotesi, il primo agosto scattassero dazi al 20 per cento, la segretaria ripete: “Schiena dritta. Il negoziato europeo va portato avanti sapendo che siamo un mercato unico da 500 milioni di abitanti e che possiamo anche andare a toccare dove fa più male e cioè gli interessi delle big tech americane a cui il governo italiano ha fatto inspiegabilmente anche un regalo, accettando che alle multinazionali americane non si applicasse la tassa minima globale del 15 per cento”.
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schlein pride budapest
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