giorgia meloni carlo fidanza

“NON POSSO CACCIARE UN MIO DIRIGENTE SE NON SO ESATTAMENTE COME SONO ANDATE LE COSE” - IL SOSPETTO DELLA MELONI È CHE IL GIORNALISTA DI “FANPAGE” ABBIA “ISTIGATO” AL REATO, CON OFFERTE DI DENARO IN NERO REITERATE, RESPINTE E ALLA FINE, IN PARTE, ACCOLTE. UNA SPECIE DI “TRAPPOLA” –QUANTO PESERA' LO SCANDALO NEI CONSENSI? SE LA "DUCETTA" NON SFANCULA GLI ESTREMISTI NEL SUO PARTITO, VEDRA' SCAPPARE GLI ELETTORI MODERATI (CHE HANNO GONFIATO I CONSENSI) - VIDEO

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

CARLO FIDANZA GIORGIA MELONI

Ci ha riflettuto per tutta la giornata di sabato. Poi, di ritorno dalla Sicilia dove aveva tenuto comizi per la campagna elettorale, ha scritto il testo del video di oltre sette minuti che è «quello che penso e che sentivo di dover dire» nel giorno di un voto delicatissimo.

 

chiara valcepina carlo fidanza lobby nera inchiesta fanpage

E non l'ha minimamente frenata l'idea che avrebbe potuto commettere una violazione, infrangendo la regola che impone il silenzio elettorale: «Ma stanno parlando tutti, dalla Raggi a Gualtieri che manda in giro i camion con la pubblicità. E poi io non ho fatto un appello al voto. Sono stata attaccata ovunque da moralisti ipocriti che guardano da una parte sola, sono massacrata sui giornali e dovrei tacere? Mi denuncino se vogliono, sto qui, possono denunciare, facciano pure», si sfoga in queste ore.

CARLO FIDANZA E IL SALUTO DEL LEGIONARIO

 

Il colpo d'altronde è stato durissimo. La Meloni spera che non ci sia un contraccolpo nelle urne, ha ricevuto messaggi di solidarietà anche «di persone che mi hanno detto che non ci avrebbero votati, ma dopo questa porcheria lo faranno».

CARLO FIDANZA GIORGIA MELONI

 

Ma sa bene che il rischio di un allontanamento di potenziali elettori c'è, magari verso i partiti alleati (anche se «non è che nella Lega stiano messi bene pure loro, con il caso Morisi») i cui leader nelle ultime ore non ha più sentito. Ecco allora che passa al contrattacco, denunciando quello che ritiene un complotto e i «due pesi e due misure» per come sono stati trattati i suoi e come Mimmo Lucano «condannato per reati gravissimi».

 

roberto jonghi lavarini con giorgia meloni

E però sa bene anche che quelle immagini di un ambiente decisamente impresentabile e incompatibile con ruoli di guida di un Paese democratico che si ambisce a governare fanno male: «Ma io ho detto mille volte ai miei che certe cose sono intollerabili, che non si frequenta certa gente per qualche voto in più e per battaglie di preferenze nel partito. Io certe persone imbarazzanti nel partito non ce le voglio, lo sanno tutti».

 

Avrebbe dovuto saperlo, si arrabbia, anche Carlo Fidanza, l'europarlamentare che fu suo sfidante per la guida del movimento giovanile e che sarà «torchiato» per capire bene cosa sia successo, soprattutto per i possibili finanziamenti in nero, perché «io non tollero illegalità. La penso come la pensava Almirante sui terroristi: se sono di destra "meritano la pena di morte non una, ma due volte"».

 

il post di giorgia meloni nel weekend del voto

E questo sia per una linea di legge e ordine, sia per la consapevolezza che chi viene da un movimento post-fascista è «a prescindere» guardato con sospetto. In casa e all'estero. E però «non posso cacciare un mio dirigente se non so esattamente come sono andate le cose».

 

Perché il sospetto è che da parte del giornalista di Fanpage emerga una sorta di «istigazione» al reato, con offerte di denaro in nero reiterate, respinte e solo in parte alla fine accolte. Una specie di «trappola» insomma, arrivata dopo un'inchiesta che in FdI sospettano lunga addirittura 5 anni, che lei al momento non vuole andare a commentare in tv: «Non regalo serate di audience a mie spese». Ma resta il tema di un partito che è alto nei sondaggi, ma che da tre giorni è sceso nell'immagine che dà. E comunque vada il voto, Meloni sa che ci sarà da lavorare per risollevarlo.

matteo salvini giorgia meloniCARLO FIDANZA GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI AI TEMPI DI AZIONE GIOVANI - ALLEANZA NAZIONALEcarlo fidanza giorgia meloni giorgia meloni 2roberto jonghi lavarini carlo fidanza

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…