crocetta vicari pinotti

L'INCHIESTA DI TRAPANI AVVELENA IL GOVERNO: ''IO MI SONO DIMESSA PER UN ROLEX. C'È CHI NE HA RICEVUTI TRE E STA ANCORA LÀ''. IL SILURO DELLA VICARI CONTRO LA PINOTTI - CROCETTA: ''5MILA EURO DA MORACE? UNA MAZZETTA CON BONIFICO, SAREI UN COGLIONE. NON SONO ANDATO IN BARCA DA LUI, IL MIO SEGRETARIO SOFFRE IL MARE. CE NE ANDAVAMO DA SOLI NELLE BAIE ISOLATE''. CHE ALTRO CI VUOI RACCONTARE ROSARIO? - DE VINCENTI HA AIUTATO MORACE NELL'OPERAZIONE SIREMAR - DOMANDA: SE IL GOVERNO REGALA (ALTRI) 600 MILIONI AI PRIVATI DI ALITALIA, TUTTO OK. QUANDO SI OCCUPA DI ALTRE AZIENDE IN CRISI SONO TUTTI CORROTTI?

1. VELENI SUI ROLEX NEL GOVERNO DOPO LE DIMISSIONI DI VICARI CROCETTA: HO RIFIUTATO I REGALI

Antonio Fraschilla per ''la Repubblica''

 

simona vicari con angelino alfanosimona vicari con angelino alfano

È bastata una frase sibillina dell' ormai ex sottosegretaria Simona Vicari, ripetuta fino a ieri a chiunque la incontrasse, per gettare nel panico Palazzo Chigi: «Io mi sono dimessa per un Rolex, un semplice regalo di Natale, nel governo c' è chi ha avuto orologi e gioielli e rimane tranquillamente al suo posto». Parole al veleno, ma rivolte a chi?

 

La Vicari da ieri si è chiusa nel riserbo più assoluto, ma dal suo entourage trapela un riferimento preciso. La vicenda dei doni del Kuwait alla ministra della Difesa, la dem Roberta Pinotti, in occasione della firma di un importante accordo commerciale con Finmeccanica. Vicenda per la quale, fanno notare dal ministero della Difesa, «sono stati già querelati tutti gli organi di stampa hanno riportato questa notizia infondata».

 

Pinotti ha assicurato di non aver mai ricevuto in dono tre Rolex, uno per lei e due per le figlie, in occasione della trasferta in Kuwait. E che gli unici orologi avuti in regalo, in altra occasione, sono stati regolarmente inventariati e custoditi nella stanza del ministero adibita allo scopo. Una cosa è fuori di dubbio: a Palazzo Chigi la tensione sui regali dorati ai ministri è altissima e il caso Vicari rischia di ripercuotersi sui già non facili rapporti dentro il governo.

simona vicari simona vicari

 

Perché tra gli alfaniani non è stato gradito non solo il silenzio degli alleati sulla vicenda della loro sottosegretaria e il Rolex avuto in regalo da Ettore Morace. Ma anche l' intervento del ministro Graziano Delrio, che alla sua sottosegretaria ha detto chiaro e tondo: «Dimettiti».

 

La Vicari ha creato molto imbarazzo. Perché dalle intercettazioni emerge un rapporto davvero amicale con l' armatore, che dopo aver ottenuto il via libera a un emendamento che abbassava l' Iva grazie all' intervento della sottosegretaria e del deputato messinese Vincenzo Garofalo, tramite il fratello nel frattempo stagista nella sua azienda le faceva avere un Rolex. «Sei veramente un tesoro», la risposta per nulla turbata della Vicari, che adesso si difende:

 

pinottipinotti

«Era soltanto un pensiero nulla di più. Quell' emendamento serviva a tutto un comparto non solo alla società di Morace. Mi sono dimessa per la serenità del governo». Rimanendo convinta che a Palazzo Chigi ci sia una doppia morale su un argomento, quello dei Rolex, diventato un incubo. Per un Rolex regalato da inquisiti si è dimesso un ministro, Maurizio Lupi. Per dei Rolex c' è stata una rissa della delegazione italiana a Riad.

