elon musk donald trump friedrich nietzsche peter thiel

“LA STRANA COPPIA TRUMP-MUSK NON LESINA OCCASIONI PER OSTENTARE LA SUA VOLONTÀ DI POTENZA” – MASSIMILIANO PANARARI INTRAVEDE LO SPETTRO DI FRIEDRICH NIETZSCHE DIETRO IL PRESIDENTE ELETTO E IL MAGNATE IMBOTTITO DI KETAMINA, DAI PROCLAMI DI ANNESSIONI TERRITORIALI (GROENLANDIA, PANAMA, CANADA) ALLE INTERFERENZE NEGLI AFFARI DI PAESI ALLEATI: “NIETZSCHE SI PALESA OGGI COME NUME TUTELARE DELLA ‘BROLIGARCHIA’ DELLA TECNODESTRA” – “È IL NIETZSCHE AVVERSO ALLO STATO E ALLA DEMOCRAZIA QUELLO ADORATO DA PETER THIEL, L'ESOTERICO TECH-BILLIONAIRE E VENTURE CAPITALIST, VERA EMINENZA GRIGIA DELLA SILICON VALLEY DI (ULTRA)DESTRA...”

Estratto dell’articolo di Massimiliano Panarari per  “La Stampa”

 

donald trump elon musk

Uno spettro si aggira per gli Stati Uniti...Quello di Friedrich Nietzsche, il quale si palesa oggi come nume tutelare della «broligarchia» della tecnodestra che sbarca direttamente nella stanza politica dei bottoni grazie alla seconda Amministrazione Trump. Quella «pericolosa» del «complesso tecnologico-industriale», che «aspira a poteri senza controllo» e alimenta la disinformazione, denunciata da Joe Biden nel discorso di addio alla nazione.

 

Certamente si tratta di un Nietzsche "Usa (in senso letterale) e getta" e alquanto strumentale, ma questo è stato l'utilizzo più abituale del filosofo di Così parlò Zarathustra da parte della politica nel corso del XX secolo, in primis nel Terzo Reich con il supporto di sua sorella Elizabeth.

 

ELON MUSK AL COMIZIO DI TRUMP AL MADISON SQUARE GARDEN - FOTO LAPRESSE

E ora un'«ipnotica aggressività nietzscheana», come ha scritto il direttore Andrea Malaguti nell'ultimo editoriale, orienta la strana coppia Trump-Musk, che non lesina occasioni per ostentare urbi et orbi la sua volontà di potenza, da una provocatoria agenda di simil-annessioni territoriali (Groenlandia, Panama, Canada, e chi più ne ha più ne metta…) alle interferenze senza sosta negli affari interni di Paesi che, a rigor di logica (e di Nato), sono alleati leali.

 

Del pensatore che «ha guardato negli occhi l'abisso» il prisma americano ha effettuato varie appropriazioni. Quella della cultural theory, che – mediante la ricezione dei filosofi francesi del Sessantotto-pensiero – lo ha convertito in un'icona della sinistra culturalista, woke e delle politiche identitarie (come già, in precedenza, quella liberal e "ironica", ma assai minoritaria, di Richard Rorty). Quella – ovviamente antitetica – del «fascismo americano» e dell'alt-right, che fa da software ideologico al movimento Maga, ed è diversissima dall'old-fashioned conservatorismo tradizionale che guardava infatti al filosofo de La gaia scienza con profonda diffidenza, reputandolo troppo radicale e "sovversivo".

 

donald trump peter thiel

Gli Usa grande fabbrica novecentesca della cultura pop – il cui influsso agisce potentemente tanto sull'"uomo della strada" che sulla celebrity come Trump – trasportano un po' del superuomo nietzscheano nella figura di Superman e del supereroe, quintessenza del desiderio di onnipotenza correlato all'individualismo assoluto tipico delle società anglosassoni.

 

Ma c'è anche l'idea dell'«oltreuomo» – molto più biologistica (ed eugenetica) che puramente simbolica –, la quale trova il suo compimento nel transumanesimo, componente di rilievo dell'Ideologia californiana.

 

Friedrich Nietzsche

[…]  Il transumanesimo, divenuto oggetto di culto per la quasi totalità dei circoli high-tech californiani, trova una delle radici fondamentali proprio nel nietzscheanesimo (come ha raccontato anche il filosofo Paolo Ercolani nel suo bel libro Nietzsche l'iperboreo. Il profeta della morte dell'uomo nell'epoca dell'Intelligenza artificiale, Il Melangolo).

 

È il Nietzsche avverso allo Stato, al socialismo e alla democrazia, insofferente nei confronti dell'organizzazione del mondo e della politica secondo i criteri della razionalità, campione di una concezione aristocratica dell'esistenza e del «guai ai deboli!» – quello adorato da Peter Thiel, l'esoterico tech-billionaire e venture capitalist di origini tedesche, vera eminenza grigia della Silicon Valley di (ultra)destra, secondo cui «libertà e democrazia non sono più compatibili».

 

Siffatto nietzscheanesimo si salda alla perfezione – come già avvenuto nel passato, d'altronde – col redivivo darwinismo sociale alquanto popolare tra Menlo Park e Mountain View; e che, a sua volta, nell'elaborazione di Herbert Spencer, aveva rappresentato l'ideologia ufficiale dell'Impero britannico durante la lunga età vittoriana.

 

elon musk sul palco con donald trump a butler, pennsylvania

Come pure con l'anarcocapitalismo e l'anarcolibertarismo, le fondamenta autentiche della Californian Ideology trasversalissima a tutti i ceo, compresi quelli considerati "progressisti" all'insegna di un certo strabismo cognitivo o di un eccesso di wishful thinking (Zuckerberg docet…). Nietzsche risulta ben presente a quel cosmismo russo di inizio Novecento che, con il suo panteismo interplanetario e la teorizzazione dei viaggi spaziali, continua a ispirare figure come Sergey Brin (uno dei cofondatori di Google, nato in quella che era ancora l'Urss) e – più indirettamente – Jeff Bezos e il patron di SpaceX.

 

E il filosofo del nichilismo è anche uno dei padri putativi dell'accelerazionismo, altro filone culturale "carsico" amato dalle parti di Big Tech, e specialmente della sua versione di estrema destra – il cosiddetto Dark Enlightment – fortemente eugenista, a proposito di intrecci con il transumanesimo.

 

donald trump e Peter Thiel

Il contesto di effervescenza creativa e di «caos» della rivoluzione digitale arrivata al potere e di quella galoppante dell'Ai, mentre evaporano l'umanesimo e l'ordinamento politico razionale della democrazia liberale, genera le «stelle danzanti» dell'innovazione, tra cui – secondo gli alfieri del postumano – anche la conquista del traguardo dell'immortalità.

 

Ecco perché il tecnofeudalesimo predica l'assenza di vincoli e la deregulation: non soltanto per ragioni di business e fastidio verso la tassazione, dunque, ma pure per motivazioni di integralismo ideologico. Questi nuovi Masters of the Universe si sentono dei super e oltreuomini sciolti dalle leggi comuni e antropologicamente sovraordinati, alla vigilia di una nuova era (o, se si preferisce, di una New Age) distopica. E, nel frattempo, come indicava Massimo Cacciari, la sinistra resta fuori gioco (e fuori fuoco…).

Friedrich Nietzschedonald trump e elon musk vignetta by charlie hebdo

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)