SILVIO, CI MANCHI! CHI HA SALVATO IL CAVALIER PATONZA DALLE INTERCETTAZIONI CON LE OLGETTINE? PD E M5S SI RIMPALLANO LE ACCUSE, MA TRA ASSENTI PIU’ E MENO GIUSTIFICATI E GARANTISTI DICHIARATI LA VERA “ORGETTINA” C’E’ STATA IN PARLAMENTO

Giovanna Casadio per “la Repubblica

 

nicole minetti nicole minetti

La differenza l’hanno fatta gli assenti. Lucio Barani li ringrazia. Il senatore, capogruppo dei verdiniani, estrae dal taschino il garofano rosso che porta sempre in ricordo di Craxi e del fu Psi e simbolicamente glielo regala: ai 17 assenti del Pd; agli 11 grillini; ad altri senatori in ordine sparso. Grazie a loro, «soprattutto grazie a loro», è stato possibile il salvataggio di Andrea Nascente alias Silvio Berlusconi, nome di fantasia con il quale, nelle intercettazioni con le “olgettine”, veniva indicato l’ex premier.

 

LUCIO BARANI CON LA MAGLIETTA JE SUIS CRAXILUCIO BARANI CON LA MAGLIETTA JE SUIS CRAXI

I dem non erano a ranghi compatti, e neppure i grillini. Mancavano alcuni del gruppo misto che si valutava non si sarebbero mai arruolati nel fronte del salvataggio. Quando l’aula del Senato si trova davanti il risultato, l’insulto più ricorrente è «gente di merda» (dai banchi dei 5Stelle), l’altro «vergogna» (dagli scranni del Pd). A seguire grida di «bravi, complimenti, avete salvato Berlusconi» e applausi di scherno.

 

A colpi di proverbi («La prima gallina che canta ha fatto l’uovo»), inizia un processo. Sul banco degli imputati ci sono i Dem - dove crescono i sospetti reciproci: «Ci sono stati garantisti a sproposito». E ci sono anche i grillini. Mancano una ventina di voti all’appello di chi era certo che Berlusconi non si sarebbe salvato neppure nello scrutinio segreto.

 

Il Pd mostra subito le foto del tabellone d’aula con cui, poche ore dopo il salvataggio, Forza Italia avrebbe ricambiato il favore ai 5Stelle: un sì per rinviare la discussione sull’immunità al grillino Giarrusso. I 5Stelle attaccano sul «nuovo Patto del Nazareno» che servirebbe a rendere “vivibile” il Senato a una coalizione di governo che perde pezzi al centro con lo spappolamento di Ncd.

 

MICHELE GIARRUSSOMICHELE GIARRUSSO

Luigi Zanda, capogruppo dem, e Francesco Russo, il segretario d’aula, conteggiano e dicono: «Giuda nel Pd non ce ne sono». Qualcuno forse, per eccesso di garantismo. O altro. Prendiamo le assenze. «Casuali», vengono definite. Mario Tronti, filosofo dell’operaismo («Chi può dubitare della buonafede di Tronti?») si era assentato per andare nel suo ufficio. Camilla Fabbri era in trasferta per un’assemblea di Confindustria. Lucrezia Ricchiuti in missione.

 

GOTORGOTOR

Stefano Esposito a un dibattito tv. Miguel Gotor, bersaniano, anti berlusconiano intransigente, ha avuto proprio ieri la sua seconda bimba, Anna. «Auguri». E via a seguire: non c’era Filippo Bubbico, non c’era Stefania Giannini, «impegni di governo». Poi è vero che il senatore Nicola Latorre ha ribadito che lui è un garantista. E Enrico Buemi ha spiegato che lui non è mai stato d’accordo con l’uso delle intercettazioni. «Forse per il no era qualche montiano confluito nel gruppo...», allusioni in casa dem.

 

berlusconi con ghedini a bari processo escortberlusconi con ghedini a bari processo escort

Per raggiungere la quota dei 130 “salvatori” di Berlusconi il fronte del sì alle intercettazioni si deve essere per forza smagliato. Almeno quanto quello dei berlusconiani ha avuto nel voto di ieri la sua “reunion”. A serrare le file in Senato ci ha pensato Fedele Confalonieri, il presidente Mediaset, l’amico che è stato accanto all’ex premier durante il ricovero al San Raffaele per l’operazione a cuore aperto. Ha telefonato agli ex forzisti, ora in Ncd, Ala, Idea, Cor: «Non fate mancare il vostro appoggio, non siate ingrati».

 

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In aula c’era anche Niccolò Ghedini, senatore desaparecido, perché non c’è mai, avvocato di Berlusconi. Dario Stefàno, il presidente della Giunta per le immunità, aveva provato a evitare la frittata, proponendo un via libera all’uso delle prime tre telefonate, prima che fosse chiaro che l’indagine coinvolgeva il parlamentare Berlusconi. Non se n’è fatto nulla e ieri l’aula doveva dire sì o no all’uso di 11 intercettazioni. Infine, il voto segreto. Oltre a Fi e Ncd, lo hanno chiesto il grillino Airola e 4 del Pd, Filippi, Parente, Puglisi, Morgoni. «Un errore, tasto sbagliato».

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