 

L' indagine della procura di Palermo non ha messo comunque in grande difficoltà solo il governo Renzi, ma anche il governo siciliano guidato da Rosario Crocetta, che ha ricevuto un invito a comparire con l' accusa di concorso in corruzione. In cambio del prolungamento di un contratto dei Morace con l' amministrazione, avrebbe ricevuto un finanziamento da 5 mila euro per il suo movimento politico.

roberta pinottiroberta pinotti

 

Inoltre nelle carte salta fuori anche una conversazione di Morace che si vanta di averlo ospitato in barca e a Filicudi. «È vero che Morace mi aveva invitato, ma io non ho accettato alcun passaggio o soggiorno - dice Crocetta - Morace mi aveva invitato anche a una cena alla quale c' era l' allora sottosegretario De Vincenti e io non ci sono andato. Sul finanziamento al mio movimento, avete mai visto una mazzetta pagata con bonifico? Sarei stato il governatore più coglione d' Italia».

 

 

CROCETTA 2CROCETTA 2

2. CROCETTA: CON MORACE NON ANDAI IN BARCA IL MIO SEGRETARIO SOFFRE IL MAL DI MARE

Felice Cavallaro per il ''Corriere della Sera''

 

A essere degradato da paladino antimafia a un politicante generoso con imprenditori pronti a pagargli le vacanze e a offrirgli gite in yacht non ci sta. E Rosario Crocetta, bastonato dalle figuracce mediatiche con Pif e tanti sostenitori perduti per strada, s' aggrappa al microfono della sala stampa di Palazzo d' Orléans come fosse l' albero di un panfilo nella tempesta, raccontando la sua versione su quell' incontro ravvicinato a Filicudi: «Io ero in vacanza per i fatti miei, con Giuseppe il mio segretario...».

 

Sullo sfondo gli scogli smeraldo e il mare azzurro della stessa isola dove la scorsa estate Ettore Morace, l' amministratore di Liberty Lines, incontrava pure il ministro De Vincenti. Crocetta esclude banchetti e feste comuni: «Niente ammucchiate. Manco sapevo che Morace fosse lì intorno. E io manco frequentavo gli stabilimenti perché poi non mi facevano pagare. Ce ne andavamo fra scogli e baie isolate, io e Giuseppe, a prendere il sole senza nemmeno l' ombrellone».

 

CROCETTACROCETTA

Ma qualcuno deve avere avvertito Morace in transito con la sua barca da sballo, pronto a stabilire il contatto con l' ospite eccellente, a lanciare la migliore offerta, come conferma Crocetta: «Mi trova e mi chiede di salire a bordo per un giro. Voleva fare una gita ad Alicudi. Andata e ritorno. Con pranzo e bagno. Ma avrei dovuto mollare il mio Giuseppe che non regge il mare. E poi le barche grandi non mi piacciono. Insomma io ho rifiutato.

Un po' con la scusa di Giuseppe, ma anche perché un governatore non può...».

 

CROCETTA 1CROCETTA 1

E può farsi pagare l' albergo...? Non lascia terminare la domanda e con un impeto travolge i suoi interlocutori giurando che porterà l' albergatore a testimoniare: «Di che stiamo parlando? Io l' albergo l' ho pagato con i miei soldi.

Ottanta euro a camera, ottanta euro a notte, meno di trecento euro. Come si può sospettare?».

 

Ma i dubbi arrivano leggendo l' ordinanza sui pasticci e sui contributi regionali al comparto marittimo. Altra impennata: «Io arrivo nel 2013 e scopro un costo di 91 milioni l' anno. Cifra stratosferica, mi sembrò. Controllo con assessori e funzionari e nei due anni successivi il costo si abbassa a 66 milioni. Un assessore mi informa che la dirigente del settore ha una figlia assunta da Morace. Me ne sono andato subito in Procura a denunciare e ho rimosso la signora. Ecco la verità».

 

Sostenuto dall' avvocato Vincenzo Lo Re, addetto al controllo impennate, Crocetta è un fiume in piena, stupito da chi pensa che possa avere avuto intese con Giuseppe Montalto, il capogabinetto delle Infrastrutture agli arresti domiciliari perché ritenuto in combine con i Morace.

ETTORE MORACEETTORE MORACE

 

E il governatore: «Ma lo sapete che questo Montalto ha fatto assumere come addetto stampa dei Morace lo stesso giornalista che due anni fa si inventò sull' Espresso la bufala di una intercettazione sul mio conto? Quella con le minacce false a Lucia Borsellino. E io dovrei avere rapporti con loro? Ma siamo pazzi? Lo sapete con chi avete a che fare? Con uno che non ha ville e barche, che non frequenta hotel di lusso e a Morace fa perdere 30 milioni».

 

 

3.  TRAPANI, NELL' INCHIESTA SPUNTA DE VINCENTI

Felice Cavallaro per il ''Corriere della Sera''

ETTORE MORACE AI TEMPI DI TIRRENIAETTORE MORACE AI TEMPI DI TIRRENIA

 

Da Trapani, la città con due candidati sindaci azzoppati da arresti e richiesta di soggiorno obbligato, l' inchiesta che spazia su contributi marittimi, mazzette e assunzioni di favore si allarga ben oltre il molo dove i Morace vararono l' anno scorso l' aliscafo più grande del mondo.

 

Fra Rosario Crocetta e Simona Vicari, il governatore e l' ex sottosegretaria entrambi indagati.

claudio de vincenticlaudio de vincenti

L' inchiesta vola verso Livorno, Perugia, Roma, Napoli e Messina, sede della «Caronte & Tourist» della famiglia Franza.

 

Faldoni top secret inviati dai magistrati di Palermo alle rispettive Procure. Per i pasticci di altre società, per una rete di spionaggio che ne contrapponeva alcune e, a Roma, per una serie di richieste al Parlamento, considerati i rapporti «eccellenti» tessuti dall' amministratore delegato della Liberty Lines (ex Ustica Lines) finito in carcere, Ettore Morace, al vertice del gruppo da quando ha inglobato la Siremar.

 

(...)

 

Ma, oltre a Vicari, ore c' è un ministro nella tempesta per una cena a Filicudi. Perché l' armatore in cella per corruzione ha detto al padre, il «Comandante», Vittorio Morace, di essere stato aiutato nell' acquisizione della Siremar dall' ex sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti, oggi ministro per il Mezzogiorno.

boschi   gentiloni   renzi   de vincentiboschi gentiloni renzi de vincenti

 

 Una eloquente intercettazione telefonica: «Siamo andati a cena con lui e, insomma, tutto contento ha saputo che stiamo andando bene... insomma ci segue, ci segue». Un po' poco. Ma il resto della conversazione è coperto da omissis nell' ordinanza di custodia cautelare. E basta per creare nuovo allarme a Palazzo Chigi dove rimbalza l' autodifesa di De Vincenti: «Ho operato per dare soluzione alla vicenda nel più rigoroso rispetto delle regole... e per tutelare l' occupazione dei 340 lavoratori Siremar».

 

Forse anche questo ha contribuito ad amplificare la popolarità di un gruppo imprenditoriale comunque benvoluto nella città del Trapani-calcio, la società gestita dalla moglie olandese del «Capitano». E curiosamente ieri mattina sui cancelli della squadra appena retrocessa e degli uffici Liberty sono comparsi cartelli di solidarietà ai Morace.

Altra contraddizione della città dove le Piovre del commissario Cattani o, più recentemente, la fiction del commissario Maltese hanno raccontato impasti che sembrano realtà.

DE VINCENTI DE VINCENTI

 

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....